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Frascati – Le problematiche della caccia, i cacciatori rivendicano i propri diritti

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Si è svolta domenica 28 maggio presso l’area barbecue di Spizzicaluna open a Colle Pizzuto, la festa dei cacciatori organizzata da Carmelo Galofaro, presidente di un circolo cacciatori frascatani, con la partecipazione del Consigliere Regionale Luca Malcotti.

Gli oltre cento partecipanti appassionati dell’arte venatoria, tutti provenienti dall’hinterland dei Castelli Romani, hanno avuto modo di passare una domenica conviviale concentrata sulle problematiche della caccia.

Tra gli invitati anche l’ex consigliere di Frascati delegato alla Caccia, Pesca e Agricoltura, oggi candidato nella lista “…E ora Frascati” a sostegno di Lello Pagnozzi sindaco, Claudio Cerroni, accompagnato da Alessandra Irazza, e l’ex consigliere di Grottaferrata Francesco Giusto oggi candidato nella lista “Prima Grottaferrata” a sostegno di Luciano Andreotti sindaco, accompagnato da Maria Cristina Simonetti.

Carmelo Galofaro ha introdotto le problematiche scaturite dalla legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) considerata discriminante nei confronti dei cacciatori che non hanno luoghi dove poter far correre i propri cani: “I nostri ausiliari – ha affermato Galofaro – sono animali figli di un dio minore, perché possono uscire senza guinzaglio soltanto durante il periodo di caccia e quindici giorni prima dell’apertura della stagione venatoria. Per otto mesi l’anno o si va in zone a pagamento, generalmente lontane, o il cane sta chiuso. Bisogna istituire delle zone, senza sparo e senza immissione di selvaggina, dove l’animale possa correre liberamente per tutelarne la salute, l’atleticità, il benessere”.

Forte la denuncia sulla mancanza di controllo dei vari enti parco regionali. Nel Lazio la situazione delle zone chiuse alla caccia è contraria alla legge 157/92 la quale recita che le superfici dedicate ai parchi e alle oasi di protezione non possono superare il “30% del territorio agro silvo pastorale”. Nel Lazio siamo quasi al 50 %.  “Queste zone protette – ha chiosato Galofaro –  sono delle voragini per il denaro pubblico e hanno determinato uno squilibrio ambientale che è ai limiti dell’emergenza. Tutti oggi conoscono la proliferazione dei cinghiali, delle cornacchie e degli storni e i danni che essi provocano all’agricoltura. Numerosi sono anche gli incidenti stradali provocati dagli ungulati che la pubblica amministrazione deve liquidare come “danni da selvaggina”, con costi significativi”.

Luca Malcotti ha riconosciuto l’eccessivo accanimento di certi ambienti radical chic nei confronti dell’arte venatoria, convenendo che i reali difensori della natura spesso sono proprio quei cacciatori che con la passione dei boschi e l’amore per la natura si trasformano in sentinelle operose e laboriose, favorendo un turismo di prossimità in grado di far sopravvivere tante piccole realtà locali a conduzione familiare: “Un tempo – ha ricordato il Consigliere Regionale – durante la stagione venatoria, la mobilità dei cacciatori rappresentava un’importante risorsa economica per i piccoli borghi della provincia italiana. La “rincorsa” della selvaggina migratoria portava i cacciatori in luoghi remoti dando così lavoro a piccoli alberghi, ristoranti e aziende a conduzione familiare che potevano smerciare i loro prodotti tipici. Oggi il cacciatore è sempre più legato al territorio di residenza e lo spostarsi in zone molto limitate è regolamentato da una burocrazia assurda e da costi proibitivi”.

Malcotti ha concluso il suo intervento prendendo l’impegno a sostenere le battaglie dei cacciatori in Regione e ha anche sottolineato l’importanza della collaborazione con i rappresentanti locali e invitato a sostenere a Frascati e Grottaferrata i candidati consigliere che erano lì presenti, i quali a loro volta hanno presentato qualche punto del loro programma.