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Coronavirus, le suore di Grottaferrata a Vatican News: “Eravamo quasi tutte positive…settimane d’angoscia”

suore foto archivio

“Come Figlie di San Camillo, oltre 800 nel mondo, facciamo un quarto voto: assistere i malati, anche col rischio della vita. E tutte le sorelle che hanno assistito i malati in questa situazione di emergenza hanno ricevuto un nuovo input, un ulteriore approfondimento del nostro carisma, perché quando San Camillo fece questo voto c’era la peste”.

Suor Maria Fernanda Bongianino ha raccontato così, ad Askanews, l’esperienza del contagio da coronavirus che ha colpito nelle settimane del picco la casa generalizia della Camilliane a Grottaferrata, provincia di Roma.

“In marzo, infatti, su 62 suore dell`istituto, 57 erano risultate positive al Covid-19. “Il telefono ha iniziato a squillare qui a Grottaferrata e in un quarto d`ora davanti al nostro cancello si sono radunati tantissimi giornalisti per capire cosa fosse successo: il nostro caso era una notizia per la stampa”, racconta ora a Vatican News la religiosa argentina.

“Nel frattempo sono arrivate le ambulanze, sono state ricoverate la vicaria generale, in gravi condizioni, e altre tre suore: ora stanno tutte bene. La Asl ci ha controllato giornalmente per vedere se fossero sopravvenuti febbre o sintomi di peggioramento, che per fortuna non sono arrivati”. Sono state settimane di angoscia in cui però non si sono perse né la speranza né la fede, sottolinea suor Maria Fernanda. “Le consorelle – racconta – restavano nelle loro stanze, in quarantena. Pregavano, qualcuna poteva studiare, erano nelle mani di Dio. E noi poche suore risultate negative abbiamo assistito tutte loro. Il cibo ci arrivava già confezionato dall`ospedale Vannini di Roma. Certo, la paura ovviamente c`era, anche per tutto quello che si sentiva e ancora si sente sul coronavirus, però le sorelle erano tranquille”.

“Oggi, anche se stiamo imparando ad affrontare la crisi, quello che è successo è comunque qualcosa di mai vissuto. Ciò nonostante, tutte le sorelle sono state vicine ai malati con una nuova fantasia della carità, la carità creativa di come rapportarsi con questo virus sconosciuto. E’ successo a Roma, all`ospedale Madre Giuseppina Vannini (intitolato alla santa che, insieme con il beato padre Luigi Tezza, ha istituito la famiglia religiosa femminile, ndr), ma anche all`ospedale di Treviso, a Brescia e a Cremona”.

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