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Speranza sul Vaccino anti Coronavirus: “Vettore virale utilizzato prodotto dalla Irbm di Pomezia. 400 milioni di dosi per gli europei”

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La Commissione europea nei giorni scorsi ha invitato i Paesi a concludere nuovi accordi con le aziende farmaceutiche al lavoro su candidati vaccini anti-Covid.

L’obiettivo è quello di garantire un adeguato approvvigionamento di dosi all’Europa e nuovi contratti potrebbero essere siglati a breve. Ad illustrare gli avanzamenti in attesa di nuovi dati di efficacia per i vari prototipi in sperimentazione è stato il ministro della Salute Roberto Speranza, sottolineando come l’Italia in questa sfida decisiva per debellare la minaccia della pandemia da SarsCov2 si collochi “in prima linea”.

“Con la Commissione europea stiamo lavorando per chiudere contratti con tutte le altre case farmaceutiche che sono al lavoro sui vaccini anti-Covid, e proveremo nelle prossime ore a livello di commissione Ue a chiudere altri contratti” per l’approvvigionamento di un futuro vaccino, ha spiegato il ministro in occasione dell’informativa al Senato sulle misure adottate dal governo per affrontare l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. In questa partita, ha aggiunto, “l’Italia non sta a guardare ma è in prima linea” e “ci auguriamo che nel giro delle prossime settimane possano esserci ulteriori risultati positivi”.

Un vaccino “sicuro, certo e validato può metterci nelle condizioni di vincere definitivamente la battaglia contro il virus, il nostro Paese – ha detto – ci sta investendo con tutte le energie”.

L’Italia ha infatti già sottoscritto una alleanza per i vaccini con Germania, Francia e Olanda e, ha ricordato Speranza, “abbiamo sottoscritto un primo accordo importante con l’azienda AstraZeneca che ci consentirà di avere le prime dosi del candidato vaccino entro la fine del 2020”.

Sarà cioè garantito l’approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di questo candidato vaccino “da destinare a tutta la popolazione europea”.

Il vettore virale utilizzato, ha ricordato, “è prodotto dalla Irbm di Pomezia e l’infialamento avverrà per le dosi europee ad Anagni“.

C’è, poi, “un vaccino tutto italiano dell’azienda ReiThera per il quale è iniziata la fase di test sull’uomo.

Questo è un orgoglio del Paese, è avviato il percorso e ci auguriamo sia positivo”, ha concluso Speranza.
Che la spinta alla ricerca di un vaccino anti-Covid italiano sia forte lo dimostra anche la misura prevista dalla bozza del decreto agosto, che prevede l’assegnazione al fondo per le emergenze nazionali di altri 580 milioni per il 2020 e 300 per il 2021 di cui “80 milioni per l’anno 2020 e 300 milioni per l’anno 2021” per “la ricerca e sviluppo e l’acquisto di vaccini e anticorpi monoclonali prodotti da industrie nazionali, anche attraverso l’acquisizione di quote di capitale a condizioni di mercato”.

Intanto la corsa internazionale al vaccino non si arresta – al momento sono 165 i candidati vaccini allo studio nel mondo, dei quali però solo 26 sono giunti alla fase di test sull’uomo e solo 4 alla fase 3 più avanzata – ed anche Israele ha annunciato che comincerà a testare sull’uomo un suo vaccino anti Covid a partire da metà ottobre. Vari esperti richiamano però alla prudenza.

Un vaccino anti-Covid “non sarà disponibile su larga scala prima della fine del 2021, mentre per l’autunno è meglio concentrarsi sulla campagna vaccinale per l’influenza”, è il monito di Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano.

Allo stato attuale “quasi nessun vaccino ha superato la fase 1 della sperimentazione. E quando ci sarà bisognerà produrlo per le esigenze mondiali, distribuirlo e somministrarlo. È sbagliato – ha concluso – usare il vaccino come slogan politico. Ora non lo abbiamo e non lo avremo in autunno per l’inizio delle scuole”.

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