Genzano ha dato l’ultimo saluto questo pomeriggio a ‘Schiccherò’, al secolo Bruno Abbatini, esempio per chiunque abbia mai calciato un pallone negli ultimi decenni all’ombra dei Castelli. I funerali si sono svolti presso la Collegiata della Santissima Trinità, nella quale sono accorsi, oltre ai parenti, anche gli amici più cari, nonchè ex compagni nelle tante squadre in cui ha militato, o alcuni dei tanti calciatori che ha allenato o conosciuto. Sul feretro, attorno al quale si sono raccolti amorevolmente sua moglie Paola e i figli Monica ed Alessandro, è stata adagiata una maglietta della Roma, col numero dell’anno in cui militò nella compagine capitolina. Sulla bara anche un gagliardetto del Cynthia, la squadra della quale Schiccherò (soprannome dovuto alle bordate che sapeva tirare sui calci da fermo) è stato la stella più grande. Terminato il rito funebre la salma è stata trasportata presso il Cimitero di Genzano, dove è stata tumulata.
Abbatini se n’è andato all’età di 78 anni (avrebbe compiuto 79 anni il 30 giugno). Iniziò a muovere i primi passi nel Cynthia, ma notato dai dirigenti della Roma venne acquistato e poi girato prima all’Ostia Mare e poi alla Tevere Roma. Nella stagione 1961-1962 esordì in Serie A proprio coi giallorossi, nella partita del dicembre del ’61 col Padova. La seconda apparizione nella massima serie arrivò poco dopo, da titolare, contro l’Udinese. Venne poi ceduto al Cesena, e dal 1963 al 1965 giocò invece due stagioni con la maglia del Padova, totalizzando 61 presenze e 4 gol.
Nella sua carriera di centrocampista anche le esperienze ad Avellino e Sora. Figlio di un calcio più umano, lontano dai clamori e dai riflettori degli ultimi decenni, Schiccherò seppe girare l’Italia portando anche fuori dai Castelli il nome e l’orgoglio della sua Genzano.
