di Michela Emili
La protesta degli allevatori in Sardegna ha contagiato anche il Lazio, dove nella giornata di oggi, il latte scorrerà a terra in segno di protesta anche a Viterbo. Tra di loro anche Leonardo Bartoli, giovane allevatore dell’azienda di famiglia a Lariano.
Proprio nel Comune della Provincia di Roma, Leonardo porta avanti quella che è un’attività tramandata da diverse generazioni, un lavoro che non conosce orari né festività. Ma oggi la situazione è diventata insostenibile.
Agli allevatori viene corrisposto 70 centesimi ogni litro di latte (a quelli sardi 60 centesimi); che non bastano neanche a coprire le spese, figuriamoci a condurre una vita dignitosa.
Il latte allora scorre a terra anche nel Lazio, come fosse acqua, ma in realtà è il frutto della fatica di allevatori ormai disperati, che chiedono che gli venga pagato almeno 1 euro.
“Possibile non capire che i nostri salari sono troppo bassi per restare a galla con tutte le spese che dobbiamo sostenere, da quelle aziendali alle spese giornaliere, necessarie per condurre una vita dignitosa – è lo sfogo di Leonardo – . Noi chiediamo solo il minimo, non il massimo di quello che ci spetta. Noi chiediamo il minimo, e ribadisco quello che già hanno iniziato i nostri colleghi sardi, 1€, un dannato euro (esclusa Iva), per lavorare e vivere discretamente. Oggi, anche noi nel Lazio, non vediamo spargere il latte a terra; noi vediamo cadere il nostro sangue, versato per qualcosa di più grande di noi, per un futuro che dovremmo lasciare ai nostri figli. La stessa battaglia dolorosa e faticosa per conquistare i diritti di cui godiamo oggi giorno”.
” Il nostro governo deve subentrare e correggere ciò che gli altri, ma soprattutto chi ci avrebbe dovuto tutelare, non hanno fatto, lasciandoci soli e disinteressandosi della nostra situazione, nonostante siano deputati a difendere i diritti dei lavoratori, che non possono essere così strumentalizzati. Basta importazioni di latte estero, non si possono produrre formaggi tipici italiani con latte estero. Questa è una truffa ai danni del produttore, che arriva sino alle tavole dei consumatori. Questo – ha aggiunto infine Leonardo – è un problema che va risolto una volta per tutte, che riguarda tutte le regioni d’Italia, e ringraziamo i colleghi sardi per aver intrapreso questo percorso di protesta”.
Se le cose non cambiano cosa accadrà?
“Noi non cediamo, non si può andare avanti così”, è la ferma risposta dell’allevatore larianese.
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