CRONACA

Velletri in lutto – All’età di 73 anni è scomparso Arnaldo Cedroni, il vigile urbano senza patente

arnaldo cedroni

Arnaldo, al centro, in una recente fotografia coi due agenti della Polizia Stradale di Albano, che lo soccorsero e gli salvarono la vita la scorsa primavera, quando ebbe un malore davanti alla scuola dove stava prestando servizio come ‘Nonno Vigile’, in zona piazza XX Settembre

Arnaldo in una foto a piazza Mazzini durante gli anni di servizio come vigile urbano

La città di Velletri, appena reduce dai festeggiamenti legati al santo Patrono, si è risvegliata stamane nella mestizia per la scomparsa di Arnaldo Cedroni, storico vigile urbano, conosciuto negli ultimi anni anche per la sua preziosa attività di ‘Nonno Vigile’. Uno di quei mali inesorabili lo ha strappato alla morte all’età di 73 anni (ne avrebbe compiuti 74 il 2 gennaio), lui che anzitempo aveva dovuto salutare per sempre sua moglie Maria, che lo ha preceduto di qualche anno verso il viaggio per l’ultima dimora.

Di lui che, caso quasi unico in Italia, indossò la divisa pur senza avere la patente, tracciamo un ricordo tramite le parole di Luca Leoni, col quale ha condiviso diverse esperienze, non ultime quelle con l’Associazione degli Sbandieratori e Musici di Velletri. Ma sono in tanti a ricordare la sua prorompente vitalità, i suoi selfie con la maglia della sua amata Roma, e la sua passione smodata per il ciclismo. I funerali si terranno nella giornata di domani (aggiorneremo sull’orario e la chiesa dove verranno celebrati). 

 

Arnaldo sul corso di Velletri con la sua bicicletta e la maglia della sua squadra del cuore

Caro Nando,

di melograni, dei quali andavi ghiotto, ce ne sono ancora, troppo pesanti per i loro ramoscelli. Sono parabole vegetali della vita, perché all’interno ogni loro grano color sangue è un atto d’amore verso chi ci accompagna nel viaggio. Ma quel che colpisce è il peso di quei frutti, che cresce finchè le piogge non li aprono, con crepe sempre più dilatate, fino a trasformarli in strisce contorte di pergamena mummificata.

Figlio del monte Artemisio come sei stato e sempre sarai, avevi la forza degli alberi di quercia e di castagno, ma anche delle felci e persino la delicatezza delle violette. Quando potevi, raggiungevi i massi enormi su ai ‘Ferrari’ e, contemplando il panorama fino al mare, diventavi poeta e riflettevi sul futuro della Terra.

Di te siamo tutti orgogliosi, perché ci hai rappresentati nella quotidianità cittadina, spesso arbitro indulgente in questioni di viabilità e legalità che richiedono fermezza e cuore allo stesso tempo.

Avresti potuto godertela a tuo piacimento, la pensione. E invece l’incidente stradale che fu fatale per il tuo papà ti fece ritornare sui tuoi passi, per essere ‘nonno vigile’, angelo custode dei nostri figli davanti alle loro scuole.

Me le ricordo una ad una, le mattinate e i primi pomeriggi passati insieme, persino le passeggiate al camposanto. E ce l’ho ben presente, quella malinconia che lasciava trapelare quella stanchezza strana, quel bisogno di un riposo non quantificabile in ore di sonno o mezz’orette di pennichelle.

Lo sentiamo forte e chiaro, quando il cammino è quasi al suo epilogo. E ci attiviamo in quella direzione, istintivamente, come il volatile che inizia a prepararsi il nido. Avevo percepito molto, di quello che avresti incontrato. Eppure ti rispondevo picche, alle tue profezie. Era il mio dovere, caro Nando, in un gioco delle parti inutile quanto necessario.

Ora che il tuo cammino è compiuto, cerco di prenderlo come il messaggio di chi, dopo un lungo viaggio, è arrivato a casa e sta tutto a posto.

Luca Leoni

arnaldo cedroni
cedroni
Arnaldo Cedroni con Luca Leoni
Più informazioni