di Andrea Croce
Se ieri mattina un ignaro viandante avesse approfittato di quell’assolato primo giugno per fare una passeggiata a Rocca di Papa bassa, proprio sotto il Carrefour, sarebbe stato attirato da un tanto vociare proveniente da dietro la scuola “Giardino degli Ulivi“. I bambini della scuola – dai più piccoli a quelli che a settembre inizieranno le scuole medie – hanno salutato l’anno scolastico con recite, canti e riflessioni sull’importanza della lettura, sul mondo delle fiabe, su quello che, grazie ad impareggiabili maestre, hanno imparato tra i banchi insieme ai compagni.
I nostri giovani studenti si sono cimentati in indovinelli, in viaggi nella preistoria, hanno raccontato la storia di Pollyanna, la fiaba di Zanna Bianca, la storia della tela di Carlotta e di Alice nel Paese delle Meraviglie, ballato musica rap e country e, infine, intonato un canto per raccontare quanto, durante un’interrogazione a scuola, l’emozione possa giocare brutti scherzi.
All’improvviso, nel cortile esterno della scuola dove il mattonato si era fatto palco e le scale di marmo cavea, i bambini della 4B, sotto la guida della maestra Rita Gatta, insieme alle colleghe Martina Fagiolo, Raffaella Sapienza, Rosaria De Masi e Veronica Fiore, hanno messo su uno spettacolo sorprendente su Leonida Montanari, uno dei personaggi più importanti per Rocca di Papa. Arrivato nel 1823, Leonida è stato il medico condotto della nostra cittadina fino alla sua decapitazione nel 1825 ad opera del boia dello Stato Pontificio Mastro Titta. Di cuore grande, gentile e colmo d’onore, faceva parte della Carboneria e lottava per risvegliare il sentimento nazionale. Per Rocca di Papa, il momento storico non era dei migliori: le ferite del terremoto del 1806 erano ancora aperte, tasse e gabelle costringevano il commercio a poca cosa e le famiglie erano più povere che mai. Ma i roccheggiani accolsero a braccia aperte questo ragazzo di 24 anni che si occupava con dedizione della salute dei più poveri, senza risparmiarsi.
Tutto questo, in appena mezz’ora, è stato raccontato dai bambini della 4°B. Roccheggiani da generazioni o di adozione, di origine italiana o straniera, questi piccoli attori hanno vestito i panni dei nostri avi, poveri ed infaticabili lavoratori dei boschi, recitando in un dialetto strepitoso e divertente ed indossando costumi cuciti dalle mamme in maniera ineccepibile. Hanno raccontato agli spettatori – lasciando a bocca aperta mamme, papà, nonni, amici – che Rocca di Papa è stata capace di accogliere ssu bravu cristianu forestieru la cui dolcezza è stata tradotta benissimo dal bambino che lo interpretava. Perché Rocca di Papa, nella semplicità delle sue genti e nella complessità del suo territorio, è sempre stata terra di accoglienza. E lo sarà sempre. Lo ha dimostrato ieri quella bambina straniera che parlava il dialetto come se fosse la sua lingua, scaldando il cuore a noi così attaccati alla nostra storia, ai nostri modi di dire e di fare, alle nostre tradizioni.
L’auspicio è questo spettacolo possa fare il giro delle nostre piazze affinché, grazie a questi piccoli bambini, tutta Rocca di Papa possa tornare a ricordare la figura di Leonida Montanari e a dare significato alla targa che lo ricorda sul corso davanti al vecchio forno.
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