Quando intorno alle 10,30 di giovedì l’agente di polizia penitenziaria ha avvisato dell’inizio dell’udienza preliminare la famiglia di Francesco Maria Pennacchi, il giovane veliterno ucciso lo scorso 27 novembre con una coltellata in pieno petto da Lorenc Prifti, la madre Isabella, il padre Angelo, il fratello Roberto e la fidanzata Pamela si trovavano all’ingresso del Tribunale di Velletri, stretti nell’abbraccio di una folla che ha dato cuore e forza alla disperata richiesta di giustizia, che da quel tragico giorno non smette di riecheggiare in tutta la città. In tanti sono accorsi nel piazzale Giovanni Falcone, mostrando magliette e striscioni con il volto del commercialista veliterno, ucciso sul pianerottolo dell’edificio in cui si trovava il suo studio.

Parenti, amici, i colleghi arbitri, i clienti, persino politici e i compagni di scuola di Anzio, dove Francesco Maria aveva frequentato le scuole fino alle medie. Un abbraccio commosso e silenzioso. Prima dell’inizio del processo a porte chiuse alla famiglia è giunta la notizia che l’imputato non si sarebbe presentato. “E’ un’atrocità” è il commento amaro che è risuonato più volte tra le parole di Isabella, mamma straziata dal dolore che non trova il coraggio di allontanarsi dal luogo in cui è sepolto suo figlio. Sarà il giudice Isabella De Angelis a presiedere il processo, per cui gli avvocati di Prifti hanno chiesto il rito abbreviato, che darà diritto ad uno sconto del 30% sulla pena.

Tutti e tre i familiari si sono costituiti parte civile, in aggiunta alla compagna. “E’ una ferita che continua a sanguinare senza sosta – ha commentato ancora Isabella -, quando sei lì ti rendi conto che Francesco non ce lo ridarà più indietro nessuno”. Infinite le parole di ringraziamento della mamma verso tutti coloro che si sono stretti al loro fianco in questo giorno importantissimo quanto doloroso, e altrettanto dure quelle invece rivolte al sindaco di Velletri, Fausto Servadio, che aveva già dichiarato pubblicamente di non avallare la costituzione di parte civile del Comune, oltre ad una disapprovazione sul piano personale dei manifesti fatti affiggere in città in memoria di Francesco. 

“Fin dall’inizio siamo stati considerati un problema più che una famiglia da sostenere” ha aggiunto Isabella, decisa, il prossimo 30 ottobre, a presentare ricorso al Tar contro l’atto deliberativo della Giunta comunale che vieta la concessione – a pagamento – di uno spazio al cimitero per la realizzazione di una tomba, approvata invece all’unanimità dal Consiglio comunale. Entro l’anno si tornerà tre volte tra le aule del Tribunale: il 28 ottobre, l’11 novembre ed il 29 dicembre.

Michela Emili