Attualità

Genzano – L’amarezza di Don Franco per la chiusura della ‘Casa Anna Maria’, progetto di accoglienza per giovani disabili 

casa famiglia Anna Maria

di Michela Emili

E’ tramontato sotto le insuperabili difficoltà incontrate lungo il cammino l’ambizioso progetto della “CasaAnna Maria” di Genzano, messo in piedi dal tenace e appassionato don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco. La struttura appartenente all’istituto delle suore spagnole, sita in via Appia poco distante dal centro cittadino, ha ospitato, dopo l’inaugurazione avvenuta a gennaio del 2015, ragazzi disabili, operatori e volontari in un progetto di rete che, a partire dalla realtà concreta di sostegno alla disabilità, quali l’agricoltura sociale e la “Casa Milly e Memmo” di Grottaferrata, era orientata a intraprendere il difficile percorso dell’alternanza scuola-lavoro nell’ambito del “dopo di noi”, ossia della necessità di prendersi cura dei ragazzi disabili una volta che i genitori non ci sono più.

Al centro delle mire di don Franco c’erano infatti gli studenti del territorio, delle scuole e delle Università, che avrebbero potuto essere coinvolti, con il sostegno delle Amministrazioni locali e del Ministero, in progettualità volte a creare un futuro migliore comune, proprio a sostegno dei giovani meno fortunati. Alla necessaria attività di sensibilizzazione sui temi e le opportunità, però, in questi due anni, si sono affiancati anche i problemi di natura economica, dovuti sia all’affitto della struttura – duemila euro al mese – che alle onerose utenze. La progettualità ed insieme il sogno di don Franco, che intanto aveva chiesto anche udienza a Papa Francesco per ricevere gli aiuti sperati, sono rimasti però orfani del sostegno adeguato, tanto che domenica 5 novembre lo stesso ha riconsegnato le chiavi.

Una decisione sofferta da parte di don Franco che ha commentato amaramente: “Non sono riuscito a far comprendere il progetto”. Dal mese di agosto la “Casa Anna Maria” aveva smesso di accogliere disabili e quelli ospitati sono stati sistemati altrove, in base alle loro esigenze. Anche Emanuele, uno dei primi ragazzi a varcare la soglia della struttura genzanese, e che proprio grazie a don Franco era riuscito a vivere il suo rapporto d’amore con Roberta, di Rocca di Papa, ospitata invece nella casa “Milly e Memmo”, ora sono in appoggio in una comunità di Roma, dove stanno sperimentando la loro vita insieme in autonomia, in attesa di avere un alloggio proprio a Rocca di Papa.

Don Franco però non si è dato per vinto ed ha già rilanciato con nuove progettualità in altri Comuni che presto verranno presentati alla comunità, si spera sempre più ricettiva e sensibile.

 

*Articolo uscito sull’edizione cartacea di Genzano del mese di novembre

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