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Castelli Romani – Crisi idrica, a rischio turnazioni oltre 120mila cittadini

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Si terrà oggi pomeriggio un incontro presso la sede della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini tra Acea Ato 2 e i sindaci dei comuni serviti dagli acquedotti Doganella e Simbrivio. L’obiettivo è scongiurare una turnazione nell’utilizzo dell’acqua, in questa che, a detta di Acea, è un’estate comparabile a
quella del 2017 per quanto riguarda l’approvvigionamento idropotabile, e per la
quale il gestore noi mesi scorsi ha chiesto all’autorità regionale l’autorizzazione per un prelievo straordinario alla fonte del Pertuso, a cui però è seguito un diniego dell’autorità.

“Senza questo – scrive Acea ai sindaci – il gestore sarà costretto a ridurre i prelievi del campo pozzi per tutelare la risorsa idrica”. Nel 2017 però, malgrado l’incremento della derivazione dal Pertuso fino a 190 l/s necessario attivare la turnazione per 44 comuni fino a partire dal mese di luglio. Al tavolo che si terrà oggi alle ore 16 sono chiamati i sindaci di Frascati, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Colonna, San Cesareo, Grottaferrata, Rocca Priora, Zagarolo, Palestrina e Lariano.

A conferma della situazione di emergenza, anche la lettera del sindaco di Monte Compatri, Fabio D’Acuti, firmata poi dai sindaci Massimo Pulcini (Monte Porzio Catone), Roberto Mastrosanti (Frascati) e Mario Moretti
(Palestrina)in cui si chiede alla Regione Lazio di autorizzare il prelievo alla onte del Pertuso.


“Nella nostra istanza – hanno scritto i sindaci – abbiamo evidenziato come nel corso di questo triennio sono stati numerosi gli interventi per ottimizzare, implementare, razionalizzare ed efficientare l’erogazione e l’approvvigionamento di acqua.
Senza dimenticare che la Regione Lazio afferma che è possibile autorizzare un prelievo straordinario dalla fonte del Pertuso.
Ma l’Area concessioni della direzione regionale, inspiegabilmente, non ritiene vi sia un’emergenza idrica alle porte e continua a non rilasciare l’autorizzazione ad un rifornimento extra, la riduzione al sistema dell’acquedotto Simbrivio, dettato dallo
stato di necessità.
Un atteggiamento inaccettabile, una risposta che evidentemente non tiene conto dell’emergenza sanitaria Covid-19, prorogata al 31 ottobre 2020.
Garantire un bene primario ai cittadini e soprattutto a quei commercianti già duramente colpiti dalla crisi economica conseguente al lockdown dovuto al
Coronavirus appare il minimo da fare”

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