Attualità

Obbligo vaccinale e prevenzione, l’intervista a ‘La scuola che accoglie’: ‘Andiamo incontro ad una forte discriminazione sociale’

la scuola che accoglie

di Cristina Puppis

Le scuole hanno aperto i battenti, ma sembra regnare molta confusione tra i diversi istituti italiani sul come applicare la legge 119/2017, “disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale”.
Proprio per cercare di dipanare dubbi a luglio si è formata spontaneamente una community, “La Scuola che accoglie”; ne fanno parte dirigenti scolastici, docenti, insegnanti, educatori e personale amministrativo, tecnico e ausiliario che opera su tutto il territorio italiano all’interno delle scuole e dei servizi educativi e di formazione.
Parliamo proprio con il professore De Angelis, docente presso il Liceo musicale “ Lucio Dalla “ di Bologna e referente nazionale del gruppo La scuola che accoglie, che ci spiega come la nuova legge abbia coinvolto l’istituzione scuola impreparata sotto svariati punti di vista.
Prof. De Angelis cosa sta succedendo nelle scuole italiane dopo l’approvazione della legge 119/2017?
“In seguito all’approvazione della Legge n. 119/2017 abbiamo assistito a un continuo susseguirsi di informazioni spesso discordanti tra loro, ma con l’arrivo dell’ultima circolare congiunta del 1° settembre 2017 si è davvero toccato il fondo, in quanto tale circolare si pone in evidente contrasto con il dettato normativo della Legge n. 119/2017, dandone un’interpretazione restrittiva, persecutoria e anticipando i provvedimenti di esclusione all’anno scolastico 2017/2018. Ricordiamo – per chi se lo fosse dimenticato – che la Legge n. 119/2017 imponeva (e impone ancora!) una fase transitoria, una gradualità, un progressivo inasprimento per chi dovesse scegliere di non vaccinare i propri figli, prevedendo una sanzione che, una volta pagata, estingue l’obbligo vaccinale: agli occhi della legge, chi decide di non vaccinare i propri figli non sarà più considerato un trasgressore dopo aver pagato la sanzione, in quanto la sanzione estinguerà il problema di salute pubblica e i problemi dei bambini immunodepressi.
Di fatto, i Comuni, gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, i dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi per l’infanzia in questi giorni si trovano nella

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difficile posizione di dover decidere come operare correttamente per adempiere agli obblighi di legge. Ci troviamo in un momento storico nel quale i dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi per l’infanzia del nostro paese sono stati lasciati alla deriva, poiché alcune circolari ministeriali danno loro istruzioni che contraddicono il dettato normativo della Legge n. 119/2017 e, di conseguenza, le scuole rischiano di imbattersi in una lunga serie di contenziosi
che pretenderanno legittimamente il rispetto delle leggi vigenti e delle normative per la tutela dei dati personali.
Stiamo già assistendo, purtroppo, a numerosi casi di esclusioni (si spera temporanee) di bambini: moltissimi genitori non hanno presentato i documenti richiesti e dunque i presidi hanno applicato la circolare congiunta del 1° settembre, sbarrando le porte delle scuole a decine di bambini non in regola con la presentazione della documentazione. A questo proposito avremmo due domande urgenti da porre al M.I.U.R. e al Ministero della Salute (anche se ne avremmo tante altre che qui per brevità non riportiamo): 

– Come mai l’Art. 3, comma 2, della Legge n. 119/2017 prevede che la mancata presentazione della documentazione vaccinale entro il 10 settembre 2017 comporterà una segnalazione alle ASL da parte delle scuole, mentre la Circolare n. 1679/2017, a p. 5, ha diffuso una propria interpretazione della legge aggiungendo che la mancata presentazione della documentazione entro il 10 settembre 2017 comporterebbe anche un divieto d’accesso alle istituzioni scolastiche?
– Come mai l’Art. 3, comma 1, della Legge n. 119/2017 recita che l’unico compito delle scuole è quello di richiedere la documentazione vaccinale entro il 10 settembre 2017, mentre la Circolare n. 1679/2017, a p. 5, ha diffuso una propria interpretazione della legge e si è inventata che già dal 12 settembre 2017 le scuole dovrebbero anche trasmettere alle ASL la documentazione vaccinale, per verificarne la regolarità e l’idoneità? Lo sanno coloro che hanno scritto la circolare congiunta che il Garante per la tutela dei dati personali, con Provvedimento n. 365 del 1° settembre 2017, ha acconsentito alle scuole di trasmettere alle ASL soltanto gli elenchi dei minori iscritti e nessun altro documento contenente dati sensibili? Ma vi rendete conto che questa circolare congiunta costringe le scuole a violare una norma sul diritto della privacy?”

