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Il grido di dolore dei titolari delle Fraschette di Ariccia. Il flashmob: “Fateci riaprire” (FOTO & VIDEO)

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La protesta è andata in scena nella serata di martedì 28 aprile

“Vogliamo chiarezza, vogliamo essere aiutati e messi in condizioni di lavorare al meglio”. E’ un vero e proprio grido di dolore quello che arriva dai titolari delle tante Fraschette di Ariccia, che nella serata di ieri, martedì 28 aprile, si sono ritrovati dinanzi alle proprie attività, accendendo le luci dei propri locali.

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Una protesta simbolica, ma dal forte impatto emotivo, segno dell’unione di un comparto cruciale nell’economia ariccina e dei Castelli Romani. Massiccia l’adesione alla forma di protesta, a dimostrazione della tensione che si vive e del bisogno di riaprire.

“Ci stanno imponendo una chiusura forzata senza darci alcuna informazione sulla riapertura”, ha dichiarato uno dei tanti fraschettari.

“Se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non sarà più un dovere”, è stato lo slogan che campeggiava in alcuni striscioni.

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Eloquente la testimonianza di Giada Cianfanelli, che ci ha scritto a nome delle 27 fraschette presenti nel territorio di Ariccia. “Siamo perlopiù attività familiari da generazioni. Siamo una delle forze economiche del Paese, avendo molti dipendenti e fornitori del posto. Siamo chiusi da oltre 2 mesi per nostra scelta prima che il decreto ci imponesse la chiusura con una decisione unanime per salvaguardare tutti. Ora, in previsione della riapertura, ci rendiamo conto che le restrizioni non ci permetteranno di ripartire in tranquillità ne economicamente ne psicologicamente in quanto il nostro governo non ci sta dando supporto sul taglio delle tasse, sugli affitti e ad oggi i nostri operai devono ancora ricevere la cassa integrazione. In questo modo non ci potremo permettere di riaprire ma non possiamo permetterci nemmeno di fallire. E la cosa che ci preme di più, ad oggi, è che non siamo ancora a conoscenza se queste condizioni dettate dal governo saranno effettivamente attuate o no, abbiamo bisogno di chiarezza”.

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I manifestanti hanno chiesto misure concrete, a partire da sgravi fiscali ed un sostegno che possa rappresentare un’ancora di salvezza per imprese che danno lavoro a numerose famiglie e che rappresentano una delle tipicità nel comparto enogastronomico dei Castelli Romani.

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