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I disservizi del Nuovo Ospedale dei Castelli e la chiusura degli altri nosocomi al centro della manifestazione degli attivisti 5 Stelle ad Albano (30 marzo)

ospedale dei castelli da fuori

Nel pomeriggio di sabato 30 marzo, ad Albano, gli attivisti del Movimento 5 Stelle dei Castelli Romani scenderanno in piazza per parlare del Nuovo Ospedale dei Castelli e del diritto alla salute.

In una lunga nota stampa sono gli stessi attivisti pentastellati a fare il punto e a presentare l’iniziativa. Un comunicato stampa che porta la firma del Coordinamento Sanità dei Castelli Romani M5s (che comprende gli attivisti di Albano, Anzio, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio, Nettuno, Rocca di Papa e Velletri).

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Il giorno dell’inaugurazione del Noc

“Italo Calvino, vivendo oggi ai Castelli, forse modificherebbe la sua trilogia, mantenendo immutato il “barone rampante” e cambiando il “visconte dimezzato” con il NOC ed il “cavaliere inesistente” con la nostra sanità. Una sanità pubblica che, sul nostro territorio, è prossima all’inesistenza, per una lunga catena di servizi soppressi o resi di sempre più difficile fruizione. Un ospedale dimezzato, il Nuovo Ospedale dei Castelli, partorito prematuramente per scopi ignoti (o ignobili?), senza alcun approntamento di idonea viabilità, senza dotazione di personale né di strutture sufficienti, senza organizzazione dei servizi. Emerge il “barone rampante”.

Lui, bipresidente della Regione nonché commissario di lunga data, con pieni poteri sulla sanità laziale, è il maramaldo che ha infierito su un territorio già provato dai guasti dei suoi predecessori, seguendo il faro della sola sua convenienza politica.

il lago dei cigni

 Ma quello che stabilirono i Padri Costituenti, sulle macerie di un conflitto mondiale e di una guerra civile, noi torniamo a pretenderlo ancora: ART. 32 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE “LA REPUBBLICA TUTELA LA SALUTE COME FONDAMENTALE DIRITTO DELL’INDIVIDUO E INTERESSE DELLA COLLETTIVITÀ, E GARANTISCE CURE GRATUITE AGLI INDIGENTI”.  In questi difficili anni di commissariamento della sanità laziale, falsamente dichiarato concluso, lo scorso anno, dallo stesso commissario-presidente Zingaretti, la popolazione ha attraversato una vera e propria Via Crucis, con prestazioni sanitarie negate od offerte a centinaia di km di distanza; Pronti Soccorso come bolge dantesche, dove la sofferenza diventava spesso disperata e violenta; ricoveri ed interventi programmati a mesi, se non anni, di distanza.

ospedale dei castelli

Cosa è rimasto della sanità nel Lazio? Ben poco, al di là dell’abnegazione di un personale sempre più scarso, spesso precario, vessato e quindi demotivato. Molti degli ospedali locali sono stati chiusi, i servizi territoriali decimati, le prestazioni sempre più care e, infine, una progressiva moria dei posti letto. Tutto ad onta di quanto stabilito dalle disposizioni di legge, quasi fossero grida manzoniane, nella sola logica di aprire spazi ed opportunità ad una sanità privata sempre più collusa con la politica. Abbiamo assistito spesso all’esecuzione di lavori ingenti su strutture pubbliche, abbandonate subito dopo. Tanto per citare qualche caso, il reparto natalità con il parto in acqua a Marino, o i lavori di rifacimento agli ospedali di Ariccia, Albano e Genzano, fatti in procinto del completamento del NOC, che sono stati subito chiusi. Abbiamo dovuto combattere un pervicace ostruzionismo al registro tumori, finalmente accolto di recente e non ancora attivato. E cosa dire degli scandali che hanno coinvolto il conferimento e la gestione dei servizi esternalizzati? Per tutto questo ed altro, il 30 MARZO AD ALBANO, IN PIAZZA SAN PIETRO (dalle 16), faremo un pomeriggio di protesta e di proposta, perché sia restituito a tutti i cittadini dei Castelli, e prima di tutto ai più deboli, il diritto sacrosanto alla salute”.

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