POLITICA

Ospedale di Velletri – De Marchis (Italia Viva): “Ecco come fronteggiare una realtà devastante”

de marchis ospedale velletri

La diatriba scaturita nel corso del Consiglio comunale di martedì, con lo strascico sui social, tra i consiglieri Zaccagnini e Comandini, ha finito per far passare in secondo piano l’eco di quanto approvato all’unanimità dei presenti, con l’ordine del giorno “Salva Ospedale”.

Ad aprire la stura agli interventi era stata proprio Maria Paola De Marchis, capogruppo di Italia Viva, che non le ha mandate a dire ai vertici della sanità regionale ed aziendale, tracciando un futuro a tinte fosche, restando così le cose, per il presidio ospedaliero veliterno.

maria paola de marchis e giuliano cugini nell'aula consiliare
De Marchis e Cugini (Italia Viva)

Lo ha fatto partendo dal precedente Consiglio comunale straordinario, nel quale proprio lei aveva presentato la mozione che impegnava Sindaco e Giunta a farsi valere in ogni sede deputata pur di salvaguardare il “Paolo Colombo”. La crisi epidemiologica, tuttavia, pur se affrontata al meglio delle proprie forze e competenze dal personale dell’Ospedale, ha dato il là ad ulteriori tagli, con l’incomprensibile decisione della ASL RM6 di chiudere i Punti Nascita e i reparti di Pediatria di Velletri ed Anzio.

Nel suo intervento Maria Paola De Marchis ha ripercorso proprio tutti i tagli di cui è stato vittima il nosocomio veliterno: “In principio fu Otorino e tutto sommato non interessava tutti, tanto che passò quasi sotto silenzio e in pochi ci fecero caso. Poi venne la Chirurgia vascolare, reparto di eccellenza per un Ospedale che serve un bacino di 150mila persone. Anche questa chiusura passò quasi sotto silenzio. Arrivò poi il Laboratorio Analisi, con le provette portate a Roma, ed anche questo si giustificò nell’ottica di ristrettezze economiche, dovute ad esigenze nel piano di rientro…

FIORE chiara

Ma poi venne chiusa anche Urologia e in questo caso in qualcuno, me compresa, si attivò un sistema di allarme, anche perché, nel frattempo, anche Neonatologia, Elettrofisiologia ed Endoscopia, hanno fatto una brutta fine.

Infine è arrivato il Covid-19, che nella mente dei più ha giustificato la chiusura di Pediatria ed Ostetricia“.

“Forse in pochi sanno che abbiamo matematica certezza che dal 15 giugno chiuderanno anche le Sale Operatorie, perché non ci sono più anestesisti, e chiuderà anche Radiologia, visto che non ci sono più radiologi”.

Non è mancato un accenno al Direttore Sanitario in pectore, lo stesso dell’Ospedale dei Castelli: “Viene detto che non c’è nessuno che voglia fare il Direttore Sanitario a Velletri e chi lo fa lo vede come una punizione, ritenendo il nosocomio un ambiente ostile”.

La De Marchis si è poi rivolta ai suoi colleghi consiglieri (ciascuno collegato in streaming): “Voglio darvi il senso dell’urgenza. Della necessità. Partendo da uno scoramento che non riesco a nascondere, che consiste nella resa d’atto di una realtà devastante, che affonda negli ultimi 10-15 anni, che ha ucciso il nostro Ospedale e lo ha ridotto in una condizione tale che gli operatori stanno cercando in ogni modo di tenerlo in vita, con le unghie e coi denti”.

“Nel futuro dobbiamo muoverci su 3 direttrici. In primis bisogna influire nella programmazione sanitaria regionale, non subirla. Non è possibile su questo punto delegare a nessuno la salute dei cittadini di Velletri e dei Comuni limitrofi. Siamo in ritardo spaventoso, pazzesco, e dobbiamo darci da fare per recuperare il tempo perduto”.

“Bisogna poi pensare ai lavori di adeguamento dell’ospedale, nell’ottica dell’emergenza e nell’ottica di ripresa. La crisi durerà un paio di anni, ma bisognerà farsi trovare pronti, con le dovute precauzioni, per eventuali nuove emergenze. Bisogna per questo costruire percorsi dedicati e riattivare gli spazi dismessi, che sono tantissimi nell’Ospedale. Bisogna farlo in urgenza, e non alla fine di qualche ipotetica commissione”, ha aggiunto Maria Paola De Marchis, evidenziando il suo no alla creazione di Commissioni speciali.

“Infine va implementato nell’Ospedale quello che ancora non c’è, corroborandolo attraverso una rete territoriale che funzioni, che abbia personale a sufficienza. Urge una sanità che sia rispondente ai bisogni dei cittadini e l’ospedale deve poter lavorare in sicurezza e al meglio”.

“Una mozione – ha spiegato la capogruppo di Italia Viva – che sollecita a fare in modo di creare azioni concrete per il ripristino delle attività sanitarie tolte negli ultimi anni, non disconoscendo la volontà di partecipare ad un processo di programmazione che dia risposte eccellenti al territorio. La sanità di oggi è quella impostata 40 anni fa, ma dobbiamo con urgenza progettare la sanità del futuro, senza attendere ancora. Il Nuovo Ospedale dei Castelli dovrà essere quello per il quale è stato pensato: un polo di attrazione che consenta di evitare i pellegrinaggi verso la sanità romana. Dovrà essere un Dea di secondo livello, non arraffare reparti a discapito dei Dea di primo livello a disposizione dell’Azienda, come Velletri e anche Anzio”.

Proprio in relazione all’Ospedale Riuniti di Anzio-Nettuno, De Marchis ha ricordato come in contemporanea, nel Consiglio comunale anziate, la collega Anna Maracino stesse discutendo la stessa mozione coi colleghi di Anzio, “proprio per dare un senso di unitarietà, perché è anacronistico, ormai, pensarla come singolo Comune, in maniera campanilistica”.

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