POLITICA

Velletri – In un affollato ‘Teatro Tognazzi’ nuova…Speranza nel territorio per il Pd del dopo Renzi

Roberto Speranza e Bianca Berlinguer

Roberto Speranza e Bianca Berlinguer sul palco del Teatro Tognazzi di Velletri

Applausi che si sono fatti via via più convinti, fino alle pacche sulla spalle e alle strette di mano finali, quelli che hanno accompagnato l’odierno dibattito al Teatro Tognazzi di Velletri, che ha ospitato uno dei personaggi politici in maggiore ascesa nella politica nazionale. Di fronte ad una nutrita platea è infatti approdato ai Castelli l’onorevole Roberto Speranza, l’uomo cui molti democratici sono pronti ad affidare le sorti di rilancio del Partito Democratico, convinti che sia proprio lui l’uomo giusto per risollevarlo dopo i tentennamenti renziani. A due giorni dall’attesa direzione del partito, che per tanti sa già di resa dei conti, tanto da spingerlo a non escludere clamorose scissioni, Speranza ha puntato il dito sulle zavorre che, a suo dire, hanno finito per appesantire il partito e, di conseguenza, il Governo guidato dall’ex Premier Matteo Renzi. Al suo fianco, sul proscenio del ‘Tognazzi’, la giornalista Rai Bianca Berlinguer, figlia dell’indimenticato Enrico, spalleggiata dall’editorialista dell’Huffington Post, Alessandro De Angelis. 

A rompere il ghiaccio l’ex consigliere regionale Carlo Ponzo, che ha rimarcato i meriti dell’associazione ‘Noi Domani’, che ha voluto fortemente l’incontro, concretizzatosi proprio a Velletri, la città più estesa e popolosa dei Castelli. A far da cicerone c’ha pensato proprio il presidente del consiglio comunale veliterno, quel Daniele Ognibene che è stato sin dai primordi tra i più convinti sostenitori della svolta democratica legata ad un pensiero di rinnovamento e riscoperta dei valori fondanti del partito che ben si è sposata coi propositi di Roberto Speranza. Nel suo intervento l’ex assessore alla cultura del Comune di Velletri ha ringraziato una per una le persone che hanno lavorato all’organizzazione dell’evento, a partire da Giulia Ciafrei e Giorgio Fiocco, passando per Patrizio D’Andrea e Roberto Leoni. Ringraziamenti, per la loro presenza, sono stati rivolti anche al deputato Filiberto Zaratti, in prima fila tra la platea, oltre all’assessore ai beni comuni, Sergio Andreozzi, e al capogruppo di ‘Sinistra per Velletri’, Stefano Pennacchi.

“Uguaglianza e diritti nel mondo che cambia è lo slogan di questo nostro incontro”, ha premesso Ognibene, prima di aggiungere “che è proprio questo il tema centrale, sia per il futuro della città di Velletri che dell’intero Paese. E’ stata una coincidenza – ha aggiunto – ma ci sembra significativo che nel giorno in cui altri hanno manifestato contro il Centro d’Accoglienza noi abbiamo contrapposto la centralità delle idee e del confronto, visto che la politica ha bisogno di riscoprirsi e ritrovarsi anche nella possibilità di guardarsi negli occhi e impostare nuovi ragionamenti, ritornando ai tempi in cui il fulcro di tutto erano gli incontri fisici e non quelli telematici. Difficile sintetizzare dei ragionamenti negli spazi angusti dei 140 caratteri, ed è per questo che c’è bisogno di riscoprire la voglia di confrontarsi, ricominciando un percorso che a torto avevamo dimenticato, ritornando a confrontarci tra noi e a confrontarci con la gente”. Nel presentare l’incontro Ognibene si è detto orgoglioso “che un evento del genere sia stato ospitato proprio a Velletri. Questo percorso – ha evidenziato – riparte con tutto il centrosinistra, visto che si riattiva un percorso della politica sana, improntata sulla discussione, andando oltre la disabitudine a certe iniziative”. 

Iniziative delle quali proprio Roberto Speranza, già capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, prima dello strappo coi renziani sull’Italicum, si è detto orgoglioso, non prima di aver rimarcato le pecche di un partito che, a suo modo di vedere, “si è scollato pericolosamente dalle esigenze del Paese. Abbiamo finito per perdere la nostra identità” ha aggiunto l’esponente politico lucano, che ha poi rimarcato come “l’uomo che oggi si batte di più contro le diseguaglianze è  proprio Papa Francesco, mentre noi su questo campo abbiamo finito per smarrire la nostra identità”.

“Paradossale – ha aggiunto – che proprio ora che le diseguaglianze aumentano a dismisura la sinistra non è mai stata così debole. Io sto girando l’Italia – ha dichiarato Speranza – perché dobbiamo avere il coraggio di portare il Pd li  dove c’è disagio sociale, evitando di continuare ad apparire come gli amici di Marchionne e Briatore. Per farlo c’è bisogno di un progetto vero, e c’è bisogno dell’apporto di tutti, ed in questo caso diventa cruciale il ruolo svolto dal Congresso, fermo restando che va restituita alla base l’entusiasmo della partecipazione, puntando sul collettivo e partendo dal basso”. Speranza ha messo tutti in guardia “dal pericolo d’un centrodestra che è più forte di quel che appare, se non altro perchè il suo messaggio è in sintonia con questo preciso momento storico, in cui tornano in auge le barriere e i protezionismi. Anche i 5 Stelle, tuttavia, non possono essere banalizzati, ed è folle pensare che basti qualche errore di Virginia Raggi ad indebolirli, fingendo così di non voler capire quale inquietudine profonda abbia enfatizzato quel tipo di voto”. “Fuori da questi due poli ci siamo noi – ha dichiarato il 38enne nativo di Potenza -, ma pensare che il Pd, petto in fuori, possa arrivare al 40% è folle, come lo è pensare che il centrosinistra possa essere competitivo solo col Pd”.

