Attualità

Il futuro delle RSA Covid di Albano e Genzano nell’intervista al DG della ASL Rm6, Narciso Mostarda

RSA COVID GENZANO e ALBANO

Negli obiettivi della competente Asl vi è la definitiva riconversione dei due nosocomi abbandonati in RSA pubbliche

di Michela Emili

Durante l’emergenza Covid-19 il territorio dei Castelli Romani ha visto il ritorno in funzione di due presidi ospedalieri il cui destino si era infranto quando, nell’autunno del 2018, ha preso avvio il Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia: il De Santis di Genzano ed il San Giuseppe di Albano.

I reparti sono stati trasferiti in blocco e le strutture, fino a poco tempo prima punto di riferimento della sanità locale, sono state abbandonate, in attesa di nuovi progetti di destinazione.

d'amato rsa covid genzano
Mostarda e D’Amato nella RSA Covid di Genzano

Ad oggi, prima il nosocomio di Genzano, poi quello di Albano, sono rientrati nella rete sanitaria locale per il contrasto al Covid-19, come RSA dedicate interamente alla fragile categoria degli anziani positivi al virus. I pazienti positivi ricoverati nella RSA di Genzano, vengono poi trasferiti nella RSA di Albano una volta negativizzati per la prosecuzione delle cure.

Una riapertura con un preciso scopo, quindi, sulla quale abbiamo chiesto delucidazioni al direttore generale dell’ASl RM 6, Narciso Mostarda.

rsa covid albano
rsa covid albano
La RSA Covid di Albano

Abbiamo assistito all’attivazione di due RSA Covid ai Castelli Romani. Si è fatta una previsione sui tempi in cui questi reparti resteranno attivi?

Abbiamo accettato una grande sfida per il bene di persone fragili che hanno bisogno di assistenza e cura adeguate. Tutta l’Azienda ha fatto e sta facendo un grande sforzo, di rinnovamento, di riorganizzazione, al
fine di garantire servizi sanitari pubblici di qualità, investendo su nuove competenze e sull’aggiornamento
costante e continuo di tutto il personale. Ad oggi sono attive due RSA COVID, a Genzano e ad Albano. Un
circuito che nasce per garantire sicurezza per gli ospiti e per il personale. Non si può parlare di tempi.
Resteranno attive per il tempo necessario in questa configurazione”.

Quali operatori sono confluiti all’interno di questi reparti?

Anche dal punto di vista del personale è stato fatto un grande sforzo. Oltre a personale già in forza
all’Azienda abbiamo provveduto ad effettuare nuove assunzioni grazie alla possibilità che è stata data a
tutte le aziende in questo periodo di emergenza e stiamo continuando ad effettuare le procedure per
completare l’organico. Al momento sono stati assunti 25 infermieri e 21 OSS. Nelle RSA ci sono inoltre
dietisti, assistenti sociali, fisioterapisti, psicologi, tutte le professionalità necessarie ai nostri pazienti fragili
“.

Alla luce delle criticità sorte all’interno di molte strutture sanitarie per anziani sul territorio, quanto è importante avere tali presidi?

Con queste strutture il servizio sanitario regionale e nazionale è in grado di offrire servizi e assistenza
sanitari pubblici adeguati”.

I nuovi reparti sono sorti all’interno di strutture abbandonate a seguito dell’apertura del NOC.
Potrebbe essere questa la nuova vocazione dei due nosocomi, per cui fino ad oggi non si era ancora
individuata ufficialmente una destinazione?

L’obiettivo è quello di proseguire sulla strada intrapresa e di riconvertire definitivamente queste
strutture nate e dedicate ai Covid positivi e ai Covid negativizzati”.

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