Il “…c’eravamo tanto odiati” andato in scena in questi giorni su scala nazionale – tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico – avrà effetti anche a Genzano?
Anche nella Città dell’Infiorata gli acerrimi nemici pentastellati e piddini, che stanno dando vita al “Conte bis” (a cromature giallorosse e non più gialloverdi), sapranno mettere da parte le vecchie ruggini (eufemismo) per andare a braccetto nel nome degli interessi comuni?
Difficile, al momento, prevederlo, anche se su scala locale é più verosimile pensare che si adotterà una strategia “low profile” (da basso profilo per intenderci), in una sorta di “tregua armata” in cui evitare di far prevalere i rancori passati, non scontentando così i vertici nazionali, che in questi giorni hanno preferito ingoiare il rospo e far prevalere i punti in comune pur di sbarrare la strada alla salviniana “invasione” dei due rami del Parlamento (così come da sondaggi in caso di anticipato ricorso alle urne).
Proprio nel contrastare la probabile vittoria dei “sovranisti” che gli acerrimi nemici hanno fondato il reciproco interesse a cimentare un’alleanza che, solo fino a poche settimane fa, sarebbe stata etichettata come eretica. Ma se le strade per il potere sono infinite (come almeno in parte dimostrò lo stesso patto 5 Stelle – Lega) c’é curiosità nel capire che tipo di riverbero tale accordo avrà su scala regionale, romana (intesa come Campidoglio) e, infine, a livello genzanese, dove i motivi di scontro sono stati tanti, e tali, da provocare una frattura che si pensava potesse essere insanabile.
Se l’attaccamento alle istituzioni dell’ex sindaco Flavio Gabbarini lo ha spinto, nel corso della consiliatura Lorenzon, a non eccedere nella critica verso i nuovi inquilini del Palazzo comunale (restando quantomeno nei binari del rispetto istituzionale) é ben noto a tutti il tenore dello scontro, dentro e fuori l’assise comunale. A pesare, in primis, l’asprezza dei toni spesi nella campagna elettorale del 2016, quando la senatrice pentastellata, Elena Fattori, non arrossì davanti ad accenni su infiltrazioni mafiose nel Comune di Genzano. Già nel 2014, d’altronde, la parlamentare genzanese bollò Genzano come “esempio di decadimento politico” e mala gestione politica, degna del “peggior clientelismo odierno”, fatta – parole sue – di “rappresentanti che hanno dilapidato l’eredità di lotte e di impegni in un intreccio terribile tra la politichetta locale, pubbliche amministrazioni, corruzione, cementificazione selvaggia fino al traffico di rifiuti tossici degli ultimi giorni. In questo bel contesto ha trovato nell’epoca la sua dimora il famoso senatore Lusi in una villa faraonica acquistata con i soldi del finanziamento pubblico del Partito della Margherita” (IL VIDEO DELL’INTERVENTO IN SENATO).
Parole forti, che sollevarono la pronta reazione dell’allora sindaco, Flavio Gabbarini, che espresse tutto il proprio disappunto per quanto dichiarato dalla Fattori, chiedendole di smentire quanto proferito: “La Senatrice ha offeso i cittadini e la storia della città di Genzano, diffamando i Sindaci e gli amministratori che hanno governato negli ultimi venti anni – scrisse Gabbarini nella missiva indirizzata all’allora Presidente del Senato, Pietro Grasso –. Ha descritto la nostra città come se in questi anni fosse stata in mano ai peggiori amministratori, corrotti e implicati in opere di selvaggia cementificazione e nel traffico illecito di rifiuti tossici. A nome di tutti i miei concittadini, vorrei quindi esprimere lo sdegno per quanto dichiarato in una sede così importante quale l’aula del Senato della Repubblica chiedendoLe di far presente questa mia nota e di smentire in aula quanto falsamente affermato dalla Senatrice”.
Smentite che da Elena Fattori non arrivarono mai, ma che furono anzi amplificate da quanto detto un paio d’anni dopo nella campagna elettorale per le Comunali. Di fronte alla reazione inviperita di Città Futura ed altri alleati dell’allora Amministrazione Gabbarini, gli Amici di Beppe Grillo, da cui sono fuoriusciti gran parte degli esponenti della maggioranza di Lorenzon, reagirono inasprendo i toni: “Noi il nostro paese lo amiamo e proprio per questo denunciamo queste cricche di clientelismo, malaffare, omertà e incompetenza” dissero i grillini in replica ai messaggi di sdegno provenienti dai banchi della sinistra cittadina.
In attesa di capire se e come verranno superati certi imbarazzi legati agli strascichi del passato (tra accuse di aver lasciato “macerie” e “buffi“) e nell’attesa di comprendere se anche a Genzano tornerà buono il succitato “c’eravamo tanto odiati”, é di queste ore la convocazione del Direttivo del Partito Democratico genzanese, che si riunirà il 3 settembre, alle ore 19, presso il Circolo di via Garibaldi.
“L’incontro – si legge – sarà un’occasione per discutere riguardo la situazione nazionale e l’imminente campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo marzo”.
Un appuntamento, aperto ad iscritti e simpatizzanti, che servirà a far luce sulle linee da adottare, visto e considerato che, al di là delle direttive che arrivano dall’alto, non sono in pochi a storcere il naso di fronte ad un’alleanza che per taluni appare indigesta. Perché se é vero che il tempo é un buon alleato nel curare certe ferite, lo strappo tra pentastellati e democratici, su scala cittadina, non appare così facile da ricucire per chi fa della coerenza uno stile di vita e non é ben disposto a calpestare la propria dignità…sebbene i vari Grillo, Di Maio, Renzi e Zingaretti (ma anche lo stesso Salvini nel suo frettoloso dietrofront) ci abbiano confermato, in questi giorni, che le vie del potere, quando si parla di poltrone, siano davvero infinite!
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