Resterebbe piacevolmente colpito l’eventuale cittadino lanuvino che, allontanatosi forzatamente dalla sua Lanuvio per un paio d’anni, vi facesse rientro proprio in questi giorni, ritrovandosi a percorrere la via Laviniense per imbattersi poi in una Piazza XXV Aprile completamente trasformata grazie alla caparbietà della Giunta Galieti, che non si è arresa dinanzi alla stasi che aveva portato al blocco di un finanziamento regionale, arrivando a dama con un lavoro di diplomazia che ha dato i suoi frutti. Decisiva la risoluzione di una trattativa decennale tra Comune, privati e la Curia di Albano, con gli esponenti dell’Amministrazione lanuvina che hanno lavorato alacremente per centrare il proprio obiettivo, consentendo così la realizzazione di una rotatoria, la messa in sicurezza della strada, e il rinnovo dell’intero arredo urbano, col concomitante spostamento della fermata dell’autobus, la realizzazione di marciapiedi laddove prima era difficile anche solo far transitare un passeggino e la nuova collocazione delle uscite da piazza Don Bosco su viale Gramsci. Aspetti che sono stati ripresi ed evidenziati dall’assessore ai lavori pubblici, Andrea Volpi, che per primo ha preso la parola in un Parco che nella mattinata di sabato 11 febbraio è stato ufficialmente inaugurato, trovando pieno apprezzamento dei tanti cittadini accorsi, ben felici di far giocare i propri bimbi in un’area attrezzata che non ha tradito le attese, unendo la funzionalità ludica al colpo d’occhio estetico, cui hanno contribuito la maestria dell’architetto Francesca Di Pietro e le opere d’arte realizzate e donate dall’artista Giuseppe Verri. Proprio Volpi ha evidenziato come fino a poco tempo fa l’area fosse cosparsa d’erba e polvere, priva di decoro e sicurezza, una sorta di zona di risulta, inutilizzata. Preliminare agli interventi il taglio del nastro ad opera del sindaco, Luigi Galieti, e la benedizione di Don Bernard.
L’assessore Volpi ha poi messo in risalto gli oltre 15 cantieri attivi contemporaneamente in tutto il territorio comunale, “frutto – parole sue – dell’attivismo e del buon governo dell’Amministrazione Galieti”. Prima di cedere la parola Volpi ha quindi evidenziato come “anche l’illuminazione pubblica sta subendo notevoli miglioramenti grazie agli interventi di efficenza energetica che stanno interessando diverse zone, compresa la vicina via Falcone, con l’implementazione della luce a led”. Nel suo intervento l’architetto Francesca Di Pietro, che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori, ha invece esaltato il palco per “la forma sinuosa dei percorsi, con piccole isole adibite alla socializzazione di bambini e adulti. Dietro ci sono studi approfonditi sul soleggiamento e la ventilazione del parco” ha aggiunto prima di ringraziare l’amministrazione e chi ha collaborato alla riuscita dell’opera, non ultimo Giuseppe Verri, l’artista poliedrico, laureato in ingegneria civile edile, che dà anima al Casale della Mandria, dimenandosi tra i fornelli e dando vita a straordinarie opere scultoree, alcune delle quali sono state realizzate, donate e posizionate all’interno del parco, come i papaveri che spuntano dalla fontana. “Sono a disposizione della comunità per rendere Lanuvio sempre più bella” ha dichiarato con orgoglio lo stesso Verri, mentre ad assaporare con orgoglio l’ottima partecipazione popolare all’inaugurazione, orchestrata al meglio dall’onnipresente Sandro Trenta, c’erano anche il vicesindaco Maurizio Santoro, il presidente del consiglio comunale, Valeria Viglietti, l’assessore ai servizi sociali, Serena Mastroianni, e il delegato alla cultura, Alessandro De Santis, oltre al responsabile dell’ufficio tecnico, l’architetto Micol Ayuso.
“Questa inaugurazione – ha dichiarato con orgoglio il Primo cittadino – serve a dare anima ed un’identità ad un quartiere che sta nascendo, centrando in pieno i propositi che hanno caratterizzato questi 5 anni di Amministrazione. Anni in cui – ha dichiarato Galieti – abbiamo cercato di riscoprire e valorizzare l’identità del nostro paese e di noi lanuvini, investendo nella storia, nell’archeologia e nei musei diffusi”.
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