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Velletri – Il 6 settembre l’ultima udienza del Processo legato alla scomparsa di Davide Cervia

 

Una nuova udienza, la quarta ed ultima, è stata fissata per le 10 di martedì 6 settembre nell’ambito del processo civile contro i Ministeri della Difesa e della Giustizia, nel filone della battaglia legale intentata dai familiari di Davide Cervia, l’ex sottufficiale della Marina Italiana, che fu rapito in circostanze rimaste tuttora misteriose il 12 settembre del 1990, quando venne prelevato a poche decine di metri dalla sua abitazione a Colle dei Marmi, facendo perdere per sempre le sue tracce. A pochissimi giorni dal 26° anniversario dalla sua sparizione, che ben presto si capì non poter essere stata volontaria, la famiglia ha potuto finalmente presentarsi in un’aula di tribunale, confidando che tanta di quella polvere che ha sin dall’inizio ricoperto ed incrostato la vicenda possa dissolversi, dando un perchè a tanto dolore.

Dopo aver ottenuto che l’intero processo fosse fonoregistrato, vista la volontà di andare oltre i semplici verbali riassuntivi, si è finalmente passati alle deposizioni dei testimoni citati nel procedimento. Nella prima udienza, andata in scena sul finire di maggio, il giudice Covelli ha sentito due testimoni, il giornalista Gianluca Cicinelli, autore di due libri sulla vicenda, e Alberto Gentile, suocero di Davide Cervia, che sin dai primordi della scomparsa ha sostenuto le battaglie di sua figlia Marisa, grazie alle quali la frettolosa pista dell’allontanamento volontario è stata accantonata, per arrivare poi ad un’angosciante verità. Durante la seconda udienza del processo civile contro i ministeri della Difesa e della Giustizia si è invece proceduto ad ascoltare la testimonianza di Falco Accame, presidente dell’associazione Ana-Vafaf, che tutela le famiglie dei militari deceduti in tempo di pace. Nella terza udienza, andata in scena il 7 luglio, sempre a porte chiuse, sono stati sentiti un Ammiraglio e un Contrammiraglio della Marina, ovvero coloro che hanno redatto i documenti caratteristici all’atto del congedo del marinaio d’origini ligure.

Nella mattinata del 6 settembre verranno ascoltati gli ultimi due testi: un ex collega di lavoro di Davide, peraltro l’ultimo ad averlo visto quel 12 settembre, al quale verrà chiesto di ricordare gli ultimi momenti di vita lavorativa condivisa con Davide Cervia. Il secondo, importantissimo teste, sarà un ex ufficiale dei Carabinieri in pensione, responsabile del Sios (servizio di informazione) della Marina Militare all’epoca della sparizione. Al teste verrà chiesto di spiegare come mai, il suo ufficio, mentì agli inquirenti, al governo e alla famiglia sulle reali competenze di Davide, asserendo che Davide non avesse ricoperto alcun ruolo specialistico durante la sua carriera militare e fosse semplicemente poco più di un elettricista che cambiava fusibili bruciati. “Le sue informazioni fuorvianti – ricorda oggi Marisa Gentile, moglie di Davide – hanno condizionato completamente le indagini che pur se superficiali e inconcludenti hanno risentito fortemente dei suggerimenti di un “Servizio di informazione” che ha mentito sapendo di mentire”.

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