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Ospedale di Genzano, la ricetta del dott. Alberto Romagnoli (UGL Medici): “Riaprirlo per la Chirurgia in Day Hospital”

ospedale di genzano

Si torna a parlare dell’infausta fine dell’Ospedale di Genzano, grazie al comunicato stampa diffuso dal dottor Alberto Romagnoli, Responsabile Aziendale dell’UGL Medici dell’ASL RM6.

Un comunicato che parte proprio dai prodromi che hanno segnato la chiusura del nosocomio genzanese, e che viene sostenuto, nel suo fine propositivo, anche dal coordinatore cittadino della Lega Salvini, Rosario Neglia, che ha svelato come la Lega darà presto vita ad un’assemblea pubblica nella quale i temi sollevati verranno sviscerati ed approfonditi, allo scopo di restituire all’Ospedale De Santis un futuro che i 14 mesi di prolungata chiusura sembrano avergli precluso definitivamente.

Nel suo comunicato il dottor Romagnoli non manca di fornire la ricetta che potrebbe restituire alla struttura situata lungo via Achille Grandi quella vocazione sanitaria per la quale è stata edificata.

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L’Ospedale di Genzano visto dall’alto

“Nell’imminenza dell’apertura dell’Ospedale dei Castelli ad Ariccia – esordisce il dottor Romagnoli – nell’ex ospedale di Genzano di Roma si sono spesi, evidentemente inutilmente, più di 2 milioni di euro per ristrutturazioni, tra cui due nuove sale operatorie ancora imballate. La Ugl medici della A.s.l. Roma 6 ha elaborato uno studio in cui si evidenzia che solo il 33,5% dei DH chirurgici dei nostri residenti è stato eseguito nel territorio della nostra Asl e addirittura molti pazienti sono stati costretti ad andare fuori regione. La Regione Lazio ha speso nel 2017 ben 239.4 milioni di euro per sostenere le spese sanitarie dei residenti eseguite in altre regioni (la cosiddetta migrazione sanitaria).

Analizzando la tipologia delle patologie dei nostri residenti potremmo reinternalizzare questi trattamenti chirurgici svolti in regime di Day Hospital utilizzando la nuova struttura di Genzano, tramite convenzioni con Università o IRCSS.

La nostra proposta – conclude il dottor Alberto Romagnoli – sarebbe a costo zero per la Regione, anzi si eviterebbe di spostare P.I.L. (ricchezza) fuori regione e si darebbero prestazioni sanitarie proprio dove la gente vive e lavora”.

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