Cultura

Ansia, come riconoscerla e gestirla. Il 5 ottobre, a Roma, se ne parlerà nel convegno di Quadrisole: interverrà la dott.ssa Rosj Guido

io e l'ansia

L’ansia, un’emozione così poco conosciuta, quanto eccessivamente osannata che nasconde in se aspetti profondi dell’individuo che non afferiscono solo all’area del malessere, così come comunemente si pensa, ma anche all’area delle risorse.

io e l'ansia

L’ansia è per l’appunto, una emozione universale che appartiene a chiunque e che rappresenta una forma di reazione fisiologica che l’organismo attiva nei momenti di stress. Si è soliti pensare all’ansia connotandola di un significato negativo, quando in realtà essa rappresenta una modalità adattiva dell’organismo. Quando la percezione della realtà diventa carica di problematicità e le risorse a cui attinge il soggetto risultano inferiori rispetto al carico emotivo vissuto, la percezione della realtà si carica di una tensione che può non essere contenuta, che destabilizza fino a condizionare la capacità di adattamento del soggetto nonché le sue normali attività.

L’abuso della parola, spiega la dott.ssa Ferrari Elisabetta, crea un errore comunicativo, interpretativo ed emotivo. L’ansia si scandisce nelle sue diverse forme, può trasformarsi in angoscia, paura, preoccupazione, fino a far insorgere un conflitto intrapsichico che può sfociare in crisi di panico, de realizzazione. Si tratta di manifestazioni che hanno alla base una inappropriata gestione dell’intensità, della modalità della regolazione e riconoscimento dell’emozione con il loro significato simbolico. L’approccio alla cura dell’ansia parte dunque da una maggiore conoscenza di se stessi, delle proprie emozioni e dei propri vissuti.

Spesso i pazienti ci chiedono – prosegue la dott.ssa Guido Rosj – quale sia l’approccio terapeutico migliore per gestire ed affrontare questi vissuti. In realtà ci piace immaginare che alla base di ogni approccio terapeutico la differenza si sostanzi nella qualità della relazione che si stabilisce tra terapeuta e paziente, base necessaria affinchè si possa iniziare un viaggio così significativo quale quello che mette in contatto con il proprio sentire profondo.

Tra i diversi modelli ricordiamo ad esempio, la terapia EMDR (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) che, spiega la Dott.ssa Rosj Guido – si pone l’obiettivo di lavorare sui fattori di rischio che sono alla base dei vissuti ansiosi, quali lo stress, i lutti, l’abuso, il maltrattamento e qualsiasi evento che abbia avuto un impatto negativo, stimolando i PROCESSI AUTORIPARATIVI.

Attraverso l’EMDR, aggiunge la Dott.ssa Guido, si stimola il paziente a lavorare sui propri ricordi non elaborati e rimossi. Tali ricordi, legati ad esperienze che possono avere avuto un impatto negativo sulla vita del soggetto, potrebbero avere contribuito all’insorgere del disturbo d’ansia. L’obiettivo è quello di ricontattare i ricordi e le emozioni in cui si è provata l’ansia individuando il ricordo peggiore e maggiormente disfunzionale, così da neutralizzare queste reazioni e permettere alla persona di affrontare le situazioni in modo funzionale. Ulteriore approccio terapeutico, sono i Protocolli REAC™di neuro-modulazione. I trattamenti di Neuro-Ottimizzazione – spiega la Dott.ssa Nicoletta Casale, sono efficaci nella modulazione dei disturbi dello spettro emozionale e del tono dell’umore. La tecnologia REAC™, attraverso protocolli specifici di bio e neuro modulazione, agisce sulla capacità di risposta dell’organismo riportandola alla sua massima efficienza; ottimizza progressivamente le funzioni a livello neurologico, psichico e fisico dell’intero organismo. I disturbi di ansia che rispondono positivamente ai protocolli REAC™ di Neuro-Modulazione sono i disturbi dell’ansia e del tono dell’umore. In un approccio integrato all’aiuto del paziente – aggiunge la dott.ssa Maura Pistella – evidenzieremo inoltre, come l’ansia agisca nella sfera relazionale personale e nell’intimità, focalizzando l’attenzione in particolare sui pensieri intrusivi e sui conflitti sottostanti i meccanismi dell’ansia. Proporremmo, aggiunge infine l’avv. Carlotta Guglielman – riflessioni che abbracciano anche il contesto forense ove la gestione dell’ansia è ormai un argomento di costante discussione.

La figura dello psicoterapeuta è dunque divenuta negli anni un FARO NELLA TEMPESTA, da cui viene estratto il nome del corso promosso dall’Associazione il Quadrisole indetto per la giornata del 5 ottobre 2019.

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Il legale, che sceglie nello svolgimento della propria attività, il supporto di uno psicologo/psicoterapeuta, anche nell’ambito della mediazione dei conflitti, sarà sicuramente un professionista che, nel foraggiare un “lavoro in rete”, potrà schermarsi non solo dalle proprie insicurezze, ma trovare in sé stesso quelle giuste risorse per affrontare in maniera sana e armonica l’esercizio della propria professione.

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