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Altro che quartiere modello! La verità su ‘Cecchina 2 Plus’ é differente dai proclami del 2016

Ecco la situazione al parcheggio nel settembre del 2018, ad oltre 2 anni dall’inaugurazione in pompa magna dell’aprile 2016

Solito taglio del nastro, sorrisi ad uso e consumo dei fotografi presenti e tutta una serie di promesse che poi il tempo sembra aver spazzato via.

Era il 22 aprile del 2016, oltre 2 anni fa, quando Cecchina fu teatro dell’inaugurazione del quartiere “Cecchina 2 Plus” (“dove sono sorte scuole – si può leggere nella cronaca dell’epoca – elementari e materne, un nuovo e vasto Auditorium, un mega parcheggio per residenti e visitatori, una sala polivalente e palazzine di edilizia popolare”). Presenti, tra gli altri, l’assessore regionale Guido Fabiani, il sindaco Nicola Marini e il vice Maurizio Sementilli, nonchè ad altri componenti della Giunta comunale, consiglieri regionali, metropolitani e comunali. Circa 500 cittadini e tutte le autorità religiose, militari e civili, che presero parte all’inaugurazione dei locali. 

“Oggi – dichiarò a caldo il Primo cittadino – abbiamo inaugurato le opere realizzate all’interno del progetto P.L.U.S. (Piano Locale Urbano di Sviluppo) interamente realizzate con finanziamenti europei. Nel farlo abbiamo consegnato alla nostra comunità un asilo nido, una scuola materna, una mensa scolastica, un auditorium, un centro civico e un’area parcheggi. Abbiamo dimostrato perché Albano è un “Comune virtuoso”: per aver rispettato i tempi (anche se il cartello dei lavori identificava nel 7 gennaio del 2015 il termine degli stessi, ndr) e per aver presentato progetti validi e all’avanguardia. Siamo orgogliosi del lavoro fatto e ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito al buon esito di questo importantissimo intervento di riqualificazione del nostro territorio. Grazie alle ditte, ai progettisti, allo staff dei progetti P.L.U.S. della Regione Lazio con il quale abbiamo avuto una efficacia sinergia e grazie agli uffici coinvolti e al personale del nostro Comune che hanno dimostrato grande professionalità e competenza. Questi edifici – ha concluso Nicola Marini – sono una realtà ed è merito di tutti!”.

Lo stato della “strada”

A distanza di oltre 2 anni, dicevamo in premessa, la situazione appare però difforme a come all’epoca fu descritto, quando sembrò definitivamente concretizzarsi quel grande progetto di edilizia realizzato interamente con fondi pubblici europei. Progetto che, sulla carta, comprendeva: Scuola Materna ed elementare, asilo nido, mensa, Sala polivalente, Auditorium e centro civico, parcheggi e parco giochi, oltre alloggi destinati all’edilizia residenziale pubblica, con altri finanziamenti già in essere.

Nell’aprile 2016 ci si vantò di aver messo a punto un progetto di qualità che avrebbe creato un quartiere modello nel territorio dei Castelli Romani: “Un grande progetto di Edilizia Pubblica, realizzato interamente con soldi pubblici” fu il leit motiv degli interventi delle autorità. Eppure, andando a ritroso, anche attraverso le testimonianze e i racconti di chi in quelle zone ci vive e le frequenta, il giorno dell’inaugurazione, il 22 aprile 2016, al di là degli annunci in pompa magna, solo la scuola materna era pronta ad aprire le porte a settembre. L’adiacente asilo nido, difatti, è stato operativo dall’anno successivo e un abbozzo di parco giochi è rimasto quasi incastrato tra il cantiere e le erbacce.

