E’ tornato a parlare in diretta nazionale, proprio poco fa, nello speciale del Tg5, il dottor Piero Di Lorenzo, l’amministratore delegato della IRBM (Istituto di Ricerca Biologico Molecolare), di stanza a Pomezia.
“Dieci giorni fa siamo entrati in produzione col vaccino preparato contro il Coronavirus e stimiamo che entro maggio avremmo le dosi sufficienti per andare sui topi ed entro giugno, se non ci saranno controindicazioni di tossicità o mancata efficacia, inizieremo la sperimentazione sull’uomo”.
“A darci forza e fiducia – ha dichiarato durante l’intervista a Canale 5 – sono anche i nostri partner, grandi conoscitori dei Coronavirus. Noi, d’altro canto, mettiamo dalla nostra l’expertise maturato col vaccino anti-ebola, e seguiamo la stessa strada. Ed è per questo che siamo ottimisti e contiamo di fare goal”.
Parole che inducono nuovamente ad un moderato ottimismo quelle del manager della società pontina, specializzata in Biotecnologie molecolari insieme alla Oxford University.
“Dopo i test sugli animali – aveva spiegato la settimana scorsa – si passerà alla fase 1, con la sperimentazione su 10-15 volontari sani, prima della fase 2, su 150-200, e della fase 3, che coinvolgerà 1000 persone”.
Ogni fase, secondo i protocolli, può durare anche più di un anno, tanto che il percorso può protrarsi anche per 5-6 anni. In casi eccezionali, però, i tempi possono essere anche ridotti in maniera drastica dalle autorità internazionali, nell’ipotesi che la pandemia, come sta accadendo col Coronavirus, venisse percepita come pericolosa e i rischi di un vaccino ritenuti inferiori al protrarsi dei contagi”.
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