Ott 26, 2016 Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Cecchina, Ciampino, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio, Nemi, Pavona, POLITICA, PRIMO PIANO, Rocca di Papa, Rocca Priora, Santa Maria delle Mole, TERRITORIO, Velletri 1
di Michela Emili
E’ stata la sala conferenze di Villa Mercede a Frascati ad ospitare la presentazione dell’associazione “Noi domani”, espressione di quella frangia più a sinistra del Partito democratico, antirenziano, che irrompe sulla scena politica con un un nuovo nome ed un nuovo soggetto, recante il simbolo rispolverato dell’ulivo. In platea tanti rappresentanti del centrosinistra locale, non solo dei Castelli romani ma anche oltre, tra cui amministratori ed ex tali, intervenuti all’incontro organizzato da Carlo Ponzo, ex consigliere regionale ed ex sindaco di Rocca di Papa, al tavolo dei relatori insieme al deputato del Partito democratico Roberto Speranza. L’obiettivo è cambiare il Partito democratico dall’interno.
“Nel nostro Partito c’è un grande problema – ha detto Speranza -, le persone si stanno pian piano allontanando. Il Pd non convince più, dobbiamo rendercene conto ed provare ad invertire la rotta. Le priorità per le persone sono altre rispetto a quelle dibattute dai vertici istituzionali e all’interno del partito nazionale – ha continuato Speranza –. La scuola, il sociale, il lavoro, sono questi i grandi temi su cui si attendono delle risposte importanti, ed anzi, quelle ad oggi percorse non hanno incontrato il favore di molti”. Dalla platea si è levato la voce sofferente degli insegnanti.
“Dobbiamo batterci per un Pd che si pone l’obiettivo di ricostruire il centrosinistra, e non per un soggetto indistinto, in cui scompaiono le distinzioni tra destra e sinistra, e dobbiamo farlo rimanendo nel partito stesso”, e qui applausi dai presenti. E poi l’Italicum, il nodo cruciale dell’incontro, cui Speranza ha dedicato ampio spazio in relazione proprio al referendum ed alle ragioni per cui sostenere il “No”. “E’ un’altra riforma sbagliata – ha chiosato Speranza – l’ho detto più volte e riferito anche a Renzi, con la promessa che con l’Italicum mi sarei dimesso da capogruppo, e così ho fatto. Ci sono due motivi principali per cui ritengo questa legge elettorale sbagliata – è passato a spiegare il deputato -, una è riferita alla questione, molto sentita dai cittadini, dei capilista bloccati, cosa che ci restituisce ancora una volta un Parlamento composto da nominati e non da rappresentanti scelti direttamente dal popolo. La seconda ragione, più importante, consiste nel fatto che un domani potremo consegnare il Parlamento ad una piccola minoranza che, una volta arrivata al ballottaggio, che non prevede soglie di consensi, può arrivare, innescandosi i meccanismi del secondo turno di votazione (assenteismo e accordi vari, ndr), a vincere le elezioni e a conquistare la maggioranza dei seggi, vale a dire 340”. Per dare ancora più forza alla critica all’Italicum Speranza ha poi evidenziato come, in base all’articolo 90 della Costituzione occorrono 366 voti per mettere in stato di accusa il Presidente della Repubblica in caso di alto tradimento o attentato alla Costituzione, vale a dire solo 26 in più della maggioranza. “L’Italicum ed il referendum del 4 dicembre sono profondamente collegati – ha continuato Speranza -. Se in una Camera si concentra la maggior parte dei poteri diviene determinante il modo in cui vengono eletti i parlamentari, perché una piccola minoranza può arrivare a vincere le elezioni ed a conquistare il premio di maggioranza. E noi dobbiamo essere consapevoli che le cose cambiano e in futuro potremo consegnare il nostro Paese nelle mani di chi non rappresenta la vera volontà del popolo. Il mix Italicum e riforma costituzionale, dunque, cambiano profondamente la forma di governo e concentrano il potere nelle mani di un uomo solo. Abbiamo bisogno di non commettere questo errore”.
C’erano tra la folla l’ex sindaco di Genzano Enzo Ercolani, l’attuale consigliere Luca Lommi, oltre ad ex consiglieri ed assessori scalzati dall’ondata grillina del sindaco Daniele Lorenzon, Bianchi e Sabatini, nonché l’ex assessore al bilancio, Bruno Romagnoli. Massiccia la presenza anche di esponenti politici e cittadini da Rocca di Papa, con in testa l’ex primo cittadino Pasquale Boccia (reduce dalla delusione della mancata rielezione al Consiglio metropolitano), al fianco dei consiglieri Silvia Marika Sciamplicotti – candidata sindaco che non è riuscita a tenere salda la posizione del centrosinistra lasciando il governo nelle mani del civico Emanuele Crestini -, Elisa Pucci e l’ex assessore al Bilancio Maurizio Querini. “Noi non abbiamo perso la speranza – ha detto giocando con le parole Boccia -. Non abbiamo più un luogo di incontro e di confronto perché il partito ha smesso di stare in trincea. Questa nuova associazione non è il muro del pianto, ma è la nostra presa di posizione contro i tatticismi, la prassi politica che ad oggi premia chi ha potere e non i meriti. Vogliamo scalzare le coorti e dare spazio alla persona ed alle qualità. L’associazione dunque è lo strumento giusto in cui far prevalere la formazione, la cultura e l’etica per una politica con la “P” maiuscola, fatta di gente libera che si impegni in modo passionale per il partito. Abbiamo bisogno di stare insieme e non di isolarci”. Sulla stessa linea anche Daniele Ognibene, consigliere di Velletri, e Maurizio Colacchi, che in quel di Castel Gandolfo in cui ricopre il ruolo di presidente del Consiglio ha intrapreso un cammino di forte antitesi con la maggioranza di centrosinistra del sindaco Milvia Monachesi, rea di aver disciolto quei confini tra destra e sinistra che proprio il deputato Roberto Speranza, nel corso della sua arringa, ha evidenziato con forza su scala nazionale. “In questa formazione abbiamo finalmente l’opportunità di dire la nostra senza la paura di venire schiacciati” ha detto Colacchi, dando voce ad un nuovo soggetto che avrà le sue ricadute nell’ambito delle dinamiche politiche sui territori, e che avrà nell’immediato effetti evidenti nella campagna referendaria. “Stiamo respirando finalmente un po’ di sinistra” è stato il commento a caldo del genzanese Luca Lommi. A breve un nuovo prossimo incontro con le associazioni ed il tessuto sociale verrà organizzato a Velletri.
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2 settimane ago
votate NO al referendum non permettete che un parolaio ed un cricca formata da alfano verdini boschi ed altri mettano le mani sulla nostra Costituzione che se fosse stata applicata alla lettera ed in ogni suo articolo avremmo una Italia splendida!
votate NO!