CRONACA

Cisterna si è fermata per i funerali di Alessia e Martina. La mamma Antonietta informata della loro scomparsa

alessia e martina

“Solo che non doveva andare così…solo che tutti siamo un pò più soli qui…sempre nel cuore”. Un passo di “Sta passando novembre”, struggente brano di Eros Ramazzotti, il contenuto di uno striscione esposto sulla scalinata della chiesa di Cisterna di Latina dove sono stati celebrati stamani i funerali di Alessia e Martin, i due angeli volati in cielo lo scorso 28 febbraio, ammazzate per mano del padre, il carabiniere Luigi Capasso, che lavorava presso la stazione di Velletri. 

Palloncini bianchi e rosa e due grandi cuori sono stati disposti all’ingresso della chiesa. In centinaia si sono radunati davanti la parrocchia di San Valentino per le esequie delle bambine, decedute tragicamente all’età di appena di 7 e 13 anni. Uno scrosciante applauso ha accolto i due feretri in bare bianche lungo il viale che porta alla chiesa ed oltre ai palloncini bianchi e rosa anche striscioni con messaggi strazianti hanno accompagnato l’arrivo delle piccole. Proprio nella cittadina ai confini coi Castelli è stato proclamato il lutto cittadino, coi negozianti che hanno abbassato le saracinesche e il Cimitero, dove verranno sepolte, è stato straordinariamente chiuso al pubblico sino alle 14.

Prima del rito funebre sono state liberate due colombe bianche, che si sono poi rifugiate sotto il portico della chiesa, quasi spaventate dalle migliaia di persone che hanno affollato la piazza commossa, che ha alternato applausi a pianti. Alle esequie, secondo una prima stima, hanno partecipato circa 15 mila persone; moltissimi i bambini,  a partire dai compagni di scuola di Alessia e Martina, che hanno salutato per l’ultima volta le due bimbe, indossando una t-shirt con la loro foto.

Il titolo del Tg5 riportato su TgCom24

L’OMELIA

Dopo avere ricordato a lungo Alessia e Martina, uccise dal padre, il parroco, Don Livio Fabiani, ha voluto ricordare nella sua preghiera anche il padre delle due sorelline. Parole che non hanno mancato di provocare la reazione di alcuni fedeli, ma il parroco, dopo un attimo di silenzio e commozione, ha aggiunto un eloquente “scusate ma la famiglia ha perdonato”.

“Il 6 maggio Alessia avrebbe ricevuto la cresima e Martina a settembre avrebbe cominciato il percorso parrocchiale” ha aggiunto ancora il parroco durante l’omelia. “Adesso é tutto finito. Ma é davvero tutto finito? In 50 anni di sacerdozio ho celebrato tanti funerali, morti uccise, suicidi o per lunghe malattie, giovani e anziani; qualcuno potrebbe dire sono abituato a funerali e morte. No, non sono abituato. Quando vedo una bara bianca, tanti perché affollano la mia testa. Sappiamo che, umanamente parlando, non ci sono risposte. Parliamo di cattiveria umana, follia, ma restiamo insoddisfatti. La risposata sta nel perché abbiamo portato Alessia e Martina qua, non in stadio o palazzetto. Abbiamo portato Alessia e Martina qui, in chiesa dove loro hanno cominciato a muovere primi passi cristianità. É qui che troviamo risposte”.

“È la risposta della fede in Gesù che un giorno proclamò: ‘Io sono la via, la Verità e la Vita”. E in questa via hanno mosso i loro passi Alessia e Martina accettando la verità di quella Parola ascoltata che le ha fatte approdare alla vita eterna. Perciò da questo evento dobbiamo ricevere un messaggio di vita per dare un significato all’accaduto. Ce lo ha detto san Paolo nella Prima Lettura proclamata: “Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso … sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore” (Rm 14,7.8). Alessia e Martina ora vivono nel Signore. E non soltanto un messaggio di vita dobbiamo ricevere – ha aggiunto Don Livio Fabiani – ma anche un messaggio di gioia! Si, avete capito bene: gioia! Alessia e Martina sono ora nella gioia di questo Regno e attraverso loro Gesù oggi dice a noi “se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”.

In questo momento allora lasciamoci attrarre dalla vita e dalla gioia di Alessia e Martina e se anche è difficile ascoltiamo ancora Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti e’ dolce e il mio peso leggero” ha concluso il parroco cisternense, chiamato a dare parole di Vita ad una tragedia di tale proporzioni.

LA MAMMA HA SAPUTO

“Grazie per l’amore che stiamo ricevendo da tutti voi, anche a nome di Antonietta, e grazie per le vostre preghiere perché ci stanno dando la forza per andare avanti. Grazie per l’affetto che ci ha circondato. Desidererremmo che l’amore che ci avete dimostrato continuasse a circondare anche nostra sorella Antonietta”. Sono queste le frasi pronunciate dai fratelli di Antonietta Gargiulo, madre di Alessia e Martina, al termine delle esequie, dal microfono dell’altare. Proprio lei, Antonietta, rimasta gravemente ferita dal colpo infertogli dalla pistola del marito, che secondo alcune indiscrezioni non ricorda neppure nulla di quanto accaduto quella mattina, ha saputo della morte delle figliolette proprio nella giornata di ieri, alla vigilia del loro funerale. A darle la tragica notizia alcuni familiari insieme ad un team di psicologi dell’ospedale San Camillo, dov’è ricoverata dal giorno della tragedia. La donna, che non è più sedata e si trova ancora nella terapia intensiva, sarà seguita costantemente dagli psicologi, chiamati a farle assorbire gradualmente un dolore tanto grande.

Tra le corone di fiori presenti all’esterno della chiesa una riportava la dicitura ‘I colleghi della Findus’. L’azienda presso la quale lavora Antonietta Gargiulo ha infatti deciso di sospendere la produzione per consentire ai colleghi della donna di poter dare l’ultimo saluto alle piccole.

 

 

 

 

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