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Marino, in tanti alla presentazione del vincolo del MIBAC di Italia Nostra Castelli romani

conferenza italia nostra castelli romani

Giovedi 23 gennaio scorso la sezione Castelli Romani di Italia Nostra ha svolto, grazie alla ospitalità di ACAB che gestisce BiblioPop a Santa Maria delle Mole (Marino), la presentazione pubblica delle osservazioni al vincolo  “La Campagna Romana tra la via Nettunense e l’Agro Romano”. Dopo il saluto di Sergio Santinelli, Enrico del Vescovo ha illustrato come il vincolo posto recentemente dal MIBAC ( Ministero beni ed attività culturali) su una vasta area di circa 1500 ettari,  compresa tra i comuni di Marino, Castel Gandolfo ed Albano, vincolo che sta seguendo l’iter per l’approvazione e che ha già subito rilevanti  attacchi ed osservazioni contrarie.

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La partecipazione all’evento è stata certamente  notevole  ed ha visto l’intervento di diverse altre associazioni e personalità della politica locale tra cui:  la sezione Castelli Romani del Partito Comunista con Danilo Ballanti, autore anch’egli delle osservazioni, Legambiente sezione Appia Sud “Il riccio”, con l’archeologo Marco Cavacchioli, il consigliere comunale di Castel Gandolfo Paolo Gasperini, autore della raccolta di centinaia di firme a sostegno del vincolo, nonchè il prof. Franco Medici, presidente regionale Lazio di Italia Nostra ecc.. 

Enrico Del Vescovo, presidente della sezione Castelli Romani di Italia Nostra, introducendo l’argomento, ha innanzitutto sottolineato come l’approvazione del vincolo in questione sia un obiettivo cruciale da raggiungere per la tutela del nostro territorio e richiede dunque una sorta di mobilitazione generale dell’opinione pubblica per una battaglia politica e culturale che dovrebbe vedere uniti tutti i cittadini, le associazioni e le forze politiche. Le ragioni a sostegno del vincolo sono molteplici e rilevanti:  innanzitutto l’assenza di ogni reale necessità di nuova edilizia residenziale alla   luce dell’andamento demografico che vede ormai da alcuni anni il numero di decessi superare quello delle nascite, inoltre la tutela stessa dell’identità originaria del paesaggio, messa a rischio in modo irreversibile dal progressivo consumo del suolo a causa della cementificazione imperante, lo stato di emergenza idrica che perdura ormai da anni ai Castelli Romani, nonchè il rigetto di ogni attività di edilizia di natura essenzialmente speculativa che trae la sua essenziale ragion d’essere, non dall’esigenza di soddisfare una legittima esigenza locale, ma dalla mera ricerca di profitto fine a se’ stesso, attraverso l’inevitabile svendita di un territorio, ormai limitato, alle grandi imprese di costruzione.

Ma le osservazioni presentate, come esposto da Danilo Ballanti,  mirano non solo alla conferma del vincolo, ma anche all’ampliamento del vincolo stesso ad altre aree: quella di Palazzo Morgano-Cancelliera (Santa Palomba), caratterizzata da importanti ritrovamenti archeologici e quella di Monte Savello ad Albano, ove ancora sopravvivono significativi spazi verdi.  Al termine della riunione si è deciso di proseguire nella raccolta firme a sostegno del vincolo e la sezione di Marino del Partito Comunista Italiano ha accolto pienamente l’appello. Infatti, nel suo intervento alla Conferenza, Stefano Enderle, segretario del PCI di Marino, ha presentato un documento di merito col quale il partito marinese ha preso un chiaro impegno: “Conseguentemente, come Partito Comunista Italiano, ma sempre con lo spirito di voler condurre questa battaglia, queste scelte, non da soli, ma con tanti altri soggetti protagonisti, affinchè i cittadini tutti, quelli residenti e quelli che potrebbero usufruire dei beni qui presenti, ci schieriamo immediatamente e con convinzione con le indicazioni che in questa sede autorevole vengono prodotte. Sia dalle scelte politico amministrative già compiute che bloccano i rischi speculativi, sia dalle misure che Italia Nostra, altre forze ambientaliste e altre forze politiche e sociali presentano nella scia di tale indicazione che, partendo dalle osservazioni al provvedimento Mibact, concretamente chiede che né a Roma confinante qui, né al Albano e, diciamo noi, neppure a Castel Gandolfo (vedi l’ipotesi della Nettunense bis) dia spazio a nuovo territorio sottratto alla campagna romana per soddisfare speculazioni edilizie”.

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