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Monte Porzio, il 29 aprile i 100 anni di Francesco Ricci. Memorie profonde nella lettera della figlia dalla Turchia

Francesco Ricci

Domani, 29 aprile, Francesco Ricci di Monte Porzio compie 100 anni. La figlia, archeologa e professoressa in Turchia, ha scritto una lunga e commovente lettera in cui ripercorre la vita di suo papà, dagli anni della guerra fino ai giorni nostri. Proprio oggi che, alla vigilia dell’importante traguardo, se non ci fosse stato il virus, avrebbe preso l’aereo e sarebbe corsa in Italia per festeggiare il padre.

Nella lettera indirizzata all’amministrazione comunale chiede di piantare un albero per ogni centenario della città e magari dedicare loro una panchina. 

“Cara Caterina, vicesindaco,

in un mondo “ideale” sarei venuta di persona in Comune ad incontrarla per raccontarle la storia di un cittadino centenario di Monte Porzio Catone e consegnarle a mano una pagina con le piccole-grandi storie dei cento anni di vita di Francesco Giovanni Ricci. 

Le scrivo, invece da un piccolissimo villaggio nella regione della Troade – si, la regione prende il nome dalle antiche rovine della città di Troia – dove vivo la quarantena lontana da Istanbul da oltre un mese.  Dalle finestre vedo in lontananza il mare Egeo e le montagne dell’isola di Lesbo.  In queste settimane le frontiere di terra e mare sono chiuse; i voli tra la Turchia e l’Italia sono stati interrotti già dalla terza settimana di febbraio e, sembra neanche i barconi con i migranti stiano attraversando quel poco mare che separa la costa della Turchia dall’isola di Lesbo.  In un mondo “ideale” il 28 aprile dopo la lezione ai miei studenti alla Koç University ad Istanbul, sarei andata in aeroporto e sarei venuta a Monte Porzio per festeggiare il centenario, mio papà.

Per me tornare a Monte Porzio è sempre tornare alle origini, all’anima della mia identità. Salire a piedi in paese buttando un occhio alla porta aperta della Biblioteca Comunale nella vecchia stazione del tram; camminare fino a piazza Borghese e da lì respirare gli orizzonti affacciandomi dal Belvedere; entrare dal portale e sentire che c’è un equilibrio quasi poetico e radicato nella storia nel piccolo centro storico di Monte Porzio. Il defibrillatore nel portale, l’ultima aggiunta in quello spazio così simbolico per il paese, l’ho guardato per l’ultima volta a febbraio. Un grande senso civico da parte di chi lo ha donato; dell’Amministrazione che lo ha collocato e dei cittadini che lo rispettano. Sindrome dell’emigrante? Serve poco tempo lontani dall’Italia per tornare a riscoprirla e Monte Porzio fa sempre parte delle riscoperte. Soprattutto in questi momenti e da questo piccolo angolo del mondo. Tutti i miei pensieri e le mie energie di queste settimane sono per la mia famiglia, per Monte Porzio e per l’Italia. Coraggio!

Dunque, il centenario. Papà, nasce Francesco Giovanni Ricci il 29 aprile 1920 a Zara (mi raccomando: si dica Italia! papà non accetta come d’altronde lo Stato italiano si dica o scriva: Croazia).  Zara è una bella città di mare sulle coste della antica regione della Dalmazia. Lì, suo padre Umberto Ricci (Capurso 13 Novembre 1878- Roma 3 Ottobre 1957) serviva lo Stato come commissario prefettizio della Dalmazia ed aveva sposato la Nobildonna Flora de’ Difnico (Sebenico, 6 Marzo 1886 – Roma, 29 Novembre 1947) una famiglia devotissima a Venezia.  Nel 1922 nasce la sorella di Francesco, Maria Antonietta (coniugata Gancia).

Francesco Ricci

Nel dicembre del 1926 Umberto Ricci e la sua famiglia si trasferiscono a Bolzano dove Francesco segue le scuole elementari.  All’epoca era stata inaugurata nel 1907 la linea ferroviaria che da Bolzano con un treno a cremagliera portava al bellissimo altopiano del Renon.  Un treno a scartamento ridotto con una locomotrice in stile Liberty che papà insieme a sua sorella Maria Antonietta prendevano e furono i testimoni di un impressionante deragliamento. Il treno si accasciò sul lato “giusto” e si salvarono. Quando nel 2018 sono salita per la prima volta sul Renon ed ho preso il treno, con papà e mamma ci siamo ripromessi di tornare su quelle belle montagne insieme a ricordare i tempi “antichi”.

