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Spunti di Psicologia – Se la Pandemia ci aiuta a ridare un valore a quanto davamo per scontato…

valore
rosjy guido

di Rosj Guido

La bolla nella quale tutti ci troviamo sa di surreale e di incredulità. Dopo ormai quasi un mese di misure restrittive, ci si accorge che qualcosa di diverso sta accadendo dentro noi.

Se all’inizio, pensare di essere costretti a restare dentro casa, si ancorava a quella stanchezza accumulata che poco aveva a che fare con il mostro del virus, e che faceva dama con i tanti bisogni inespressi e tenuti a bada nel correre quotidiano e nella gestione dei mille impegni, oggi questo pensiero si srotola su percorsi diversi, con confini meno precisi, e colori più sbiaditi.

Giorni fa un amico rifletteva con me sull’ineluttabilità che stiamo subendo e si chiedeva se tutto questo, in qualche modo, inciderà sul nostro modo di pensare. Mi chiedeva se le nostre connessioni neurali possano subire dei cambiamenti tanto da portarci a vivere e a vedere le cose in maniera diversa. Rifletteva sui propri cambiamenti, di uomo mai interessato alla tecnologia che all’improvviso, in un mattino ormai uguale a tutti gli altri, si trova ad accendere un Pc o ad accedere ad un social network in una maniera insolita, nuova.

Strano ma vero: ciò che prima era inconcepibile, non essenziale, può all’improvviso prendere uno spazio maggiore e attivare altre parti del se, altri interessi, nuovi pensieri. Non sono un’esperta nel settore ma mi viene da pensare che le riflessioni fatte dal mio amico sono assolutamente sensate e congrue.

In questo periodo di forzata solitudine, ove prendono vita aspetti, situazioni, addirittura oggetti lasciati morire da chissà quanto tempo e che all’improvviso risplendono di tutto quel valore che prima non avevano. A proposito di valore, cambia il nostro modo di pensare di percepire le cose, e con molta probabilità sta cambiando anche il nostro modo di sentire e di dare all’altro.

figli psicologia dottoressa guido

Quante volte abbiamo scritto ad una persona, più o meno cara, più o meno a noi vicina la pur semplice ma essenziale frase “COME STAI?”. Un messaggio che “si può mandare in un tempo rapidissimo e senza dispendio di energia…(…)…un messaggio che in realtà vuole sapere e non vuole SENTIRE, vuole sapere e NON VUOLE CONDIVIDERE”. Forse fino a ieri questa semplice frase non era “un vero scambio emotivo e sentimentale”, almeno non per tutti, sicuramente per pochi!

“Le nostre generazioni si sono abituate a chiedere senza voler sapere, augurare senza voler sentire;…” abbiamo purtroppo percorso un viaggio ove “….si è perso il significato dei GESTI” usando le parole non associandole al sentire, allo sguardo che entra negli occhi dell’altro. Forse è proprio questo che sta incominciando a cambiare. Si sta riscoprendo l’importanza di un abbraccio, ora che non ce lo possiamo DONARE, il senso di un messaggio che conforta e riempie quel vuoto emotivo che prima era caoticamente annullato dalla nube grigiasca che aleggiava sulle nostre teste.

Se il senso delle pandemia è quello di riportare le coscienze a pensare in modo diverso, ad apprezzare l’essenziale, a tutelare i beni primari e principali, a gestire le emozioni conservando l’essenza che le caratterizza e concependole come un dono che ci appartiene.

Beh se il senso di questa pandemia è questo, allora possiamo pensare che mai moriremo di fame, perché ci sarà chi avrà il pensiero di sostenere la nostra paura e di sfamare il nostro cuore; possiamo pensare che nel tendere virtualmente la mano al nostro vicino di casa, regaliamo un sorriso autentico.

Possiamo pensare che chiedere aiuto non è un atto di debolezza ma un gesto di grande umiltà, e che dare a chi ha meno di noi significa dare anche a noi stessi! Possiamo sperare che questo periodo ci aiuti a dare valore a quelle piccole cose che davamo per scontato, a quelle persone che ci stavano vicine e di cui non ci accorgevamo.

Possiamo provare a cambiare il nostro modo di pensare all’altro privando il nostro sentire di quel giudizio severo e inquisitorio, arricchendo lo stare con l’altro di rispetto, affetto e amore (quando abbiamo la fortuna di amare ed essere amati); possiamo recuperare dei sentimenti in fondo al nostro cuore e provare, perché no, a donarli a chi non ha mai saputo di occupare quel posto dentro di NOI.

PER SAPERNE DI PIU’

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Dott.ssa Rosj Guido

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“La sola persona che non può essere aiutata è la persona che getta la colpa sugli altri” (C. Rogers)

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