CRONACA

Scossa di terremoto di magnitudo 2.0, nella notte, a sud ovest di Albano e Ariccia

terremoto albano ariccia

E’ stato localizzato a 4 chilometri a sud-ovest del centro di Albano il terremoto di magnitudo 2.0 che è stato registrato nella notte dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

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La scossa, di lieve entità, è stata registrata alle 3.42, con coordinate geografiche (lat, lon) 41.7, 12.63 ad una profondità di 10 km, con epicentro nelle campagne tra via di Villafranca e via di Roncigliano, a sud della Nettunense, ad equa distanza dai centri abitati di Albano ed Ariccia.

L’ultima scossa di terremoto registrata ai Castelli Romani è stata quella di martedì 17 a marzo a Ciampino, quando i sismografi rilevarono una magnitudo ancora più bassa, di 1.6 sulla Scala Richter, tale da non essere assolutamente percepita dalla popolazione.

Anche in questa occasione la scossa, arrivata per giunta in piena notte, non ha creato preoccupazione e non è stata sentita dai cittadini.

Fabio Taddei (1)
Fabio Taddei

Il fenomeno sismico nei Colli Albani, lo ricordiamo, non è affatto inusuale; ma giova ricordare le parole che il dottor Fabio Taddei, laureato in Scienze Geologiche, rilasciò in passato a Castelli Notizie, tranquillizzando la popolazione: “La sismicità dei Castelli Romani – ebbe a dire – è dovuta al movimento di faglie prodotte dal Vulcano Laziale durante la sua attività antica che va da 730.000 a 30.000 anni fa e non per movimenti del serbatoio magmatico del vulcano stesso. Un vulcano comunque non ancora spento e non ancora stabile geologicamente. E’ chiaro, però, che l’area dei Castelli Romani risente di riflesso dell’attività sismica dell’area abruzzese o di altre aree più sismiche contigue.

Anche vi dovessero essere dei terremoti nella zona dei Castelli Romani non ci sono comunque i presupposti perché si verifichino dei terremoti disastrosi. La migliore prevenzione ad oggi resta comunque avere costruzioni che rispettino tutte le normative.

A tal riguardo vorrei ricordare che non uccide il terremoto ma le case che crollano ed il patrimonio abitativo dei centri storici italiani è vetusto e mal tenuto, rendendo necessario il loro recupero così da rendere più sicuri i nostri centri storici.

Le zone più sismiche d’Italia – evidenziò Taddei – restano il Friuli, Garfagnana, Appennino umbro-marchigiano, Abruzzo, Irpinia, Calabria, Sicilia occidentale. Il Lazio e la zona dei Castelli Romani non rientrano tra queste”.

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