A Roma, papà studia al Liceo Santa Maria a viale Manzoni dopo diversi anni trascorsi a Torino dove il padre aveva ricoperto il ruolo di Prefetto della città. L’università è a Roma a La Sapienza, Facoltà di Chimica. Una esperienza breve perché a 20 anni, ovvero nel 1940, papà si arruola in Marina e nel 1941 viene imbarcato sull’ incrociatore Trieste che allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale svolse diverse missioni nel Mediterraneo.  Il 12 Agosto del 1942 l’incrociatore Trieste si trovava a largo dell’isola di Malta ed insieme ad altri elementi della Divisione VII subì danni e feriti.  Non affonda. Papà viene spostato come osservatore della Marina a Colleferro.  Nel frattempo, suo padre viene nominato ministro dell’Interno del governo Badoglio (9 Agosto 1943- 11 Febbraio 1944).

L’8 Settembre, Francesco riesce a raggiungere Roma grazie all’aiuto di fidati amici e ripara con la famiglia presso il Pontificio Seminario Romano (San Giovanni).  Lì si pensa almeno 200 persone trovarono rifugio. Tra questi quattro ministri del governo Badoglio che, rimasti a Roma in una situazione pericolosa mentre i tedeschi prendevano il controllo, includevano anche Umberto Ricci. C’erano anche i componenti del Comitato di liberazione nazionale come Nenni, De Gasperi, Saragat; alcuni ebrei; politici antifascisti come anche militari. Papà rimane al Pontificio Seminario sino al 25 Aprile 1945.

Dopo la Liberazione papà riprende gli studi universitari in chimica, professione che eserciterà fino alla pensione “ufficiale” nel 1980 prima con la ditta Stacchini ed altre a seguire a Colleferro.

Nel 1960 si sposa con Maria Fausta Roncoroni la cui famiglia materna (Lavinia Savini Nicci) aveva, dagli inizi del 20esimo secolo iniziato ad essere presente nel territorio di Monte Porzio Catone con la sua numerosissima famiglia. Nello spazio di tre anni nascono tre figli, Alessandra (1960); Simeone (1962) con i figli Sofia e Daniele, ed Umberto (1963) con la figlia Ginevra. Papà e mamma passeranno molto tempo a Monte Porzio dai fine settimana con la famiglia alle estati con i parenti con domeniche di pranzi infiniti e di porte sempre aperte.  Papà continua a lavorare dopo la “pensione” per oltre venti anni, dopo aver trasferito la famiglia nel 1980 nella vecchia casa di Monte Porzio. 

Ha una patente di guida valida e sino alla chiusura dell’Italia, con mamma ogni giorno uscivano dal cancello di casa per una spesa, un giro, un piccolo aperitivo, una visita medica. Spesso viene visto salire a piedi in paese senza perder fiato, diritto ed attento a quanto lo circonda.  Ha sempre adorato le barche a vela ed è un velista incallito. Nella foto che le invio è su di un laser, da solo, in Puglia all’età di 84/85 anni. 

Con mamma è sempre pronto ad andare in viaggio e, per il suo “centenario” ci riproponevamo di andare a Sorrento a guardare il golfo di Napoli prima della frenetica stagione turistica estiva, a sederci in un piccolo ristorante di pesce sul mare a respirare l’aria della tarda primavera. O, di partire alla volta delle terre di Puglia -la terra di suo padre- fermandoci sulla Telesina a mangiare la pasta rifritta e scendere verso gli uliveti pugliesi a guardare le campagne della Murgia e sentire la bellezza e la vita di quei luoghi. 

Speriamo che questa vita ritorni soprattutto per persone come papà e mamma e per tutti gli “anziani-giovani” ed energetici di Monte Porzio. È l’augurio più bello si possa fare in questo momento sia a papà che a tutti gli abitanti di Monte Porzio.

E, da cittadina monteporziana vorrei incoraggiare il Comune che lei ed il Sindaco Pulcini insieme al Consiglio comunale dirigente, di piantare un albero per il primo, mi auguro dei tanti centenari del Paese.  Una memoria della loro presenza e contributo alla comunità. E, di una panchina con il nome del centenario cosi che tanti altri ne possano seguire e che possa contribuire al decoro urbano del Paese.

Auguro a lei ed a tutta l’Amministrazione buon lavoro in questo momento difficile ed importante allo stesso tempo. Spero presto di essere a Monte Porzio per offrire il mio contributo al Paese.

Alessandra Ricci

Villaggio di Iliyasfaki (Turchia) – 27 Aprile 2020″.

CP

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