di Marco Guidi
In questi giorni in cui la Città di Velletri sta ospitando la 12^ edizione della rassegna cinematografica Saturno Film Festival, un festival che raccoglie al suo interno diverse iniziative, all’interno del Cinema Multiplex Augustus, nell’ambito della retrospettiva d’autore, si è riproposto uno dei grandi capolavori di Ugo Tognazzi, rappresentando il film “La grande abbuffata”. Una pietra miliare della storia del cinema nazionale, con un cast stellare tra cui spiccano, oltre allo stesso Tognazzi, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andréa Ferréol e Marcello Mastroianni, con la regia di Marco Ferreri, il quale volle fortemente realizzare quest’opera: non si arrestò, infatti, quando in Italia non trovò finanziatori per il film, arrivando così in Francia, dove trovò i fondi necessari per il lungometraggio. La trama del film si basa su un tema molto particolare e complesso quale quello del rapporto tra l’uomo e il cibo. Ma in realtà sarebbe riduttivo, per il film, ridursi solo a questo, perché è molto più ampio e complesso. Per spiegare al meglio questo film, è necessario conoscere meglio uno degli attori principali, probabilmente il più importante, Ugo Tognazzi e grazie all’incontro realizzato a seguito della proiezione del film è stato possibile comprendere molti aspetti nascosti del film e comprendere come il film si lega alla figura di Tognazzi. All’incontro hanno partecipato suo GianMarco, il professore Fabrizio Natalini e lo chef di fama mondiale Benito Morelli, i quali hanno introdotto i presenti lungo un percorso che amplia la capacità di comprendere la figura del grande attore, mostrando i suoi lati più intimi e profondi. In questo viaggio, il figlio ha illustrato la grande passione del padre per il cibo, al punto che la materia prima per cucinare veniva prodotta principalmente presso proprietà di famiglia, che ora corrispondono all’azienda, “La Tognazza”, quindi non solo un amante della buona tavola, ma anche culture di prodotti genuini e di qualità. Ma questo è solo una parte, infatti, si è potuto come il cibo fosse considerato da Ugo anche come un mezzo di convivialità e condivisione, a cui si associava un gusto raffinato per la presentazione dei piatti che vengono proposti, una vera e propria composizione estetica del piatto che viene servito. Dal racconto di Benito si è potuto scoprire che oltre a mangiare gli piaceva anche cucinare, e costantemente sperimentare piatti nuovi. Il grande amore per la cucina dello chef e di Ugo, ha suggellato nel tempo un’amicizia che li ha accompagnati nella vita, diventando questo un punto di unione indissolubile. Inoltre sono emersi altri aspetti importanti dell’attore, tra cui la sua capacità di anticipare molte dinamiche sociali, comprendendo che in molti ambiti la società stava peggiorando invece di migliorare, e del suo cinema impegnato per sensibilizzare il grande pubblico su alcuni temi. Da tutto questo si comprende quanto il film permetta all’attore di esprimere questa sua grande passione per la cucina e nel contempo di realizzare una forte critica sociale, verso una società votata al consumismo, sempre più sfrenato, che finisce per divorare tutto e per renderci insaziabili i consumatori. Ma questa è solo una delle tante critiche e chiavi di lettura di un film così ricco e complesso. La serata è proseguita, con il film “Veloce come il vento”, per la regia di Matteo Rovere. Un lungometraggio molto interessante che riesce a unire in una storia drammatica, un forte aspetto autoironico, senza mai scendere nel banale. Tutto questo è stato possibile grazie una buona costruzione dei dialoghi e a dei bravissimi attori. In particolare Stefano Accorsi, che è riuscito a realizzare un personaggio in grado di trasmettere molto allo spettatore, con una forte caratterizzazione. Il Saturno Film Saturno chiuderà i battenti nella serata di sabato 26 novembre.
CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’ SULLA PROGRAMMAZIONE
