Cultura

Velletri – Lo stile della parola ‘in…canta’ la Casa della Cultura

Stile1

di Emanuele Cammaroto

Proseguono gli appuntamenti di raffinata eleganza organizzati da Claudio Maria Micheli, direttore artistico della Fondazione cultura di Velletri, che ha in gestione la Casa della Cultura e il Teatro Volonté della città veliterna. A riempire ogni ordine di posto, da indurre l’organizzazione a posizionare delle sedie a mo’ di strapuntini, ci ha pensato Daniela Di Renzo con il suo gruppo di valenti musicisti, nell’occasione integrato dalla regista ed attrice indigena Carla Petrella. Armonia della parola, armonia delle note, connubio naturale, ma non sempre efficace. Perché la sintesi si trasformi in bellezza e riesca a pizzicare le corde delle emozioni è necessario un particolare talento che sublimi le note e le parole con uno stile unico eppure collettivo. E allora non sorprende che il titolo dello spettacolo presentato dalla Di Renzo, lo scorso 6 Maggio, sia stato “Quando la parola si fa stile”. Una raccolta di testi, brani, musiche, canzoni poesie per raccontare l’essere umano, nelle sue qualità, i suoi limiti, le sue debolezze, i suoi punti di forza, le sue imperdonabili miserie. La ricerca è stata accurata e sicuramente non breve. Il prodotto è stato uno spettacolo di musica e parole accuratamente selezionate, lanciate in un luogo nato e ristrutturato per accogliere lo stile, nella sua più alta accezione.

La profondità della Merini, l’introspezione di Pasolini, l’allegro quanto ironico sarcasmo di Gaber, l’ardore e l’entusiasmo di Modugno, le riflessioni di De Andrè, sono state amalgamate dalla cantautrice abruzzese, ma ormai castellana di adozione, in un cabaret di sensazioni che hanno saputo mantenere l’indipendenza pur mischiandosi armonicamente, grazie a quel collante unico ed universale rappresentato dalle note, ancor di più quando siano eccezionalmente composte e magistralmente eseguite. Infatti, se le voci di Carla e Daniela, recitante la prima cantante la seconda, hanno rapito l’attenzione di tutti i presenti inducendo un silenzio interrotto solo dagli applausi, la bravura del quartetto musicale ha cullato i sensi, inducendo al trasporto metafisico, facilitato dalla perfetta acustica offerta dal suggestivo auditorium ricavato nel convento seicentesco, poggiato su uno dei colli veliterni. Un quartetto di grandi professionisti, che rispondono al nome di: Emiliano Begni (pianoforte e voce), Stefano Ciuffi (chitarra acustica), Francesco Consaga (sax soprano e flauto traverso), Ermanno Dodaro (contrabbasso). Musicisti sicuramente abituati a grandi platee, eppure sono apparsi anch’essi completamenti assorbiti nell’atmosfera quasi irreale che il luogo ispirava e che ha coinvolto palco e platea in una sincera simbiosi. Tra tante chicche di cotanti autori, tra le quali la Di Renzo ha inserito anche due ciliegine in siciliano e nella più trasversale lingua del mediterraneo, hanno trovato asilo anche alcuni brani del suo disco “Non esco mai senza il mio cuore addosso”, autoprodotto e realizzato insieme ad Emiliano Begni, ma, come ha tenuto a sottolineare, subito accolto, supportato e sposato dagli altri componenti il gruppo, da farne un’opera di tutti. Brani che … aspetto professionale di Daniela Di Renzo che, oltre ad essere cantautrice, è psicoterapeuta di lunga esperienza.

Più di un’ora di stile della parola che ha così tanto entusiasmato i presenti da continuare lo spettacolo oltre il bis, in una serie di chiacchiere e riflessioni tra chi prima era sul palco e chi in platea e poi tutti sullo stesso piano, a riscoprire lo stile della parola nel confronto delle idee, ma soprattutto delle sensazioni.

Grande merito al direttore artistico che ha voluto scommettere in uno spettacolo non certo nazional-popolare, egual merito a Daniela Di Renzo che lo spettacolo lo ha pensato, costruito e rappresentato insieme ai suoi musicisti e a Carla Petrella, ma soprattutto ai tanti presenti che hanno dimostrato che lo stile non si inventa, ma si costruisce con lo studio, l’impegno e il lavoro.

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