CRONACA

Chiedevano denaro per evitare multe salate: arrestati due poliziotti della Stradale di Colleferro

polizia stradale

Fermavano automobilisti e camionisti e gli chiedevano denaro in contanti per evitare multe salate: era un vero e proprio sistema di regolare taglieggiamento quello messo in piede da due agenti della Polizia Stradale di Colleferro, a sud di Roma, arrestati per i reati di “corruzione, concussione, truffa aggravata e falso”. I due poliziotti, per la procura di Tivoli hanno intascato il denaro per “chiudere un occhio” ed evitare verbali.

Ad avviare le indagini, su segnalazione di un autotrasportatore, sono stati i colleghi della polizia giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Roma che hanno notificato ai due agenti infedeli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Tivoli, dottor Mario Parisi. Le indagini sono iniziate lo scorso mese di maggio, quando un autotrasportatore ha denunciato alla squadra di polizia giudiziaria un episodio di concussione subito in localita’ San Cesareo.
Agli investigatori della stradale l’autotrasportatore ha raccontato di essere stato fermato da una pattuglia e di essere stato costretto, dai due agenti, a consegnare loro del denaro in contanti per evitare di essere sanzionato per il sovraccarico del mezzo.

Gli investigatori hanno attivato immediatamente le procedure di accertamento che, grazie ai controlli incrociati effettuati dalla squadra e dal Centro Operativo Polizia Stradale, hanno permesso di individuare i responsabili, che risultavano essere due Agenti del Distaccamento di Colleferro.
Le serrate indagini, dirette dalla Procura di Tivoli, svolte con intercettazioni, appostamenti e pedinamenti, in tre mesi, hanno consentito di accertare plurimi delitti posti in essere dai due indagati, per i quali il Gip ha emesso l’ordinanza cautelare di custodia in carcere.

In particolare l’Autorita’ Giudiziaria ha accertato due concussioni in cui i due indagati hanno costretto utenti della strada al pagamento di somme di denaro o utilita’ sotto il “ricatto” di elevare contravvenzioni stradale, una corruzione in cui hanno ricevuto danaro e tredici episodi di falso e truffe ai danni dello Stato realizzati attestando falsamente di essere in servizio.

La gravita’ delle condotte dei due arrestati emerge dall’ordinanza cautelare in cui il Giudice per le indagini preliminari sottolinea che solo il carcere impedira’ ai due indagati di “perseverare nel coltivare con disinvolta e proterva soddisfazione quella che pare una vera e propria costumanza di vita e di servizio; ricercando e cogliendo – o sinanche creando – ogni occasione utile per conseguire utilita’ indebite”.

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