POLITICA

Marino – Il Pci denuncia: ‘Tolti i nostri striscioni, padroni e Comune vogliono il silenzio?’

scritte palaghiaccio marino

“Caprotti e Rockeller, questi sono stati i due protagonisti che hanno fondato in Italia una società di Supermercati – inizia così il comunicato del Partito Comunista dei Castelli Romani -. Era il 1957 e la “S” di supermercati era allungata in alto come una cornice. Tanto che in seguito quella lettera cosi ideata portò direttamente alla nuova denominazione societaria: Esselunga. La famiglia Caprotti, in verità nei tempi recenti anche un po’ litigiosa al proprio interno, ha comunque mantenuto questo marchio. Anche le vocazioni di comunicazione (storici alleati della Manzoni con cartellonistica di successo) e di contenuti a fini sociali (Croce Rossa, migliaia di premi di prestigio per la clientela ecc.) appartengono ancora in questo 2018 alla Esselunga. Ciò per dire, che dal punto di vista dei comunisti, di noi comunisti di Marino, non è che abbiamo particolari antipatie, ovvero avversità verso questa società. Semplicemente costatiamo che la Esselunga – secondo noi incautamente – ha investito una grossa somma di denaro – si dice milioni di euro – per acquistare una grande struttura sportiva, benchè attualmente in semi abbandono. Al pari, costatiamo che la struttura sportiva, utilizzata ed utilizzabile anche per eventi che vanno oltre gli sport su ghiaccio, ma che appartengono alla industria dello spettacolo e quindi industria culturale in senso ampio, mantiene ancora – al di là della vicenda fallimentare – paletti ben precisi che non si configurano come idonei alle attività economiche di Esselunga. Come ad esempio il vincolo a non cambiare destinazione d’uso per 99 anni alla struttura. Ma, al di là di questa che non pensiamo si possa configurare come la “vendita della Fontana di Trevi” agli eredi Caprotti da parte del Tribunale di Velletri, l’azione che prevale fa intravvedere sullo sfondo ipotesi di co-azione, addomesticamenti delle destinazioni d’uso, etc. Aggravata questa azione, da silenzi, da nascondimenti dell’elefante dietro la fragola, che fanno invece mostrare l’assessore Andrea Trinca, il Sindaco avv. Carlo Colizza, la Giunta tutta, compresi quelli che si occupano (o dovrebbero istituzionalmente, e per questo remunerati a fine di ogni mese) di commercio, di cultura, di sociale, etc. tutti con la bocca cucita. Tanto che può apparire che siano preoccupati dell’una o dell’altra cosa. Cioè: o preoccupati di non essere in grado di fermare una speculazione commerciale all’assalto, e loro inermi, indifesi, ingenui, sprovveduti non sanno come arginare. Oppure preoccupati di non riuscire a portare a termine proprio il “bel disegno” di cancellare una magnifica struttura sportiva e culturale (tanto la si può sostituire con lo sgorbio ipotizzato sulla testa degli studenti della Ungaretti di Marino!) per metterci al suo posto un bel centro commerciale che ammazzi un altro po’ di attività economica familiare marinese. Perché facciamo questa ipotesi? Semplicemente perché abbiamo presente l’iter che sta seguendo la vicenda in modo politico e amministrativo e sociale. Riassumiamo: 1. Il Tribunale svolge l’asta e Esselunga acquista il Palaghiaccio. Che fa il comune? Sta zitto. Anzi, peggio: comunica che prima di decidere se fare un mega centro commerciale aspetta proposte. Di che tipo? Siete scesi da Marte con l’ultima eclisse di luna? 2. Il PCI evidenzia il problema, pone una serie di quesiti e chiede – rispondendo ad un Comitato di quartiere che affronta la questione – alle forze politiche e sociali e a tutti i cittadini, oltre che agli amministratori, ovviamente, di attivare un grande confronto trasparente nel merito. Qualcuno, di orientamento anche lontano da noi, oltre che altri componenti del CdQ,  prende la parola e sottoscrive la necessità del confronto. 3. Proprio per dare forza e creare una sorta di “promemoria”, certamente secondo il nostro indirizzo non degli speculatori, decidiamo, in attesa del confronto che si potrà attivare a settembre (post vacanza estiva insomma), di mettere in evidenza dei giganteschi POST-IT. Dove li mettiamo? Sui cancelli di ingresso del semiabbandonato Palaghiaccio. 4. Dopo alcuni giorni cosa accade? Che anonimamente – non si sa se il Comune, ovvero la proprietà – vengono defissati i POST-IT dei comunisti.

Cosa avranno avuto di così pericoloso? La posizione di merito? Certo sui fogli era scritto “Meno Privato, Più pubblico”; addirittura c’era anche una richiesta “Strutture per sport e cultura”; e perfino una richiesta contro l’attività privata “No centro commerciale”.

In verità, noi sospettiamo che insieme alla pericolosità dei contenuti, che per diventare spaventevoli per alcuni, in verità dovrebbero e dovranno trovare molto sostegno tra forze politiche e sociali e tra i cittadini, ciò che ha inferto timore nelle manine che si sono accanite contro alcuni fogli vergati con lo spray rosso, invece che contro la ruggine che sta mangiando quei cancelli bianchi; ecco, noi sospettiamo che il tiro è proprio contro il fatto che se ne parli. Tacere, tacere, tacere, qui si devono fare affari, mica politica. Qui si fanno due chiacchiere amichevoli tra comune e proprietà, mica conflitti. D’altronde prendiamo esempio dai più: che forse qualche forza di opposizione ufficialmente s’è pronunciata? Ecco, perché la eterogenea composizione – né di destra né di sinistra, ma attenti a non disturbare i padroni – degli eletti e degli attivisti del Movimento Cinque Stelle stanno tutti, tutti, tutti, zitti, zitti, zitti? Ecco perché abbiamo deciso di tornare ora su questo argomento: perché nessuno taccia. Perché ognuno possa esprimere la propria opinione. Ci hanno fatto fare un referendum fasullo sull’ecocentro che poi non ha visto la luce, ma ogni cittadino, ogni portatore di  interesse economico come i piccoli commercianti, devono tutti tacere. Per poi subire.

Esimi padroni ed egregi amministratori, avete avuto ragione a temere la nostra iniziativa perché è volta a non tacere. Ma avete avuto torto nel credere che la defissione dei POST-IT ci inducesse al silenzio. Noi continueremo, continueremo e continueremo. Quelli che dovranno farsela sotto, siete voi, e forse avete già cominciato!”

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