E’ tramontato sotto le insuperabili difficoltà incontrate lungo il cammino l’ambizioso progetto della “Casa “Anna Maria” di Genzano, messo in piedi dal tenace e appassionato don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco. La struttura appartenente all’istituto delle suore spagnole, sita in via Appia poco distante dal centro cittadino, ha ospitato, dopo l’inaugurazione avvenuta a gennaio del 2015, ragazzi disabili, operatori e volontari in un progetto di rete che, a partire dalla realtà concreta di sostegno alla disabilità, quali l’agricoltura sociale e la “Casa Milly e Memmo” di Grottaferrata, era orientata a intraprendere il difficile percorso dell’alternanza scuola-lavoro nell’ambito del “dopo di noi”, ossia della necessità di prendersi cura dei ragazzi disabili una volta che i genitori non ci sono più.
Al centro delle mire di don Franco c’erano infatti gli studenti del territorio, delle scuole e delle Università, che avrebbero potuto essere coinvolti, con il sostegno delle Amministrazioni locali e del Ministero, in progettualità volte a creare un futuro migliore comune, proprio a sostegno dei giovani meno fortunati. Alla necessaria attività di sensibilizzazione sui temi e le opportunità, però, in questi due anni, si sono affiancati anche i problemi di natura economica, dovuti sia all’affitto della struttura – duemila euro al mese – che alle onerose utenze. La progettualità ed insieme il sogno di don Franco, che intanto aveva chiesto anche udienza a Papa Francesco per ricevere gli aiuti sperati, sono rimasti però orfani del sostegno adeguato, tanto che domenica 5 novembre lo stesso ha riconsegnato le chiavi.
Una decisione sofferta da parte di don Franco che ha commentato amaramente: “Non sono riuscito a far comprendere il progetto”. Dal mese di agosto la “Casa Anna Maria” aveva smesso di accogliere disabili e quelli ospitati sono stati sistemati altrove, in base alle loro esigenze. Anche Emanuele, uno dei primi ragazzi a varcare la soglia della struttura genzanese, e che proprio grazie a don Franco era riuscito a vivere il suo rapporto d’amore con Roberta, di Rocca di Papa, ospitata invece nella casa “Milly e Memmo”, ora sono in appoggio in una comunità di Roma, dove stanno sperimentando la loro vita insieme in autonomia, in attesa di avere un alloggio proprio a Rocca di Papa.
Don Franco però non si è dato per vinto ed ha già rilanciato con nuove progettualità in altri Comuni che presto verranno presentati alla comunità, si spera sempre più ricettiva e sensibile.
*Articolo uscito sull’edizione cartacea di Genzano del mese di novembre