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Castel Gandolfo in Movimento, sulla denuncia dei piloni fatiscenti la Procura apre fascicolo

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Non si ferma l’attività dell’associazione “Castel Gandolfo in Movimento” che ora ha coinvolto la Procura in merito alla situazione dei piloni.

“Costruzioni storiche che risalgono ai Giochi Olimpici di Roma 1960 e che hanno visto concedere a Dezi e La Macchia la Medaglia d’Argento nella canadese biposto 1000 metri – si legge nella nota a firma di Fabio Angeletti -. Una relazione dell’Ufficio Tecnico comunale nel 2004 li dichiarò “fatiscenti ed in gravi condizioni di degrado a causa della mancanza di manutenzione nonché del notevole abbassamento delle acque che ha comportato la fuoriuscita delle fondazioni con conseguenti problemi di stabilità”. In funzione di tale relazione il sindaco pro-tempore con l’Ordinanza nr. 3 del 16 gennaio 2004 ordinò al C.O.N.I. di “eseguire tutti i lavori di assicurazione e di eliminazione del pericolo presenti sul campo di gara delle discipline canoa e canottaggio…. nonché dello scivolo antistante alla foresteria”, ma i piloni sono ancora lì e lo scivolo davanti alla foresteria, oramai, versa nel più completo stato di degrado e di abbandono, come del resto tutto ciò che testimonia un’epoca che a Castel Gandolfo fortunatamente ricordano ancora in molti e che ha portato lustro alla nostra Città.

L’Associazione “Castel Gandolfo in Movimento” chiese, con accesso agli atti, di poter accedere al contenuto della relazione tecnica ma purtroppo non ci fu concessa questa possibilità in quanto il documento non era “di facile reperimento dovendo essere effettuata una specifica ricerca nell’archivio di deposito (cosa che comporta un facere straordinario che genera per il comune un onere straordinario)”, e cioè la classica risposta che un’amministrazione fornisce al cittadino per giustificare l’intenzione di questa di “nascondere” quanto da lui richiesto (dettata tra l’altro dall’A.N.A.C.).

Sono attualmente 9 i piloni presenti al lago: 7 sono quelli maggiormente visibili alle persone che giornalmente frequentano le nostre spiagge, gli altri sono nascosti dalla folta vegetazione che negli anni ha preso inesorabilmente il sopravvento sul cemento.

Chi ci assicura sulla stabilità di queste strutture, visto che si erigono su un’area data in concessione a privati ad uso di stabilimento balneare? Chi è responsabile di eventuali danni che le strutture, dichiarate fatiscenti e in gravi condizioni di degrado, potrebbero arrecare ai bagnanti che frequentano e frequenteranno l’arenile?

Noi non ci siamo persi d’animo e il 24 agosto dello scorso anno decidemmo di esporre i fatti alla Procura della Repubblica allegando tutti i documenti in nostro possesso. È di questi giorni la notizia che il Procuratore della Repubblica, dott. Francesco PRETE, ha deciso di metterci il naso e scoprirne di più.

Il Lago Albano, il nostro lago, è Sito di Importanza Comunitaria ed è situato in Zona a Protezione Speciale, ciò significa che questa parte del nostro territorio la dobbiamo salvaguardare e difendere da tutto ciò che il tempo, l’incuria e il menefreghismo dell’uomo vuole strappare alla storia e alle generazioni che verranno. Il Villaggio delle Macine, il Ninfeo Dorico, il Ninfeo Bergantino, il Faro Domiziano, l’Emissario Romano, la Banchina del Porto Romano, le Tribune Olimpiche con le torri di arrivo e quella di partenza (Il famoso trampolino, i cui resti giacciono oramai sul fondo del lago) e i nove piloni, fanno parte della storia della nostra Città, quella storia che potrebbe ancora servire da propulsore per far decollare l’economia nei Castelli Romani”

     

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