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Anche ad Albano, Velletri, Ariccia e Lariano sospesa la raccolta di abiti usati dai contenitori HUMANA

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E’ stato sospesa, almeno per 2 settimane, anche ai Castelli Romani, segnatamente a Velletri, Ariccia, Lariano ed Albano, la raccolta degli abiti usati dai contenitori gialli della cooperativa HUMANA People to People Italia Scarl, con contestuale invito a rimandare il cambio di stagione. Raccoglitori che si trovano anche a Rocca Priora e Castel Gandolfo, restando al nostro territorio.

A confermarlo, attraverso una comunicazione inviata ai Comuni interessati, è stata proprio la stessa Cooperativa, che non ha negato l’esistenza di difficoltà operative legate all’emergenza COVID-19. Dopo l’intenzione iniziale di proseguire il servizio, nonostante le incertezze iniziali, ci si è dovuti arrendere alla consapevolezza che “le difficoltà si sono aggravate a tal punto da non rendere operativamente fattibile la prosecuzione del servizio per cause di forza maggiore.

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Gli impianti di recupero (R3) hanno sospeso le loro attività sia in Italia che nella maggior parte dei Paesi importatori ed il settore della seconda mano degli abiti versa in analoghe condizioni, essendo negozi e mercati dell’usato di seconda mano chiusi in Italia e in Europa ormai da settimane.

I servizi di trasporto sono rallentati o sospesi e affrontano numerosi ostacoli, soprattutto in ambito transfrontaliero (ad esempio ci sono autisti che vengono messi in quarantena non appena varcano la
frontiera); la chiusura o rallentamento di filiere dell’indotto che sono indispensabili per garantire lo svolgimento normale del servizio di raccolta (ad esempio quelle degli autoricambi).

Come conseguenza di quanto sopra tutti gli impianti di stoccaggio R13 di Humana e i suoi impianti R3 di riferimento rischiano di raggiungere i limiti ai quali sono autorizzati, tenendo anche conto della necessità di mantenere adeguati margini di sicurezza per poter gestire eventuali casi critici; in situazione analoga versano tutti gli impianti di stoccaggio e trattamento di rifiuti in Italia: non esiste pertanto disponibilità sul mercato che possa compensare la nostra contingente carenza di capacità di stoccaggio e trattamento.

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A ciò, hanno fatto sapere da Humana, si aggiunga “l’adozione di laboriosi e obbligatori protocolli per la protezione sanitaria dei nostri lavoratori, che a parità di orario non possono avere le medesime erformance; il blocco totale degli sbocchi di mercato e i limiti di liquidità che ne conseguono, rendono difficile aumentare il personale in logica di emergenza (ma ciò sarebbe comunque inutile se non esistono destinazioni dove trasportare i rifiuti raccolti).

Tali problematiche, che sono comuni a tutto il settore, sono state ampiamente denunciate dalle principali associazioni di categoria nazionali includendo Rete ONU e Assorecuperi, delle quali siamo membri, che
hanno avviato interlocuzioni istituzionali a tutto campo nella speranza di ottenere interventi speciali che però, al giorno d’oggi, sono ancora assenti o
insufficienti”.

Dalla Cooperativa si è chiesto alle Amministrazioni comunali coinvolte l’esigenza di concordare soluzioni operative o di comunicazione verso i cittadini, che consentano di gestire la situazione nel migliore dei
modi.

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