POLITICA

Genzano – Sull’arrivo dei richiedenti asilo Papalia e Melaranci tuonano: ‘Non bisognava aderire allo Sprar né sottostare al ricatto della Prefettura’

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“È stata un’assemblea dove chiunque fosse contrario alla questione dell’accoglienza veniva appositamente aggredito verbalmente da personaggi di organizzazioni che nulla hanno a che fare con Genzano e con il problema in questione”. Non ha usato panegerici il consigliere comunale d’opposizione, Fabio Papalia, per esprimere il proprio disappunto in merito all’assemblea pubblica andata in scena nel primo pomeriggio di sabato 27 maggio presso l’Auditorium dell’Infiorata di Genzano (CLICCA QUI per leggere quanto accaduto). Se ad un certo punto si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine, sono stati diversi i momenti di tensione, coi cittadini che hanno espresso il proprio dissenso apostrofati da chi, al contrario, sulla questione dell’accoglienza dei migranti richiedenti asilo ha ben altre idee. Ne è nato un batti e ribatti piuttosto animato, con nel mezzo i vertici comunali, che hanno provato a mediare (anche invitando i cittadini a scrivere su alcuni fogli bianchi le proprie domande), com’era nei proponimenti di un’assemblea pubblica che, almeno nelle intenzioni formali, aveva come scopo proprio quello di concertare coi cittadini la soluzione migliore per ‘far la propria parte’. Genzano la sua parte la farà, ormai è evidente, optando per l’adesione allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), ma ad alcuni dei presenti è parso tutto ‘apparecchiato’, quasi fosse stato già tutto deciso e si fosse optato per un incontro in cui indorare la pillola presentandola come il ‘male minore’. Una ricostruzione sposata proprio dall’esponente di Fratelli d’Italia, presente all’appuntamento insieme all’ex consigliere comunale Arnaldo Melaranci e il gruppo di ‘Gioventù Nazionale’.

Un tema particolarmente sentito da Papalia e gli altri militanti, che non a caso hanno predisposto addirittura una ‘Diretta Facebook’ (CLICCA QUI per guardarla) per dire la propria ad evento appena concluso. “Leggiamo dai commenti di Facebook una maggioranza entusiasta per lo svolgimento dell’assemblea – ha aggiunto a ‘freddo’ Papalia – quando praticamente i cittadini nulla hanno potuto dire e ad alcune persone hanno addirittura tolto il microfono. Bella democrazia. Metodo che ha completamente bypassato il consiglio comunale e vorremmo capire come fa l’attuale capogruppo dei 5 Stelle a dichiarare che il suo gruppo si è espresso all’unanimità. Tranne aver ricoperto il ruolo di cameraman ieri durante l’assemblea il capogruppo pentastellato non ha votato proprio nulla. Era solo impegnato a riprendere con la videocamera eventuali comportamenti scorretti di chi non condivideva questa scelta, ovviamente omettendo ogni aggressione verbale da parte dei gruppi a loro riconducibili. Come detto già qualche giorno fa si poteva benissimo coinvolgere il consiglio comunale presentando un ordine del giorno a riguardo, dove le forze politiche, in qualità di rappresentanti della cittadinanza, potevano esprimere la rispettiva posizione con il loro voto. Il consiglio comunale è l’organo preposto a prendere queste decisioni, non un’assemblea pubblica dove non vigeva nessuna regola”.

“Contestiamo totalmente la modalità con la quale è stata comunicata la decisione alla cittadinanza – ha aggiunto Papalia – visto che c’è un organo predisposto e previsto dal Tuel, che è il consiglio comunale, che è stato totalmente scavalcato. Che lo SPRAR sia il male minore è vero in parte e noi contestiamo in toto questa forma di accoglienza che vive su un sistema in cui sperpero denaro pubblico. Proprio in queste ore alla Camera è passato un ordine del giorno di Giorgia Meloni grazie al quale le cooperative che approfittano degli immigrati per fare affari non potranno più evitare di rendicontare fino all’ultima spesa dichiarata e finalmente gli italiani avranno il diritto e la possibilità di conoscere come vengono spesi i loro soldi e in quali tasche finiscono. Fa riflettere che il 95% delle risorse del progetto vengono finanziate dal Ministero e questo significa che l’ente comunale deve cofinanziare il 5% e questo dimostra che non è vero che sarà tutto a costo zero. Nessuno di noi è razzista e non lo sono neppure i tanti cittadini che ci hanno scritto e chiamati e che rimarcano altre necessità, le loro, che continuano a chiedere bonus economici, case popolari e sovvenzioni che non arrivano mai. Ci si trova a dover aderire allo SPRAR su ricatto della Prefettura, mentre i Comuni non hanno più soldi. Se avessimo governato noi avremmo fatto un diniego, come avvenuto in altri Comuni italiani, non aderendo né allo SPRAR che al CAF”. 

Nel corso della diretta Facebook la parola è poi passata a Marco Macchiusi, segretario genzanese di Fratelli d’Italia. “Con tanti problemi che abbiamo nel territorio, con pensionati che non arrivano a fine mese e tante famiglie in difficoltà, sentir parlare di certe argomentazioni ci fa rabbia. Senza contare il fronte della sicurezza, che conferma come la priorità sarebbero il popolo italiano e i cittadini genzanesi”. 

E’ poi intervenuto Mirko Eleuteri, responsabile genzanese di ‘Gioventù Nazionale’: “In Italia t’impongono quello che devi portare in casa tua, e intanto qui da noi i giovani sono lasciati al loro destino…”.

Non è mancato l’intervento di Arnaldo Melaranci, candidato lo scorso anno nelle liste di ‘Genzano Risorge’. “Mi auguro – ha premesso – che la stessa Amministrazione che mette in campo capacità amministrative straordinarie per accogliere i presunti migranti che fuggono dalla guerra ed arriveranno a Genzano, dimostri la stessa celerità e capacità nell’individuare i bisogni e le difficoltà che quotidianamente i cittadini genzanesi hanno. Mi sarei infatti aspettato si prodigassero con la stessa energia già 6 mesi fa, pensando prima ai genzanesi, ma mi sono accorto che anche questa Amministrazione sembra seguire altre dinamiche. Una scelta di sensibilità e rispetto civico – ha concluso Melaranci – presuppone si dia attenzione ai bisogni delle nostre famiglie”.

Chiosa finale per lo stesso Papalia, che ha svelato l’imminente avvio di una raccolta firme. “Da mesi – ha aggiunto – denunciamo la possibile chiusura del Commissariato di sicurezza, a fronte della quale l’attuale maggioranza non si è mai espressa.  Chiederemo più attenzione per la sicurezza e sul fronte della videosorveglianza, tuttora ferma. Chiederemo di valutare l’ipotesi dello spostamento del Commissariato nei locali che sono stati del Giudice di Pace, così il Ministero degli Interni non avrebbe più la ‘scusa’ dell’affitto. Senza tralasciare una sanità coi Pronto Soccorsi al collasso…”.

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