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Coronavirus, Conte ha prorogato lo stato di emergenza al 15 ottobre

giuseppe conte

La proroga dello stato di emergenza è non è “una torsione autoritaria”, è una misura “legittima e inevitabile perché il virus continua a circolare”. Il premier Giuseppe Conte, in Aula a Palazzo Madama, ha formalizzato la decisione del Governo e della maggioranza di prorogare lo stato di emergenza fino al 15 ottobre.

In una lunga “arringa” prima del voto del Senato, Conte ha elencato tutti i presupposti giuridici ed empirici che hanno portato l’esecutivo a tenere quella cornice normativa che permette di intervenire “con tempestività ed efficacia” e di completare quanto finora fatto.

Ma il premier non sembra aver convinto le opposizioni. Fi, Lega e Fdi sono tornate a compattarsi contro la proroga e Matteo Salvini, nel pomeriggio, chiama il presidente Sergio Mattarella per urlare il suo “sconcerto”. Alla fine il Senato ha dato il via libera alla proroga, ma con solo 157, 125 contrari e 3 astenuti, mentre Mattia Crucioli, già in passato in dissenso con il M5S, ha votato contro il suo gruppo (come pure due ex M5S, Carlo Martelli e Lelio Ciampolillo). La mozione dell’opposizione è stata bocciata (preclusa e non votata) nella parte in cui si è detto “no” alla proroga, ma approvata nella passaggio che chiedeva il coinvolgimento delle Regioni, con 281 sì e 3 astenuti.

Conte, punto per punto, nel suo intervento ha tentato di confutare le tesi dell’opposizione. “Lo stato di emergenza non dà potere di emanare i Dpcm, che solo una norma di rango primario può dare”, ha sottolineato il premier, come riportato dall’Ansa, difendendo la legittimità giuridica dello stato di emergenza, benché non sia previsto espressamente dalla Costituzione.

“Dal 2014 ad oggi è stato dichiarato lo stato di emergenza 150 volte e 84 volte è stato prorogato”, ha ricordato il premier, illustrando le conseguenze che ha la misura: dal mantenimento delle ordinanze emanate dalla Protezione Civile al potere di coordinamento affidato allo stesso Borrelli, fino ai poteri straordinari assegnati ai soggetti attuatori, governatori delle Regioni compresi.

Tra le misure che perderebbero effetto senza la proroga, “c’è anche il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti e non sfugge a nessuno di quanto sia attuale il ricorso a questo strumento”, ha puntualizzato il premier. 

Non solo. Lo stato di emergenza, ha spiegato il premier, permette anche al commissario Domenico Arcuri di provvedere alle misure straordinarie per la scuola, come l’acquisto dei banchi.

Insomma, per Conte lo stato di emergenza è il presupposto per provvedere con “tempestività ed efficacia”.

Anche perché, ha ricordato più volte il premier, gli effetti del Covid “sono circoscritti e contenuti ma non esauriti”, è stata la premessa.

“Conte mente, in una deriva liberticida”, è stata tuttavia la stoccata che gli ha riservato Giorgia Meloni. E Salvini, nel pomeriggio, ha protestato direttamente con il Quirinale. “Senza emergenza non c’è stato di emergenza”, ha attaccato il leader della Lega che, da qualche giorno, ha intrapreso una vera e propria crociata “negazionista”.

E l’ex vicepremier ha parlato in Aula senza mascherina proprio nel giorno in cui i senatori Questori hanno avviato un’istruttoria sulla conferenza stampa di ieri alla biblioteca di Palazzo Madama, quando il leader leghista si è rifiutato di indossare il dispositivo di protezione.

“Parole motivate dall’ideologia”, ha replicato Giuseppe Conte, che ha deciso così di controbattere alle opposizioni, definendo la polemica come meramente “strumentale”.

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