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A 10 anni si svegliò dal coma ascoltando Venditti: oggi Gianluca Sciortino vive ai Castelli grazie alla musica

Gianluca sciortino
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di Elisabetta Di Cicco

Un’emorragia cerebrale, poi il coma ed un miracoloso risveglio sulle note di un brano di Venditti. Inizia così la tragica storia di un ragazzo che vive tra i Castelli Romani e la periferia sud di Roma. Quella del ragazzo è stata però una vita colorata dal lieto fine che lo ha portato a raggiungere grandi traguardi con la sua carriera da cantautore.

Su di lui hanno scritto molti giornali nazionali, è stato ospite di programmi radiofonici e televisivi ed è stato anche protagonista di un film su Rai 1, oggi i suoi brani arrivano fino alla giuria di Sanremo. Il suo nome è Gianluca Sciortino, conosciuto da molti.

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La sua storia comincia una mattina del 1992, Gianluca aveva 10 anni e mezzo e svegliandosi per andare a scuola si accorse di avere mal di testa. Ma quella che sembrava una semplice emicrania si rivelò essere un’emorragia cerebrale. Il bambino entrò in coma e fu trasportato d’urgenza ad un noto ospedale della Garbatella. Come prospettiva i medici dichiararono che Gianluca avrebbe potuto perdere la vita da un momento all’altro oppure sarebbe rimasto un vegetale. Ma la madre di Gianluca non si perse mai d’animo e remando controcorrente tentò l’impossibile.

La donna ebbe infatti l’intuizione di registrare in alcune cassette i suoni ed i rumore della vita quotidiana del figlio per faglieli ascoltare mentre era in coma: dai rumori dei banchi di scuola, ai fischi di rigore del suo amato calcio, fino alla musica. “Le capitò per caso la compilation anni ’80 di Venditti – racconta Gianluca – e la provò.”

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“Sono un figlio d’arte – spiega Gianluca – sono nato da un ambiente artistico, mio padre era un impresario artistico, la Mannoia fu mia madrina di battesimo. Fin dalla tenera età ho interagito con artisti amministrati da mio padre come appunto Antonello Venditti, parte della mia quotidianità”. “Negli anni ’90 mio padre era il manager di Venditti ed è proprio grazie al suo brano ‘Dimmelo tu cos’è’ che avvenne il miracolo.”

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Dopo 40 giorni di coma, un lungo periodo in cui la madre di Gianluca non si è mai data per vinta e proseguiva a far ascoltare a suo figlio le cassette, il bambino diede i primi segnali di risveglio balbettando i versi del brano di Venditti.

Dimmelo tu cos’è, quello che ancora ci manca, quello che ancora non c’è. E che ti prende alle spalle, e non ti fa tornare indietro, più indietro“. Inizialmente i medici dichiararono che si trattava semplicemente della ripetizione passiva di un suono, ma i segnali verbali che il bimbo diede, giorni dopo, alle domande della madre, fecero capire il contrario. Dopo un mese e mezzo di coma Gianluca si risvegliò nella vigilia di Natale del ’92 e oggi vive di musica.

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“Da allora la musica mi ha dato l’energia necessaria per rinascere – spiega Gianluca – l’unica grande amica per alleviare sofferenze del presente. Cominciai ad accantonare le ambizioni calcistiche, ricominciai da capo perché ero semiparalizzato sulla sedia a rotelle. Pensavo che la mia vita fosse al tramonto, poi però mi rimboccai le maniche e mi accostai alla musica con lo scopo di ricercare i brani del passato, i ricordi della mia infanzia. Ricercavo le canzoni degli anni ’80 e ’90 e ritrovai ricordi che mi accarezzavano e allo stesso tempo mi graffiavano. Ma le canzoni sono la colonna sonora della nostra vita, a volte non ci facciamo Quando mi ritrovai a sentire canzoni del passato, seduto sulla sedia a rotelle, piangevo. In seguito cominciai ad acquisire una cultura della musica degli anni ’80 e di quella attuale, non potendo uscire di casa evadevo con la fantasia e davo sfogo alla mia creatività creando una realtà idealistica e una concreta: scrivevo e mettevo in metrica.”

Ad oggi Gianluca Sciortino ha già dato vita ad una decina di dischi, ha girato l’Italia facendo concerti, in particolare con il percussionista Tony Esposito, ha collaborato con i grandi della musica italiana ed ha ricevuto molti complimenti anche da Vasco Rossi. Il film trasmesso su Rai 1 nel 2008 ‘In nome del figlio,’ dedicato alla vita di Gianluca, ha fatto il giro del mondo e si è affermato molto in America del Sud. Gianluca ha anche scritto due libri, il primo “Non ti lascerò morire” (1994) scritto a quattro mani con la madre, ed il secondo, “Un giorno di dicembre” (2007), un approfondimento del precedente scritto però con gli occhi del bambino divenuto ormai adulto. Entro fine mese uscirà il suo ultimo disco, con alcuni brani sociali dedicati all’attualità, come “Oltreoceano” e “La nuova era”. Insieme a Tony Esposito, Sciortino è il promoter dell’associazione di musicoterapia “Musica per la vita”.

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Qual è l’importanza della famiglia nella tua vita?
“Mia madre è stata fondamentale dal punto di vista umano – spiega – e mio padre anche da quello economico. Si tratta di un amore non comune che i miei genitori nutrono nei miei confronti, un bene insolito e singolare che mi ha fatto diventare ciò che sono oggi. Oggi i miei genitori sono anche i miei manager”.

“L’idea di fare il cantautore è nata per esternare e comunicare agli altri la mia anima. La musica mi ha fatto reagire nell’adolescenza e oggi mi sta garantendo un futuro migliore. La mia testimonianza dà speranza alle persone che si sono ritrovate nella mia stessa situazione. Io sono una di quelle eccezioni che confermano la regola. Da bambino pensavo che vivere fosse una cosa scontata, oggi penso che quando mi sveglio vedo luce del sole per me è un dono inestimabile che va vissuto fino in fondo.”

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