La scuola che accoglie vede un gruppo di operatori scolastici che hanno deciso 
di fare rete su tutto il territorio nazionale per tutelare la libertà nelle scuole italiane 
aprendo un blog che fornisce aggiornamenti e informazioni per genitori, bambini, docenti e dirigenti scolastici. Ad oggi quante e quali sono le richieste o segnalazionipiù frequenti che vi sono inoltrate?
“ll gruppo La Scuola Che Accoglie opera principalmente attraverso una rete di chat regionali nelle quali ogni partecipante è libero di avanzare proposte e suggerimenti. La nostra pagina web www.lascuolacheaccoglie.blogspot.it prevede la possibilità per i lettori di contattarci e finora abbiamo già ricevuto centinaia di e-mail da parte di genitori di tutta Italia che ci chiedono informazioni su come comportarsi di fronte a scuole che, sovraccariche di lavoro, spesso hanno inviato circolari che non rispecchiano il dettato normativo della Legge 119/2017 e che in alcuni casi trascurano le più elementari normative sulla privacy. Per fortuna, in seguito a una serie di diffide legali, tutte le scuole stanno comprendendo le corrette disposizioni di legge.
Attualmente il gruppo La Scuola Che Accoglie sta progettando azioni pacifiche di sensibilizzazione contro l’esclusione dalle Istituzioni scolastiche dei bambini non vaccinati da 0 a 6 anni e contro l’ipotesi di obbligo vaccinale anche per gli operatori scolastici. Inoltre stiamo promuovendo una serie di incontri nelle Scuole, rivolti a tutti gli operatori scolastici interessati, dal titolo: “Una Scuola che accoglie: tra inclusione e vaccini”. Infine partecipiamo agli incontri dei genitori con i Sindaci e prendiamo parte, in rappresentanza del mondo scolastico, ai dibattiti sulla tutela del diritto all’istruzione e della salute”.

La fascia 0/6 anni è quella maggiormente colpita dalla legge 119/2017. Ravvede discriminazioni? Se si quali sono e con quali eventuali ripercussioni sui bambini?
Innanzitutto ci tengo a precisare che qui non si tratta di schierarsi a favore o contro la pratica vaccinale, bensì di fermarsi a riflettere profondamente su quali siano i principi e gli ideali nei quali ci identifichiamo come insegnanti e operatori scolastici e agire di conseguenza.
Lavoriamo da sempre per istruire e prima ancora per accogliere, includere e coinvolgere i bambini e i ragazzi nei processi educativi, utilizzando tutto il nostro impegno per contribuire a formare cittadini pronti alla relazione, al confronto e alla solidarietà. Impieghiamo grandi quantità di tempo nell’educazione all’inclusione e nel superamento di qualsiasi diversità, anche a discapito della didattica curricolare. Formiamo con impegno e vocazione i futuri cittadini europei, come vogliono le tanto decantate Linee Guida del 2012 per la certificazione delle competenze.
“Usare” la scuola per discriminare è una bassezza che non possiamo accettare: chi lavora nell’istruzione sa quanto sia importante e propedeutica la scuola dell’infanzia, che prepara i bambini agli apprendimenti dei cicli futuri; essa, insieme ai nidi d’infanzia, rappresenta uno snodo cruciale per la crescita di un minore, il primo confronto con gli altri, le prime forme di socializzazione e relazione che permettono anche un sano sviluppo del sé e della
propria personalità. Se la scuola di per sé è quel microcosmo sociale in cui nascono i cittadini, la scuola dell’infanzia è l’humus imprescindibile nel quale germogliano i presupposti della cittadinanza. Non possiamo ignorare il tentativo di ricatto della legge n. 119/2017 che mira a escludere dagli istituti scolastici una minoranza di bambini sani ma “non vaccinati” da 0 a 6 anni, etichettandoli come “pericolosi per gli altri bambini”, per poi “miracolosamente” “riabilitarli” a scuola dopo i 6 anni. Sono tutti nostri alunni, perfettamente sani, assolutamente non pericolosi per gli altri e già inseriti nel contesto scolastico. Il rischio che corrono è quello di una forte discriminazione sociale, soprattutto nelle piccole realtà sociali nelle quali una loro assenza dagli istituti scolastici non passerebbe di certo inosservata!
Noi non vogliamo contribuire a generare un trauma nei nostri alunni, dunque ci proponiamo,a stretto contatto con la cittadinanza, di condurre una pacifica rivoluzione culturale che possa portare alla modifica del Testo coordinato del decreto-legge n. 73/2017 e della Legge n. 119/2017, che prevedono l’obbligatorietà delle vaccinazioni, sanzioni per i genitori inadempienti e una graduale esclusione da tutti gli istituti scolastici italiani dei bambini non vaccinati da 0 a 6 anni, etichettandoli come “pericolosi” per gli altri. Il rischio che tali bambini corrono è quello di essere fortemente discriminati ed emarginati. In ogni istituto scolastico esiste un PTOF, ovvero piano triennale dell’offerta formativa approvato dal collegio dei docenti, che tanto peso ha avuto nella riforma della “Buona scuola” e che si basa proprio sull’inclusione! Non è ammissibile che ai dirigenti che presiedono i medesimi collegi dei docenti oggi venga chiesto di “escludere” tutti gli alunni non vaccinati
al di sotto dei 6 anni dal loro percorso educativo, in contrapposizione netta con quanto previsto dall’art. 34 della Costituzione, che a scuola facciamo studiare e celebriamo con il dovuto rispetto, e con l’art. 3 comma 2 della Costituzione, che si pone come obbiettivo la rimozione di ogni ostacolo di ordine economico e sociale, nel pieno sviluppo della persona umana”.