Attualità

Cn Motors – Quell’aereo che troneggia su Velletri: l’F 104 Starfighter fu un…’fabbricante di vedove’, ma tanto altro ancora

Vellletri aereo ciammellone

 

L’F 104 Starfighter che si trova a Velletri, nel quartiere Velletri Est, in via Aldo Moro

a cura di Paolo Colò

Se mai vi è capitato di andare al cinema di Velletri avrete sicuramente notato sullo sfondo, un po’ in disparte, uno stupendo areo grigio. Con il muso leggermente rivolto verso l’alto, sta lì fiero. Fa emozionare giovani e meno giovani. Oggi vi voglio parlare di lui. Si lui, come fosse una persona. Infatti per molti, ormai ex piloti, è stato molto più di un mezzo, quasi un fedele compagno. Il fido scudiero di una carriera.

Lo voglio fare anche perché, con la redazione di Castelli Notizie, vogliamo dare una direzione più trasversale alla nostra rubrica “Cn Motors”. Infatti per noi appassionati di motori non importa se parliamo di auto, moto, aerei o barche, l’importante è che siano veloci ed emozionanti.

Tornando al protagonista della nostra storia è giunto il momento di presentarlo. So che per alcuni di voi, nostri affezionati lettori non servono presentazioni, ma ci sono molti giovanissimi e curiosi che vogliono sicuramente sapere quale è il suo nome è perché è così importante da meritarsi un posto su un piedistallo. Il nome  è Lockheed F 104 Starfighter. Negli anni però i soprannomi si sono sovrapposti al suo vero nome di battesimo, dato dal grande progettista Kelly Johnson.

Infatti per via dei suoi difetti o del suo aspetto, le diverse forze aeree gli hanno affibbiato diversi nomignoli. Dal più infamante “fabbricatore di vedove”, a causa della sua propensione al precipitare, fino al più affettuoso “Spillone” per via della sua forma lunga e affusolata. Ma ve ne sono stati molti altri altrettanto infamanti o simpatici.

Fu la colonna portante della nostra difesa area

La storia nell’Aeronautica Militare Italiana è lunga è ricca di storie. Infatti per anni è stata la colonna portate della nostra difesa aerea. Per ben 40 anni, dal 1 maggio 1963 al 27 luglio del 2004, questi caccia, in diverse varianti hanno servito il nostro paese giorno e notte in difesa dei nostri cieli e della nostra sicurezza.

Fu spesso al centro di polemiche per via dei costi di gestione e per la sicurezza. In effetti giunti verso la fine del XX secolo presentava ormai un elevato grado di obsolescenza rispetto ai velivoli dei nostri alleati. I costi di gestioni erano alti per quello che ormai poteva offrire in termini di versatilità ed efficienza. Ma una cosa ha continuato ad offrire al pari dei suoi concorrenti e lo ha fatto senza mai sfigurare, fino a l’ultimo giorno della sua carriera ed anche oltre.

Ha elargito emozioni e sogni. Ricordo ancora nitidamente il giorno della sua festa di addio a Pratica di Mare, il 30 maggio 2004. Un tripudio di ululati e post bruciatori, accompagnati dalle fiamme sputate fuori da quel pozzo nero posto sulla coda. Per tutto il giorno si susseguirono voli in formazioni degli F 104 e singole esibizioni del 104 e di molti altri splenditi velivoli.

Ho parlato di ululati, ebbene sì il rumore del turbogetto General Electric j79 che lo spingeva aveva un suono inimitabile. Da brividi il rumore che emetteva in accelerazione, a metà strada tra un urlo bestiale e un’esplosione devastante. Spesso è stato definito come l’urlo dei contribuenti, per via delle spese che comportava il suo mantenimento in linea. Ma io credo che chiunque lo abbia ascoltato almeno una volta non lo ha mai dimenticato. Se siete appassionati di motori e potenza non potete non amare questo aereo e il suo motore.

Nonostante fosse stato concepito negli anni 50 come intercettore puro per gli USAF, non ebbe un grande successo ed ebbe una carriera piuttosto breve per via della sua scarsa autonomia e per l’inadeguato armamento. Trovo la sua realizzazione in Europa come caccia ogni tempo nella variante G. La lettera G sta per Germany, in quanto nel momento in cui l’F 104 si rivelò un insuccesso commerciale per in USA, la Germania era alla ricerca di un nuovo aereo dalle caratteristiche polivalenti, da inserire nelle fila della sua difesa aerea.

