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Frascati – Perché non intitolare via Etiopia ai frascatani Achille e Tommaso Nobiloni?

via etiopia frascati


L’idea è di Achille Nobiloni, giornalista e appassionato di storia e arte tuscolana che ha proposto di intitolare la strada che interseca via Gregoriana e recentemente ripavimentata, a suo nonno e suo fratello, che cento anni fa svilupparono tutta quell’area con opere ancora esistenti, prima fra tutte la stessa Via Etiopia.

via etiopia frascati
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Un’iniziativa che l’assessore alla Cultura, Emanuela Bruni, ha dichiarato di voler sostenere.
“Il quesito – scrive Nobiloni sul suo lungo e dettagliato post – è rivolto agli amici di Facebook frascatani facendo loro presente che la mia non è ambizione personale, o familiare, ma solo un’idea, forse un po’ balzana, venutami l’altro giorno quando passando di lì e vedendo il cantiere per il rifacimento del manto stradale, mi sono ritrovato a immaginare mio nonno e
suo fratello sul posto a controllare i lavori in un precedente cantiere di quasi cento anni fa!

via etiopia frascati
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E già perché quella strada, in origine più bella e alberata, la costruirono loro nel 1925, interamente a loro spese, su progetto dell’Ufficio Tecnico comunale,
permutandola poi con lo stesso Comune di Frascati in cambio dell’area della vecchia “Strada della Concia” che passava rasente il fabbricato del Molino nel bel mezzo di quello che sarebbe poi diventato il piazzale dello stesso.

La richiesta di scambio avanzata dai due fratelli fu approvata l’8 dicembre 1923 con delibera assunta coi poteri del Consiglio dall’allora Commissario
Prefettizio Severini Dott. Comm. Emilio e il contratto di permuta con il Comune fu stipulato a Frascati il 3 aprile 1924 “nella Casa Comunale Ufficio Sindacale” davanti al notaio Nicola D’Aprile, di Monte Compatri, “iscritto presso il Collegio Notarile Distrettuale di Roma”.

La realizzazione dell’attuale Via Etiopia fu l’ultimo atto di un progetto iniziato quasi dieci anni prima, nel 1916, con l’acquisto del vecchio “fienile Campeti”
sulla Via di Monte Porzio, attuale Via Gregoriana, e proseguito negli anni successivi con l’acquisto di terreni e canneti limitrofi di proprietà del Comune,
dei fratelli Ferri, di Tommaso Saulini e di Massimo Campeti.
La costruzione della strada consentì infatti ad Achille e Tommaso Nobiloni di completare l’edificazione del Molino e realizzare all’interno del complesso
l’ampio piazzale chiuso di cui lo stabilimento aveva bisogno.

Negli anni a seguire i due fratelli acquistarono altri fienili e terreni da Tommaso Rufini, dall’Ing. Clementi, da Romolo Cavassini, Romeo Farina, Fabrizio Romalli, Simone Di Mattia e dai fratelli Bronzini figli del fu Gino, sul lato opposto di Via Gregoriana di fronte al Molino e sulle relative aree costruirono due stabili con locali commerciali al livello stradale e appartamenti
per i dipendenti ai piani superiori, trasformando tutta la zona, che le planimetrie dell’epoca indicavano come “Vocabolo Concia”, in una moderna area industriale, residenziale e commerciale.
Ora io non so quali siano i legami e gli attuali rapporti tra Frascati e l’Etiopia né vorrei mai andare a toccare interessi o equilibri pregressi ma se ostacoli di
questo tipo non ve ne fossero non nascondo che la possibilità di valutare l’opportunità di intitolare la strada a mio nonno e suo fratello, che cento anni
fa svilupparono tutta quell’area con opere ancora esistenti prima fra tutte la stessa Via Etiopia, mi farebbe davvero piacere”.

Claudia Proietti

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