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(VIDEO) Frascati, contestazione femminista in Comune al convegno del Popolo della Famiglia. Ecco le differenti opinioni

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Forse se lo aspettavano, forse no. Fatto sta che il blitz di “Non una di meno – Castelli Romani” ha finito per animare, e turbare, il convegno organizzato nel Comune di Frascati dalla locale sezione del Movimento per la Vita, generando attimi di tensione, stemperati a fatica. La divergenza, radicale, di opinione, rispetto a certi temi, si palesa in tutta la sua evidenza nei due comunicati che di seguito presentiamo ai nostri lettori, nei quali i due movimenti riassumono le proprie idee e danno un giudizio rispetto a quanto avvenuto nella mattinata di ieri presso il palazzo comunale frascatano, quando le contestatrici hanno lasciato l’aula intonando il coro “vergogna”.

I presenti al convegno

SABRINA BOSU (POPOLO DELL FAMIGLIA): “PRETENDONO RISPETTO MA USANO VIOLENZA” – “Ieri le femministe del gruppo non una di meno – ha dichiarato Sabrina Bosu, coordinatrice della Provincia di Roma per il Popolo della famiglia riferendosi al convegno organizzato dal Movimento per la vita di Frascati, sabato 19 gennaio, presso il Comune – hanno messo in scena un brutto spettacolo dimostrando ancora una volta la loro attitudine alla violenza, l’arroganza che le contraddistingue e (purtroppo) la loro incapacità di relazionarsi in un dialogo costruttivo.
Interrompere chi sta parlando ad un convegno – ha continuato Bosu – per mettersi ad urlare istericamente è indice di mancanza di rispetto e autocontrollo.
Chi vuole imporre con l’aggressione il proprio punto di vista autodenuncia l’assenza di argomentazioni convincenti. Le abortiste sanno che non potranno mai competere con chi difende la vita per questo hanno bisogno di gridare la loro frustrazione.
Anche questa volta – ha concluso Bosu – la violenza sembra aver trionfato, loro hanno ottenuto pagine sui giornali nazionali mentre noi veniamo silenziati ma sia ben chiaro è solo questione di tempo, a breve tutto il mondo riconoscerà l’atroce crimine contro l’umanità perpetrato per mezzo dell’aborto. Tutte le dittature hanno un inizio e una fine e la dittatura del pensiero unico – ha concluso la Bosu – ha i giorni contati”.

LA POSIZIONE DI ‘NON UNA DI MENO CASTELLI ROMANI’: “QUALE VITA? E PER LA VITA DI CHI?” – “Sai cosa è accaduto sabato 19 gennaio nella “Sala degli Specchi” del Comune di Frascati? A distanza di un anno, l’amministrazione frascatana non perde occasione per ospitare in una delle sale comunali un incontro promosso dal Movimento per la Vita di Frascati, dal titolo “Il ruolo del volontariato nella difesa e promozione della vita umana”. L’incontro è stato organizzato dall’avvocato Massimo Gazzaneo, in qualità di responsabile del Movimento per la Vita e come delegato del Sindaco di Frascati al Volontariato, in collaborazione con il Vescovo della diocesi.

Si chiama Movimento per la vita, ma a questo punto dovremmo chiederci: quale vita? E per la vita di chi? Di certo non quella delle donne perché il Movimento, che si dichiara pronto alla difesa della fantomatica “vita” di un feto alla dodicesima settimana di gestazione, allo stesso tempo si schiera contro la libertà delle donne di abortire; libertà garantita legalmente dalla legge 194, frutto delle lotte di migliaia di donne negli anni ’70.  Eppure, c’è chi evidentemente vorrebbe riportare le lancette dell’orologio all’epoca delle “mammane”, degli aborti clandestini che hanno provocato la morte di un gran numero di donne nella nostra storia e che ancora continuano ad uccidere in tutti quei Paesi in cui alle donne non è consentito di disporre liberamente del proprio corpo e di scegliere in modo autonomo della propria vita.

Negare il diritto all’IVG (interruzione volontaria di gravidanza) non impedirà alle donne di abortire: trasformerà l’aborto in un privilegio di classe, un lusso che poche si potranno permettere, pagando medici che privatamente acconsentiranno a praticarlo o decidendo di migrare altrove. Per tutte le altre la soluzione sarà una soltanto: abortire clandestinamente. Davvero si vuole ridurre il numero di IVG? Allora pensiamo ad una seria educazione sessuale nelle scuole, ad un accesso libero e gratuito alla contraccezione, al potenziamento dei consultori.

La crociata fondamentalista dei movimenti per la vita è animata dall’odio per le donne. L’obiettivo non è la difesa della “vita”, un principio sacro quanto astratto, ma infiltrarsi nei nostri consultori laici, criminalizzare le donne per sottrarre loro potere e controllo sulla riproduzione e trasformarle in strumento procreativo.
La maternità imposta è violenza. Pensiamo che la genitorialità sia una possibilità e non un obbligo. Un’opzione che ci costa cara come lavoratrici precarie, sfruttate e mal pagate. E che ci costa cara anche quando non la scegliamo, perché in Italia una donna senza figli è ancora considerata una donna “non completa”.Rivendichiamo la libertà di scelta sui nostri corpi, il diritto di non sentirci stigmatizzate, giudicate e isolate e quello di non dover ricorrere a pericolosi metodi fai-da-te. 
Le strade e le piazze stracolme di donne sono le uniche che hanno il diritto di parlare per e su se stesse. 
Non i preti, non le Chiese, non lo Stato, ne’ chiunque altro.

VOGLIAMO EDUCAZIONE SESSUALE PER DECIDERE, LA CONTRACCEZIONE PER NON ABORTIRE, L’ABORTO PER NON MORIRE.
PER UN ABORTO LIBERO, SICURO, GRATUITO E DEPENALIZZATO IN TUTTO IL MONDO”.

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