Infatti la variante G fu studiata per rendere l’aereo originale adatto ad attività, non solo di caccia puro, ma anche di ricognizione e attacco al suolo. Inoltre le capacità da caccia furono ulteriormente migliorate rendendolo una caccia ogni tempo, cioè in grado di svolgere le sue mansioni di intercettore anche con condizioni meteo avverse. Oltre la Germania tra i suoi utilizzatori si annoverano diversi altri paesi, appartenenti alla NATO e non. Tra questi l’Italia, come già detto, fu uno dei principali. Le versioni che furono introdotte presso la nostra forza armata furono tre. L’F 104 G con la funzione di Caccia ogni tempo principalmente e di attacco al suolo secondariamente. Inoltre, rispetto le versioni precedenti (quelle impiegati negli USA per intenderci) aveva fusoliera ed ali rinforzate, capacità dei serbatoi di carburante maggiorata, carrello rinforzato e con ruote più grandi, deriva maggiorata e manovrabilità migliorata.

Anche l’avionica fu ammodernata con un nuovo radar con capacita oltre che aria-aria anche di mappatura del terreno. A questa versione furono affiancate le versioni TF biposto, per l’addestramento degli equipaggi e RF da ricognizione tattica. La lunga permanenza nei reparti dell’aeronautica militare italiana ha fatto sì che negli anni questo velivolo subisse diversi ammodernamenti per continuare a svolgere le sue attività di protezione dei nostri cieli al massimo livello.

Quindi il successore della versione G fu l’F 104 S. In questo caso S sta ad indicare che la nuova versione, migliorata in diversi aspetti aerodinamici ed avionici, era in grado di usare anche in nuovi missili Sparrow, di cui la S è l’iniziale. In Italia la licenza per la costruzione di questa nuova versione, come già avvenuto per la versione G, fu affidata alla “Divisione Aviazione” della Fiat, più nota con il successivo nome di Aeritalia. Il primo prototipo fu un RF 104 G modificato che volo il 22 dicembre del 1966.

Segui poi nel dicembre del 1968 il volo del primo velivolo di serie. La versione S fu prodotta in due varianti, quella di caccia puro armato con missili Sparrow e Sidewinder ma privata del cannone Vulcan da 30 mm e, quella da attacco al suolo che poteva disporre di una vasta gamma di bombe ed ordigni aria suolo tra cui il cannone da 30 mm.

Le due versioni erano intercambiabili e ad oggi risulta difficile censirle e dare dei numeri esatti rispetto il numero di velivoli dell’una o dell’altra specifica. Il numero complessivo di F 104 S acquistati fu di 205 esemplari. A questa versione seguirono poi altri due aggiornamenti sempre per permettere al velivolo di mantenere alti gli standard operativi. L’aggiornamento ASA, dove la sigla sta per “Aggiornamento sistema d’arma” fu introdotto a partire dal 1986 e l’ultimo esemplare fu consegnato nel 1990. I miglioramenti erano principalmente nel radar capace di operare con missili più avanzati, come la verisone L del AIM 9 Sidewinder e il missile Selenia Aspide. In totale sono stati ammodernati 147 velivoli Prima di uscire dal servizio, nel 1997, 49 velivoli F 104 ASA e 15 TF 104 ASA furono aggiornati allo stnadard ASA M, dove M sta per modificato. Questo aggiornamento, inizialmente noto come “ECO”, Estensione Capacità Operative, prevedeva l’introduzione di nuova avionica, irrobustimenti strutturali e interventi sul motore con lo scopo principale di migliorarne l’affidabilità.

I numeri di questi velivoli erano impressionanti. In tutte le versioni l’F 104 riusciva a raggiungere velocità superiori ai 2000 km\h. Era in grado di raggiungere la quota di 10 700 metri in poco meno di un minuto e mezzo e quella di 17 100 in 2 minuti e quaranta secondi. (Versione ASA). Era anche molto leggero se confrontato con i velivoli di pari categoria, A secco pesava 6760 kg e nella configurazione Clean (“pulita”, cioè priva di armamenti e serbatoi ausiliari, solo con carburante e pilota) il peso al decollo era di 9840. La spinta dei motori con il post bruciatore era di 7960 Kg, cioè superiore al suo peso a secco e di poco inferiore del peso massimo al decollo in configurazione pulita. Nella scheda vengono riassunte le principali caratteristiche della versione G ed S.

