POLITICA

Ariccia, lettera aperta di Maria Cristina Vincenti: “Diamo un futuro alla nostra città”

maria cristina vincenti


di Maria Cristina Vincenti

maria cristina vincenti
maria cristina vincent

Cari amici,
all’epoca del Grand Tour la bellezza dei Castelli Romani era il punto di arrivo dei viaggiatori, siano essi intellettuali, artisti o semplici turisti. Ariccia con la sua “Locanda” che “ portava certo il vanto sull’altre”, come racconta Massimo D’Azeglio che vi soggiornò nel 1826, rappresentava il centro dell’accoglienza ed era il “luogo prescelto dagli artisti stranieri” poiché “la sua posizione era una delle più belle di cui può vantarsi l’Italia”, come scrive l’americano Longfellow due anni dopo. Questa visione idilliaca, la ricerca dell’aria salubre e del clima fresco durante il periodo estivo ha fatto di Ariccia un luogo di villeggiatura sino a tempi recentissimi.


In molti anni di intensa attività culturale mi è capitato di ascoltare e relazionarmi con diversi cittadini del territorio ariccino e castellano che hanno manifestato il loro disappunto sulla situazione di “Ariccia” oggi. Ma veniamo a noi e al motivo di questa lettera aperta rivolta a tutti. Abbiamo il compito, cari amici, di dare un futuro alla nostra città dove abbiamo assistito, in particolare negli ultimi tempi, ad un imbarbarimento a tutti i livelli. Credo che si sia persa la bussola e gli obiettivi da raggiungere.

Iniziamo da Piazza Di Corte. Il gioiello architettonico del Bernini, in continuità con il sito Unesco di Piazza Navona, necessita di un urgente intervento di restauro conservativo, soprattutto i casini laterali e le esedre, e di nuovi arredi urbani. E’ anche auspicabile la cessazione dei tremendi mercatini domenicali, criticati dai turisti di tutta Italia, da architetti e da noti giornalisti, che occultano la Chiesa Collegiata di S. Maria Assunta e le due fontane e più in generale il godere di una vista notevole. Soprattutto ora che finalmente c’è il ritorno della lastricatura con Sampietrino sul Corso Garibaldi o clivus Albanus, l’antica via sacra che saliva al tempio di Giove Latino sul Mons Albanus (Monte Cavo), è urgente una nuova
illuminazione che valorizzi le architetture della piazza e dei palazzi lungo il corso.

Un progetto necessario sarà quello della ritinteggiatura delle facciate del centro storico, con lo studio del colore tra metà del ‘600 e ‘700, e dare continuità al progetto di
valorizzazione, già a buon punto, della Locanda Martorelli-Museo del Grand Tour, che potrà interessare anche tutto lo stabile del Casino Stazi.
In contesto urbano è presente, unica ai Castelli Romani, l’area archeologica di S. Nicola (Tempio Capitolino), attualmente per nulla valorizzata e priva o quasi di illuminazione. Idem la vicina area del Belvedere. Nella Valle, a pochi metri dal centro storico, corre il tracciato della Via Appia Antica dove molte aree archeologiche sono di proprietà del Comune di Ariccia, con la presenza di monumenti eccellenti come la Sostruzione della Via Appia, che devono essere rese fruibili al pubblico anzitutto con la loro messa in sicurezza e valorizzate.


Si può pensare a progettare un futuro sostenibile per la nostra città con la creazione di una rete commerciale che rivitalizzi il centro storico e al contempo ne salvaguardi l’ambiente con la creazione di un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile. Necessaria è anche la progettazione di percorsi turistici slow con il coinvolgimento dei produttori locali a marchio IGP, la ristorazione e la creazione di un info-point turistico al centro città.

Ariccia è un gioiello architettonico museo di se stessa con il complesso Berniniano di Piazza di Corte, la Locanda Martorelli, l’Appia Antica e il patrimonio ambientale e paesaggistico unico. Rappresenta dunque un’eccellenza. Ma per dare un futuro a questa città è necessario ricrearla anzitutto come comunità e coesione umana. Soltanto così, con la presa di coscienza del valore di questa città da parte di
coloro che ci vivono, riusciremo a progettare uno sviluppo sostenibile, a fare bene accoglienza e tornare ad essere una comunità ospitale pronta ad accogliere i turisti e ad offrire la propria “bellezza”. Per fare tutto questo è necessario un team di esperti professionisti nei vari campi che sappiano interpretare e coprogettare le esigenze della città, di un tavolo tecnico che traguardi e dia futuro ad ARICCIA”.

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