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Incendio di Pomezia – Andreassi fa il punto dopo l’odierna Conferenza dei Sindaci: ‘Cos’è bruciato davvero in quel capannone?’

INCENDIO POMEZIA

Si è tenuta oggi la Conferenza dei Sindaci afferenti al Distretto socio sanitario ed al COI. Erano altresì presenti ARPA Lazio, ASL Roma 6 e la Città Metropolitana di Roma Capitale (Polizia Locale e Protezione Civile). Dal giorno dell’evento è stato senza dubbio il momento più costruttivo. “Di seguito – fa sapere Luca Andreassi, consigliere comunale di Albano delegato all’ambiente –  le risultanze a mio avviso più significative emerse:

1. Tutti gli Amministratori, con toni più o meno coloriti (io appartengo alla fazione dei maggiormente coloriti), hanno sottolineato la assoluta inadeguatezza della gestione della comunicazione di questa che è, a tutti gli effetti, una crisi.
2. Le misurazioni delle specie inquinanti in aria mostrano una progressiva diminuzione delle concentrazioni (e vedi un po’). Dal 5 al 9 maggio il benzo(a)pirene passa da 9.1 a 0.8 nanogrammi/m3; PCB passa da 394 a 300 picogrammi/m3; le diossine passano da 77.5 a 16.4 picogrammi/m3. Cala anche il PM 10, ovviamente.
3. ASL comunica che le analisi su foraggi e ortaggi mostrano che solo in un caso (su una decina di cui si hanno i risultati) a circa 1 km dal luogo dell’incendio si registrano concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici.
4. Naturalmente le misurazioni su aria, terra, ortaggi, foraggi ed anche latte ovo-caprino continuano a distanze sempre maggiori e con particolare attenzione alle aree maggiormente interessate dalla nube (secondo il modello particellare lagrangiano sviluppato da ARPA).

Qualche considerazione personale (che naturalmente ho posto sul tavolo):

1. Vogliamo sapere che cosa ha bruciato. Vista la varietà di materiale stoccabile sarebbe utile conoscere ciò che è andato a fuoco. Scusate se insisto. Ma noi inseguiamo le diossine perché ha bruciato plastica. E se non fosse solo plastica? Qualcuno può dircelo?
2. Sarò strano ma più sento dire che non ci sono riscontri di inquinanti misurati a terra più io mi agito. Perché questi inquinanti a terra ricadono, dunque da qualche parte devono stare.
3. Continuo a sostenere che questa situazione emergenziale da un punto di vista ambientale abbia una valenza che vada ben al di là del Comune ospitante l’impianto. Questa è una problematica intercomunale, di territorio più vasto, e bene fanno i Comuni a stabilire contatti e relazioni. Mi chiedo – ha concluso Luca Andreassi – se non debba esserci qualcun altro a coordinare i Comuni anziché lasciare i Sindaci soli ad intraprendere iniziative personali”.

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