Ci risiamo. A poco più di un anno di distanza Velletri si ritroverà nuovamente a fare a meno di via Marandola, che dopo due ordinanze, una di demolizione e una di chiusura, si avvia ad una nuova interdizione al traffico veicolare. La storia è quella ormai nota, visto che l’ultimo anno è filato via invano e nulla è cambiato circa i destini del rudere che si affaccia su viale Oberdan. Mentre Velletri sembra quasi inghiottita nel ‘buco nero’ del traffico, che negli orari di punta sembra quasi creare un unico serpentone di macchine, e che certamente non ha tratto alcun beneficio dalla chiusura della strada antistante la stazione dopo la tragedia che è costata la vita a Piero Peroni.
L’imminente a chiusura della strada che collega via dei Bastioni con viale Guglielmo Oberdan (apposti proprio questo pomeriggio dei cartelli in via dei Bastioni che ‘parlano’ di strada inagibile) rischia di mandare nuovamente ai ‘matti’ gli abitanti di un intero quadrante, che si ritroveranno a dover inventarsi le manovre più disparate pur di uscire da una strada, sinora a senso unico, interrotta proprio nel tratto finale.
A distanza di tempo non si sono affatto placate le voci su possibili ‘accordi di programma’ secondo i quali su quel quadrante ci sarebbero stati ben altri obiettivi: “Se il proprietario la ristruttura come è suo diritto – dichiarò in tempi non sospetti Lamberto Trivelloni, di “Patto Popolare” – debbono trovare una diversa e più lunga soluzione viaria per realizzare quello che hanno in mente da quelle parti. Qualcuno si metta allora in testa che se cerca nuovo cemento e nuovi e palazzi deve guardare da qualche altra parte. Servadio rinunci ai suoi propositi – aggiunse Trivelloni -: il proprietario non è assolutamente interessato ad aumentare le cubature e tantomeno a realizzare un palazzo ed ha già rifiutato offerte in tal senso. Quell’immobile è della sua famiglia da sempre, molto prima che si costruissero palazzi su palazzi nei terreni retrostanti, e vuole viverci la sua vecchiaia con un bel giardino retrostante la proprietà”. “In definitiva – aggiunse l’esponente di ‘Patto Popolare per Velletri’ – il cittadino ha detto che cento e passa metri del proprio terreno, in pieno centro e su una arteria principale, non intende regalarglieli, che non gliene frega una mazza di avere autorizzazioni a farci palazzi, che non ha nessun interesse e nemmeno gradimento che si realizzino altri “bistecconi” di cemento lì sotto la vallata che porta al ponte della ferrovia e quindi vuole gli vengano riconosciuti i suoi diritti”.
A metterci suo malgrado il carico da novanta, nei mesi scorsi, è stato l’assessore ai Beni Comuni, Sergio Andreozzi, che non si è sottratto al pubblico dibattito: “Via Bastioni e, soprattutto, via Marandola sono l’esatta fotografia di 50 anni di incapacità tecnica e amministrativa del nostro paese. Via Marandola, nonostante il continuo passaggio di auto e mezzi pubblici, nonostante un quarantennale insediamento abitativo di proporzioni mostruose, risulta essere una strada privata, e badate bene, non privata di pubblico transito, privata e basta”.
“Dopo una ordinanza di chiusura della strada, emessa 48 ore fa – ha dichiarato in giornata proprio Trivelloni – ancora non hanno istallato gli sbarramenti di sicurezza. Cosa pensare? Non vi è mai stato un pericolo reale e l’ordinanza era un abuso per demolire coercitivamente una cosa che non poteva essere fatta se non dal proprietario, oppure sono pazzi scatenati, il pericolo è reale e stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini? Ma lo sanno che se si fa male una persona vanno dritti dritti nelle patrie galere? Lunedì verranno chieste queste curiosità dai legali dei diretti interessati e se non saranno convincenti si beccheranno una salutare denuncia. Uomini avvisati mezzi salvati! Revochino lo stato di pericolo e la conseguente ordinanza di demolizione. E spieghino per benino che razza di impiccio hanno combinato”.
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