POLITICA

Velletri Servizi, a rischio nullità oltre 1000 accertamenti. Trenta (M5s) e Greci (CvpV) all’attacco: ‘Presupposti di danno erariale’

VELLETRI SERVIZI GRECI TRENTA

A rischio nullità oltre 1000 accertamenti spediti negli anni scorsi dalla Velletri Servizi. Questo sembra profilarsi all’orizzonte della già malconcia partecipata del Comune veliterno, delle cui sorti si è recentemente discusso, nel corso di un vivace Consiglio comunale. 

Giorgio Greci durante una recente seduta consiliare

A svelare quanto emerso in queste ore é per primo Giorgio Greci, consigliere comunale di Con Voi per Velletri. “Attualmente – ha dichiarato Greci in queste ore – la Velletri Servizi sta svolgendo ed ha svolto per quasi un anno le proprie attività senza che sia stato registrato il proprio statuto al registro delle imprese, visto che lo statuto precedente non fu mai registrato dal notaio poiché vi erano dei vizi, come avvalorato anche dal rigetto del ricorso presentato. Cosa altrettanto incresciosa e meritevole di segnalazione alla Corte dei Conti scaturisce dopo attenta analisi di copia del verbale del Cda richiesto. In un punto all’odg – ha evidenziato l’ex candidato sindaco – viene messo in evidenza che negli anni antecedenti erano state inviate (contro la stessa decisione del CDA) centinaia di notifiche di accertamenti utilizzando il servizio di poste private, ed andando contro le normative vigenti, quindi con presupposto di un danno erariale. Se la società ha operato senza statuto per tanto tempo sono validi gli atti che ha prodotto, non essendo registrata al registro delle imprese?. Di chi è la responsabilità? Chi il responsabile della scelta di affidare a poste private il servizio di notifica?”.

Domande che presto dovranno trovare conferma, tanto più in un periodo di avvicendamenti ai vertici della partecipata, che a giorni vedrà nominato il suo nuovo presidente. 

A rincarare la dose é stato Paolo Trenta, consigliere del Movimento 5 Stelle: “Sembravano scongiurati i problemi legati alla principale società partecipata del Comune di Velletri – ha premesso Trenta -, quando lo scorso anno fu dato il via al suo risanamento e rifinanziamento sulla base di un piano industriale. Ci fu inoltre l’adeguamento dello statuto alla legge sulle società partecipate (la legge Madia) che ne norma il controllo che l’Ente vi esercita. In assenza di tale adeguamento la società non può essere iscritta nel registro ANAC e non può ricevere affidamenti in house (senza gara). Nella convocazione dell’ultimo consiglio comunale – ha ricordato Trenta -, noi consiglieri trovammo nell’ordine del giorno modifiche allo statuto della Velletri Servizi, pensando che fossero degli aggiustamenti.

A 3 giorni dal consiglio invece, scoprimmo che il problema era ben diverso. Il precedente statuto, non fu approvato dal notaio e non fu registrato e fu presentato un ricorso al Tribunale delle Imprese. Il ricorso è stato perso e quindi lo statuto va riadeguato secondo le indicazioni della sentenza del Tribunale.

Il consiglio comunale del 13 settembre, in cui si è dibattuta la modifica dello statuto, è stato lungo e complesso.

Siamo stati gli unici a presentare emendamenti che andavano nel recepimento della normativa e verso una maggiore meritocrazia.

Volevamo che un amministratore che avesse chiuso un anno in perdita fosse mandato a casa, restringendo le maglie della legge; invece la maggioranza ci ha bocciato, motivandola come troppa burocrazia che rende le cose difficili, meglio lasciare tutto com’è.

Abbiamo chiesto che gli amministratori delle partecipate non potessero avere debiti con l’Ente, per evitare conflitti d’interesse, ma ci hanno bocciato anche questo. D’altra parte ce lo aspettavamo, fecero lo stesso quando chiedemmo di far rispettare la legge, facendo decadere i consiglieri che avevano debiti con il Comune.

Tornando alla Velletri Servizi: oggi il CDA si è dimesso, la società è in un limbo, senza guida e senza uno statuto che la faccia lavorare. La nostra solidarietà va ai dipendenti che vivono un momento di grande dell’incertezza, e confidiamo che si risolverà presto. Ma non finisce qui.

Leggendo il verbale con il quale il CDA si è dimesso – ha ribadito il consigliere pentastellato – abbiamo scoperto che in quella assemblea fu riscontrato che negli anni precedenti erano state inviate, contro la decisione dello stesso CDA, centinaia di notifiche di accertamenti tramite le poste private di fatto rendendo nulli gli atti per centinaia di migliaia di euro.

Abbiamo evidenziato il problema al sindaco chiedendo un atto di responsabilità e di verifica.

Il sindaco Pocci ha risposto che sarebbe stata sua cura intervenire nell’immediato.

Verificheremo quanto accaduto – ha concluso Trenta -, ma certamente la cosa non finisce qui”.

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