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SPECIALE SANITA’ – Narciso Mostarda (Asl Rm6): ‘Ospedale dei Castelli, tutto procede per il meglio’. Confermata l’apertura per il 2018

L'ingegner Cella e il dottor Mostarda

L’ingegner Cella e il dottor Mostarda durante la conferenza stampa nella sede della Asl Rm6, in via Borgo Garibaldi, ad Albano

di Daniel Lestini

Non ci sarebbero ritardi sulla tabella di marcia dei lavori finalizzati all’apertura dell’Ospedale dei Castelli, che a detta del Direttore Generale della Asl Rm6 aprirà i battenti nei primi mesi del 2018, così come annunciato già dal Governatore Nicola Zingaretti in occasione della sua visita alla struttura, avvenuta nel maggio dello scorso anno, nella settimana che precedette le Amministrative 2016. Messe a tacere, almeno formalmente, le cassandre di chi ipotizzava problemi tali da presagire nuovi ritardi nella sospirata apertura dell’Ospedale che dovrà mandare in pensione i nosocomi di Genzano, Ariccia ed Albano. 

L’odierno presidio dei manifestanti nei pressi del cantiere dell’Ospedale. “Il ritardo e il silenzio – hanno comunicato in una nota – non consentono di dare certezze su quale sarà il quadro organizzativo del sistema sanitario e nel frattempo si fornisce l l’alibi per non affrontare i problemi ancora irrisolti, dal tema del servizio delle emergenze al sistema del presidio socio sanitario sul territorio diffuso”.

Se le nubi che sono aleggiate sulla struttura per tutta la mattina hanno scongiurato il giro di perlustrazione con la stampa, mandando di traverso il sit-in della Cgil e delle categorie sindacali di settore, che avevano organizzato un presidio davanti al cantiere sulla Nettunense, nelle parole del Dg Narciso Mostarda il cielo sul futuro dell’atteso Ospedale castellano sarà sgombro di nubi, se è vero che” tutto fila via per il meglio e i lavori al ‘contenitore’ sono al 97,5% del loro completamento”. Accanto a Mostarda, a relazionare sullo stato di avanzamento dei lavori, il responsabile degli stessi, l’ingegnere Aldo Cella, che ha inteso tranquillizzare la popolazione, facendo il punto su quanto sta avvenendo, con una certosina ‘fotografia’ dello stato di avanzamento dei lavori, con tanto di analitiche percentuali. 

“Non abbiamo nulla da occultare” ha premesso Mostarda (CLICCA QUI per guardare il VIDEO della sua introduzione al tema) -: “si tratta di un’opera pubblica, realizzata interamente con fondi pubblici, ed in questo momento è la più innovativa in corso di realizzazione in tutta la regione. Nulla viene improvvisato o lasciato al caso – ha aggiunto – e siamo impegnati a realizzarla ad opera d’arte, tenendo conto che ridisegnerà la rete dei servizi ospedalieri di tutto il territorio, andando persino oltre l’area dei Castelli, visto che la sua collocazione logistica consentirà ad altre comunità non afferenti alla Roma 6 di usufruirne”. Avanzato lo stato dei lavori, “tanto che laddove si è più indietro siamo comunque prossimi all’80% di realizzazione e tutto procede in maniera costante, senza interruzioni”.

“I reparti sono finiti, compresi pavimenti, infissi, luci e bagni – ha aggiunto Mostarda -. Si trattasse di una normale abitazione tra poche settimane ci si potrebbe andare ad abitare, ma c’è un’attenzione giustamente esasperata al dettaglio perchè si tratta di una macchina complessa, chiamata a funzionare al meglio delle sue potenzialità”.

Lo stato di avanzamento nella realizzazione del manufatto e degli impianti è molto avanzato, “e il percorso intrapreso, con una politica di gestione in ‘house’ – ha premesso l’ingegner Cella – ha consentito di creare delle economie che ci consentiranno di avviare un primo lotto di lavori funzionale alla sistemazione esterna, come pure alla viabilità, ai parcheggi, all’isola ecologica e alle reti tecnologiche, finalizzate all’approvvigionamento energetico. Lavori che saranno possibili proprio grazie alle economie generatesi grazie ad comportamento virtuoso, che ha portato a risparmiare ben 7 milioni di euro, 300mila dei quali subordinato all’implementazioni tecnologiche, che ci spingono ad evitare gli errori compiuti in passato in altre strutture, dove solo una volta terminati i lavori ci si è accorti che alcune tecnologie non erano compatibili con gli interventi effettuati”.

120 i milioni stanziati nel totale dal 2007, ma non va esclusa la possibilità che dalla Regione possano arrivare altri 25 milioni, ora al vaglio del Ministero della Salute, in procinto di decidere il da farsi. “Qualora arrivino – ha dichiarato l’ingegner Cella – li utilizzeremo per altre due gare, la prima delle quali finalizzata a completare le urbanizzazioni e l’attrezzaggio all’interno dell’ospedale”. Nulla di quanto contenuto negli altri ospedali verrà abbandonato: “agiremo con l’ottica del buon padre di famiglia – ha aggiunto Cella – utilizzando, per quanto possibile, quanto presente nelle altre strutture, come ecografi e apparecchi per dialisi”. 