“Nessun aggiornamento – ci fa sapere una residente – è stato più dato circa l’avanzamento dei lavori per completare il quartiere. Fin cui potrebbe essere considerata cosa normale in Italia, etichettandola alla voce “i soliti ritardi”. Ma io – continua la testimone di quanto accade in quell’area – sono qui a sottolineare che in cantiere c’è una struttura nuova anche se non perfetta, una scuola materna e un asilo nido comunale dove lavorano educatrici e insegnanti che tutta Italia potrebbe invidiarci.  Il problema è che il plesso è situato nel NULLA; un nulla amministrativo, burocratico e, soprattutto, pratico. L’unico accesso è costituito da un lungo sentiero sterrato che aggira il cantiere e termina con un piccolo piazzale, entrambi pieni di buche e fango quando piove e polvere quando fa caldo. Il tutto spesso circondato da erbacce ad altezza uomo delle quali più volte sono spuntati serpenti. In tutto ciò il sindaco afferma che quella sottospecie di strada vada percorsa a piedi, col bello e cattivo tempo…che ci sia fango, polvere, buche o serpenti non importa. Con bambini da 0 a 6 anni, poi…”.

Nella sostanza tutti i genitori percorrono quella strada in auto, nonostante le autorità comunali facciano finta di nulla, essendosi “lavate le mani”, con un cartello che vieta l’accesso ai non autorizzati. “Ma quella strada – torna a ribadire la nostra lettrice – non è affatto sicura per chi va a piedi, per chi va in auto e neanche per lo scuolabus, che ho visto con i miei occhi più di una volta in difficoltà con le ruote nelle buche fangose o polverose”.

Morale della favola, dotandosi di un minimo di raziocinio, dopo aver peraltro perlustrato la zona, la soluzione più logica non ci pare quella vietare il transito alle auto, ma quella di sistemare la strada. Anche perché, ed é di nuovo la nostra testimone ad evidenziarlo, “nel piazzale che precede l’ingresso i bambini piccoli devono schivare buche e pozzanghere prima di approdare al marciapiedi che li conduce a scuola. Immaginate una mamma con due o più figli uno più piccolo dell’altro…

Va ricordato che a lavori terminati (quando?) a quel plesso si dovrebbe accedere dal lato opposto (da via Romania, che dà il nome al plesso), con una strada che solo allora potrà essere approntata. “nel frattempo noi dobbiamo arrangiarci e sottostare a condizioni pietose, in attesa che venga costruito un “quartiere virtuoso”?” si chiede ancora la nostra solerte lettrice, che ha messo a nudo una realtà ben distante da quella che venne infiocchettata e data in pasto all’opinione pubblica oltre 2 anni or sono. 

Il taglio del nastro, avvenuto nell’aprile 2016

“Vista la lentezza nel completare il progetto totale e visto che ormai quelle scuole sono state aperte, si chiede solo che quella specie di tratturo provvisorio e la zona antistante la scuola vengano migliorate in modo da potersi chiamare “strada”, il primo, e “piccolo parcheggio”, il secondo. Volendo poi agire sempre per la sicurezza dei bambini andrebbe trovato il modo di porre un cancello a limitare l’entrata e l’uscita dal plesso, curate e controllate sempre le recensioni che limitano il cantiere adiacente alla scuola,  attivata una linea telefonica all’interno della scuola, la cui importanza evidente in caso di emergenze o urgenze,  creato un protocollo che indichi come gestire le criticità legate alle utenze.

“A fine anno scolastico – ricorda la nostra lettrice – ci sono state più volte interruzioni del servizio con conseguenti disagi per le famiglie, per mancanza d’acqua o corrente e paradossalmente al terzo/quarto intervento in pochi giorni non si era evidentemente creato un protocollo per questa nuova scuola. L’assunzione di responsabilità per la sicurezza dei bambini, che dovrebbero avere precedenza su tutto in un paese civile, non può essere rimandata al “fine lavori””.

Sarebbe bene che i politici che quel giorno ammiccarono ai fotografi, dessero conto di quanto accaduto sinora, contribuendo a chiarire le cause e, soprattutto, a porvi rimedio. 

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