F 104 G

F 104 S

Lunghezza

16,66 m

16,7 m

Apertura alare

6,36 m

7,64 m

Altezza

4,09 m

4,11 m

Superficie alare

18,22 m2

18,2 m2

Peso a secco

6 350 kg

6 760 kg

Peso massimo al decollo

13 170 kg

14 060 kg

Motore

1 turbogetto General Electric J79-GE-11° con postbruciatore

1 turbogetto General Electric J79-GE-19 con post bruciatore

Spinta

3400 kg (6900 con postbruciatore )

5280 kg (7960 con postbruciatore)

Tangenza massima

17 700 m

18.000 m m

Autonomia massima

2 623 km

2 920 km

Raggio d’azione

670 km

608 km

Velocità crociera

981 km/h

Velocità massima

2 125 km/h in quota Mach 1,85 a 11 000 m

2 330 km/h in quota Mach 2,2 a 11 000 m

Velocità di stallo

347 km/h;

340

Corsa di decollo

830 m

Corsa di atterraggio

760 m

Il velivolo che si trova a Velletri è in un modello S in versione ASA con aggiornamento M, l’ultima versione in servizio presso la nostra forza aerea. In particolare è un velivolo appartenente al Reparto Sperimentale di Volo (RSV) come ci suggerisce lo stemma sulla deriva e la scritta sulla fusoliera (RS 25).

Il reparto sperimentale è un’unità dell’aeronautica militare, il cui compito è quello di testare, a terra e in volo, tutti i velivoli ed il materiale di volo di cui dispone la forza armata o che intende acquistare, e che quindi necessità di una valutazione per verificarne caratteristiche, convenienza ed utilità. Il reparto ha sede presso il centro sperimentale di volo dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, a pochi passi da noi. Negli anni non sono stati pochi i piloti che per ragioni di servizio sono venuti a stabilirsi nei nostri Castelli Romani, proprio per la vicinanza con questa base (tra le più grandi d’Europa) e con la sede del 31° storno di Ciampino. Da qualche ricerca fatta su interne, siamo risaliti dal sito del comune di Velletri al numero di matricola del velivolo MM6925 (L’equivalente del numero di telaio delle auto). Sempre attraverso ad internet abbiamo potuto constatare che questo velivolo era aggiornato allo standard M ma nel 2003 era nelle condizioni di WFU (“Withdrawn From Use = parked/stored” cioè ritirato dal servizio) (fonte . https://theaviationist.com/special-reports/starfighter-swan-song/). L’F 104 in questione fu posto li come monumento ai caduti in volo ed oggi le condizioni della piazzola non sono splendenti.

In ultimo, per chiudere questo breve salto nella storia e nella “tecnica” aeronautica vorrei spendere due parole per questa meravigliosa creatura dell’ingegneria aeronautica. Per molti potrebbe sembrare uno strumento di morte, e probabilmente nei suoi scopi originari l’intento era proprio quello, ma non possiamo negare che specie per noi appassionati e ancor di più per chi ha avuto l’onore di pilotarlo, questo velivolo è un mito, un sogno e in alcuni casi una motivazione. Ma quello che non tutti sanno, specie i non addetti al settore e coloro che non hanno particolare passione per il tema, che il suo utilizzo non era limitato come mero strumento di guerra. Infatti questo velivolo, nell’attività di CIO (caccia intercettore ogni tempo) aveva anche il valoroso compito di intercettare velivoli civili e non in difficoltà, magari a causa del mal tempo o per qualche avaria, ed aiutarli a ritrovare la rotta o l’aeroporto più vicino. Sarebbe bello poter raccontare qualche storia di questo velivolo magari raccontata da qualche ex cavaliere del cielo, che in questo momento sta leggendo la nostra rubrica. Sarebbe bello trasmettere e raccontare storie a lieto fine, o magari divertenti, in cui lo spillone ne è il protagonista. Per il momento vi consiglio a voi che avete letto questo piccolo resoconto storico fino alla fine di fare una visita al velivolo che si trova in via Giuseppe di Vittorio, nella zona 167 di Velletri. Avvicinatevi, con riverenza e rispetto mi raccomando, ed impressionatevi pure nel vedere le sue forme sinuose ed affusolate. Quella punta così pronunciata culminante con il tubo di Pitot. La cabina di pilotaggio talmente piccola che sembra quasi ricavata per caso, incastrata tra il muso e il motore. Chi avrà qualche nozione d’ingegneria ed aerodinamica si faccia anche impressionare dalle dimensioni delle ali. Cosi piccole e con quel profilo laminare, che quasi sembra impossibile che potesse volare.

In effetti non era un velivolo per tutti, ma questo magari ce lo racconterà qualcuno che lo ha conosciuto sul serio. Poi prima di andare buttate uno sguardo all’interno della bocca posteriore e fatevi un’idea delle proporzioni del motore rispetto al velivolo. Capirete perché aveva prestazioni così estreme.

Infine per chi non ha mai avuto la fortuna di ascoltarne il suono accendete youtube e godetevi il dirompente ululato del J 79 mentre spinge lo Spillone verso le stelle.

Più informazioni