“L’esigenza  – ha ribadito Speranza – è quella di allargare il proprio campo visivo, visto che tante persone comuni percepiscono una mancanza di protezione e rappresentazione. E’ arrivato il momento di riformare il Pd con uno sguardo lungo,  visto che ormai anche solo trovare aperto un circolo non è più così scontato, a dimostrazione di uno scollamento da ricomporre al più presto”. Non sono mancate, com’era prevedibile, le ormai consuete stoccate a Matteo Renzi: “Il vero paradosso del Referendum è che la maggiorana degli italiani continua ad essere d’accordo su quanto vi era contenuto, se si estrapolano i temi uno per uno. Purtroppo Renzi ci ha messo tanto del suo e la sua scelta di personalizzare la riforma si è rivelato un errore gravissimo, che lo ha portato a trasformare il voto in un plebiscito su se stesso, immaginando che sarebbe stata la consacrazione di una leadership che non è mai passata per alcuna elezione”. “Il Partito Democratico ha pagato in maniera terrificante la coincidenza del doppio incarico segretario – premier, che ha portato il partito a chiudere le sezioni e a trasformarsi nel megafono del Governo, scollandosi dalle realtà territoriali. Il nostro – ha aggiunto l’esponente politico potentino – è un modello alternativo a quello attuale e tra i punti cardine c’è proprio quello di dire ‘no’ al doppio incarico, aprendo ad un segretario che si dedichi H24 alla ricostruzione del partito, rivendicando con forza la bellezza della politica”.

Roberto Speranza con Luca Lommi, capogruppo del Partito Democratico nel consiglio comunale di Genzano

Un peccato capitale, per Speranza, quello di un Pd che “in questi anni ha guastato il rapporto con la gente. I giovani – ha aggiunto –  sono il vero simbolo di come vanno le cose, visto che 4 su 10 sono senza lavoro.  Ciononostante qualcuno ha provato a raccontare un Paese senza crisi, quando è ben evidente che di giovani con tutti e due i piedi nella crisi sono talmente tanti, che la realtà finisce per essere molto più vasta di quanto viene comunicato”. Quanto all’immediato futuro Roberto Speranza non ha negato che “entrare nella procedura di infrazione sarebbe un disastro per il nostro Paese, tuttavia a chi ogni giorno mi chiede quanto durerà il Governo io rispondo sempre che la domanda giusta non è tanto quanto resterà in vita, tanto cosa farà per ben operare, visto che potrà anche arrivare fino alla scadenza, e ci conforta sapere che si sta rimettendo mano alla riforma della Scuola”.

I saluti a Roberto Speranza di Roberto Leoni, consigliere comunale del Pd di Velletri, e l’ormai ex assessore alla cultura, Ilaria Usai

Concetti poi ripresi ed articolati anche da Bianca Berlinguer, che ha ricordato la sua lunga esperienza alla guida del Tg3, nell’ambito della quale ha potuto vantarsi di “non aver mai smesso di togliere la voce al Paese che soffre, cosa che invece nel Pd è ultimamente avvenuta, ed è stato forse l’errore più grande. Pesa enormemente – ha aggiunto – lo scollamento tra il partito e la base, dipeso anche dall’aver perso la propensione all’ascolto, che ha peraltro spinto molti giovani a voltare le spalle al Pd, per favorire i 5 Stelle. La paura – non lo ha negato la Berlinguer – è che sia ormai difficile trovare una conciliazione, visto che lo scollamento sta toccando anche la base e non più soltanto i vertici. Vedo dura la possibilità che si riesca a rinsaldare, anche se spero di sbagliarmi” ha concluso con schiettezza.

Oltre 350 i cittadini che hanno affollato il ‘Tognazzi’, con una nutrita presenza di veliterni, cui si sono aggiunti i tanti esponenti consiliari ed amministrativi provenienti da paesi limitrofi. In platea presenti anche il vicesindaco di Albano, Maurizio Sementilli, e il presidente del consiglio comunale di Castel Gandolfo, Maurizio Colacchi. Oltre a loro anche l’ex sindaco di San Vito, Amedeo Rossi, l’ex Primo cittadino di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, oltre al capogruppo del Pd genzanese, Luca Lommi, affiancato dall’ex assessore Emanuele Sabatini, dalla consigliera comunale Martina Ortolani e dall’ex assessore al bilancio Bruno Romagnoli. Per Rocca di Papa in prima fila anche Elisa Pucci, Maurizio Querini e Doriana Basili, che hanno fatto il paio con i sindacati della Cgil Spi, tutt’altro che scoraggiati dalla piega presa dalla crisi, proprio mentre la flotta targata ‘Velletri’ è stata arricchita dal segretario del Pd veliterno, Gianfranco Cestrilli, che si è seduto nelle retrovie,  desideroso di saperne di più di quanto andrà profilandosi, così come l’ormai ex assessore alla cultura del Comune di Velletri, Ilaria Usai, affiancata dal consigliere piddino Roberto Leoni.

Da.Le.