Corposa la portata dei posti di letto, che saranno 344 (289 più 59 di ‘Day Hospital’). “Al di là della struttura in se – ha evidenziato Mostarda – nell’Ospedale si seguiranno modelli assistenziali equiparati ai migliori standard europei”. Solo parole al miele per la proficua collaborazione con le amministrazioni locali; messe a tacere, quindi, le cassandre di chi prefigurava rapporti tesi tra i vertici della Asl e l’amministrazione ariccina, guidata dal sindaco Roberto Di Felice. A ribadirlo, senza alcun timore, proprio il Direttore Generale della Rm6. “L’Ospedale coinvolge tre amministrazioni locali, quelle di Albano, Ariccia e Lanuvio, e con tutte i rapporti sono idilliaci. Il Comune di Ariccia si sta operando con un’energia encomiabile, recitando un ruolo cruciale e confermando tutti gli stanziamenti per gli interventi da fare, a partire da quelli legati agli snodi viari. Registro con piacere un clima positivo da parte di chi governa le città e accolgo con piacere che le amministrazioni comunali siano tutte motivate, comprese quelle che, come nel caso di Albano, vedranno cessare il funzionamento del proprio Ospedale al momento in cui quello dei Castelli diventerà operativo”.

Un passaggio di testimone in piena regola, quindi, tra i 3 Ospedali castellani e quello che all’inizio fu impropriamente battezzato come Policlinico. Nonostante si utilizzi il termine chiusura, non calerà del tutto il sipario sul ‘San Giuseppe’ di Albano, il ‘De Santis’ di Genzano e lo ‘Spolverini’ di Ariccia, con quest’ultimo che ha già dato l’idea di quanto potrà accadere agli altri due. “Tutto è frutto di un accordo di programma che risale al 2007 e non all’improvvisazione. Accordo di programma che prevedeva proprio questo – ha evidenziato Mostarda -, senza alcuna sorpresa. Chiuderà Albano, chiuderà Ariccia e chiuderà Genzano” ha ribadito a precisa domanda, prima di precisare “che non si parla di trasloco di mobili, ma di ricollocare pazienti degenti, con modalità e tempi standardizzati”. In attesa di capire nei prossimi mesi il destino degli ospedali di Albano e Genzano (“dobbiamo disegnare un’offerta extraospedaliera che sia legata al fabbisogno del territorio e stiamo ancora cercando di capire bene cosa deve erogare Ariccia, visto che gli altri due dovranno essere complementari” ha precisato Mostarda), il Direttore Generale ha evidenziato come la concentrazione di medici generali e pediatri al fianco degli specialisti all’interno dello ‘Spolverini’ sia un modello da seguire anche altrove. “Diventeranno strumenti di cura avanzatissimi e la logica sarà quella di ottimizzare gli spazi a vocazione sanitaria, ovvero i singoli presidi, senza fare dispetto ad alcuno”.

Chiuderanno quindi gli ospedali, almeno così come sono stati pensati  in tutti questi decenni, ma solo nella loro concezione spalmata sulle 24 ore, ottimizzando le prestazioni H12, un pò come avviene già a Marino e sta avvenendo ad Ariccia, creando un presidio di cure primarie, che sia funzionale ed integrato all’Ospedale dei Castelli, con ambulatori specializzati.

Lo scoglio della viabilità dovrebbe invece trovare una risoluzione nel collegamento tra l’Appia Bis e l’Ospedale, col tratto della via Ginestreto bis che sarebbe già stato finanziato. Quanto al personale “non ci sarà nessun sacrificio, tanto che si dovrà procedere anzi a nuove assunzioni”. Quanto al cibo che sarà servito nell’Ospedale di via Nettunense la ristorazione sarà esternalizzata. “Non si può pensare di andare in ospedale come si va ad una spa – ha dichiarato, non senza una punta di ironia, il Dg Mostarda -. Quelli attuali non sono più i tempi  del cuoco che la mattina lavorava all’ospedale e la sera alla trattoria del paesello. Ci sono dei termini di legge rigorosi, ormai, nella preparazione e conservazione degli alimenti e la tendenza all’esternalizzazione è legata proprio al rispetto di veri e propri obblighi di legge, che prescindono il gusto di quanto cucinato”.

Non è mancato un accenno ai migranti ospitati nei Centri di Accoglienza (ben 4 nei Castelli: Rocca di Papa, Velletri, Ariccia e Rocca Priora): “Il Sistema Sanitario Nazionale è ancora il servizio sanitario pubblico più importante del mondo, in virtù della sua universalità, grazie alla quale non si guarda se il paziente abbia la carta di credito nel taschino. A noi è delegata la responsabilità sulla tutela della salute dei migranti e tutto sta funzionando al meglio, tanto che se non fosse così non si penserebbe neppure, da parte della Prefettura, all’ipotesi di accoglierne altri”

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