POLITICA

Lariano – Assise lunga e travagliata. Bocciata la commissione d’indagine richiesta dalla minoranza

caliciottiù

Non è stata approvata la richiesta di una commissione speciale di indagine avanzata dalla minoranza compatta sulla questione del debito fuori bilancio  relativo ad un contenzioso per un compenso non corrisposto, risalente al ’74.

La questione fa riferimento alla sentenza del Tribunale di Velletri n. 175 del 2015, che ha condannato il Comune per una cifra di 608mila euro, in aggiunta a 33 mila euro di spese, che l’Ente, solo in occasione dell’ultimo bilancio di previsione ha inserito, su sollecitazione del revisore dei conti, nella programmazione economica. Somme non dovute, come ha inteso ribadire il Primo Cittadino, ma in merito alle quali la minoranza intendeva vederci chiaro, individuando le eventuali responsabilità, tramite un’ apposita commissione di inchiesta.
Ma la mozione si è scontrata contro il muro della maggioranza, che invece l’ha ritenuta inutile. Nello specifico la consigliera  Verri, di Movimento per Lariano,ha chiesto al Sindaco se esiste un articolo all’interno del Testo unico Enti Locali (Tuel) che ha permesso alla sua precedente amministrazione di non inserire il debito fuori bilancio  nel 2015, quando cioè fu notificata la sentenza di condanna, nonostante dagli articoli 193 e 194 dello stesso risulti un atto dovuto e vincolante. Anche la consigliera Tiziana Cafarotti, di Insieme per Cambiare, ha ricordato al Primo Cittadino come egli stesso, in un

L’intervento del Sindaco Maurizio Caliciotti

precedente consiglio, avesse suggerito la possibilità di costituire una commissione.

Ma la maggioranza ha ribadito di aver esplicitato attraverso tutti i documenti messi a disposizione l’iter della costituzione del debito fuori bilancio. La votazione ha visto il risultato di sei voti favorevoli alla costituzione della commissione d’indagine ( la minoranza compatta, insieme all’assessore Ilaria Neri), e il voto contrario del resto della maggioranza.

“Qualsiasi avversità a far chiarezza da parte della maggioranza è sospetta ed imbarazzante – ha sentenziato Gianluca Casagrande Raffi (Insieme per Cambiare) -, visto il continuo lievitare dei costi per i cittadini, a causa di contenziosi legali, a volte totalmente infondati, spesso temerari e pretestuosi. Con tutte le spese legali e processuali totalmente a carico della collettività. L’unico risultato ottenuto sino ad ora, è l’aumento continuo del debito che percepirà la Banca Popolare del Lazio. Oggi viviamo nella sincera speranza di vincere la sentenza di appello, prevista per dicembre 2018.
Senza demagogia e strumentalizzazioni, noi chiediamo solamente Trasparenza e Verità”. 
“Il nostro dubbio rimane – ha continuato Casagrande -: tutte le belle parole sono state dette da un  sindaco di una comunità, in difficoltà economica anche per quel debito, da un consigliere comunale di maggioranza, da un delegato al bilancio e capogruppo delle amministrazioni (1974 – 2001) che hanno dato quegli incarichi al professionista, oppure da un consulente ex direttore delle filiali della Banca Popolare del Lazio che ci ha fatto il pignoramento?
Qual é il vero ruolo di un Sindaco, perché non chiarirlo in una apposita Commissione di indagine?
Se non si ha nulla da temere, perché non fare chiarezza ed individuare le responsabilità politiche, per poi trovare insieme soluzioni condivise, al fine di collaborare ed evitare gli stessi errori?
Si è persa una ottima occasione per vederci chiaro e per dire la verità  ai Cittadini”.

Il clima, già ben rovente, è esploso poi con gli ultimi punti all’ordine del giorno. Dapprima un improvviso quanto strano ritiro del quarto punto, relativo  al “regolamento per l’affrancazione dei canoni di natura enfiteutica , dei canoni enfiteutici dei beni di uso civico e l’alienazione di terreni di proprietà collettiva  di uso civico edificati o edificabili”. Proprio mentre il vicesindaco Claudio Crocetta ne dava lettura, la delibera – che non era stata discussa in commissione – è stata ritirata.
Giunti al quinto punto la minoranza compatta ha abbandonato l’aula in quanto la delibera proposta verteva su di un argomento urbanistico che non era stato presentato e discusso, come da regolamento, in commissione. Inoltre, hanno lamentato i membri dell’opposizione, i documenti erano stati consegnati alla minoranza solo il lunedì.
L’assenza della minoranza è durata fino a conclusione della discussione del quinto punto, per poi rientrare per l’ultimo all’ordine del giorno, quello relativo all’esonero dei disabili e delle famiglie in difficoltà al pagamento della mensa, avanzato dalla consigliera Verri. 

Per una dimenticanza  è stata aggiunta solo lunedì mattina la mozione sulla rimodulazione  della compartecipazione proporzionale al servizio mensa scolastica  da parte dell’utenza con particolare riguardo alle famiglie in difficoltà economica e alle famiglie con disabili che devono essere esonerata dal pagamento. “A Lariano i disabili pagano la mensa in base al reddito delle loro famiglie – ha detto la consigliera Verri -. Il nostro comune esonera solo sei studenti disabili, per tutti gli altri vale il regolamento e le divisione delle fasce Isee. Ho già avuto modo di sottolineare come molte famiglie a Lariano rinunciano al tempo scuola prolungato o pieno perché non possono permettersi il pagamento della mensa. Ci troviamo dunque di fronte ad una vera e propria emergenza educativa, che si acuisce nel caso di soggetti disabili, ed è quindi evidente che bisogna aiutare le famiglie”. 

La minoranza anche in questo caso ha richiesto compatta di votare per la rimodulazione delle tariffe con esonero degli studenti disabili, ma la maggioranza, contraria, ha proceduto per una revisione del regolamento che verrà discussa in commissione.

L’assise, tra screzi e frecciatine, è terminata alle ore 21,30. 

 

 

 

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