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Lago Albano – ‘Dermatite del nuotatore’, Colacchi: ‘Non basta crema e doccia, occorre fare di più’

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I nuovi casi di ‘dermatite del notatore’ riscontrati da più persone, dopo essersi immersi nelle acque del lago Albano, sta creando molta preoccupazione. Le fastidiose bolle e prurito, provocati da lumachine di lago. secondo quanto reso noto dall’Istituto Zooprofilattivo e dalla Asl, non sono più casi isolati, come inizialmente si era detto, ed il fenomeno è stato dunque segnalato in maniera maggiormente massiccia da parte dell’Amministrazione comunale, mediante degli appositi cartelli.

Ma c’è chi, come l’ex presidente del Consiglio, già Primo cittadino, Maurizio Colacchi, afferma che le semplici raccomandazioni indicate, di utilizzare una crema protettiva e di farsi una doccia subito dopo il bagno, siano in realtà misure non sufficienti ad arginare un problema che rischia di compromettere pesantemente la frequentazione del lago.

“Da un anno ho ripreso – scrive Colacchi –  a pagaiare lungo il perimetro del nostro lago. Acqua stupenda, limpida e balneabile. Un paradiso naturale anche se con qualche problemino il più serio la perdita continua del suo livello. Con il Kajak capita a volte di fare il bagno non desiderato. Mi è successo due volte, in due zone diverse, la prima a maggio dalle parti della salita dell’acqua acetosa e un’altra volta alla fine di giugno vicino alla cabina del Papa. In entrambi i casi purtroppo ho dovuto constatare che mi ero riempito di queste bolle che davano un prurito fastidioso e il loro doloroso effetto durava per più giorni. Avendo riscontrato che quest’inverno si era riprodotta una significativa fioritura di quell’alga tossica che volgarmente noi chiamiamo “ alga rossa” e che si era protratta fino ad aprile inoltrato ho pensato che fosse dovuto alla loro azione urticante quanto mi era successo. Invece ho appreso che la ASL ha diramato una nota in cui specifica che questo effetto irritante è prodotto da parassiti che si trovano all’interno delle lumachine di lago. Dove sono stato oggetto di questo spiacevole fenomeno nel lago c’era la presenza di grossi sassi e di acqua bassa. In questi mesi, per vincere la calura e quindi con piacere, mi sono immerso dove si trova un noto stabilimento balneare e non è successo nulla. Quindi possiamo dire che si è individuata la causa e che è circoscritta in alcune zone del lago. Però il caso esiste. Non possiamo pensare che basta raccomandare ai fruitori di cospargersi di crema e farsi subito dopo il bagno una doccia per combattere il fenomeno. Oltre ai turisti nel lago ci sono tantissime altre attività, la canoa, la vela, la pesca, i sub ecc. che godono di questa ricchezza naturale. Ci sono anche coloro che non possono per vari motivi permettersi di fruire di aree a pagamento per farsi la doccia. Condivido che non si devono fare allarmismi ma l’evento se persisterà e si allargherà creerà notevoli disagi non solo economici ma anche sanitari. Il Comune, la Asl, l’Arpa e l’Istituto Zooprofilattico ci hanno detto che non provoca danni alla salute, prendo atto, ma la cosa non mi tranquillizza del tutto. Da questa discussione deve essere coinvolto anche il Parco Regionale dei Castelli. Credo che l’Ente Parco abbia tra i suoi compiti Istitutivi la possibilità di commissionare uno studio per scoprire se esiste in natura un antagonista che possa cibarsi di questi parassiti e combatterli fino alla loro scomparsa. Ecco, questo, senza polemiche, vuole essere un contributo che se praticabile darebbe la soluzione al quesito posto”.

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