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Lettera aperta agli assassini di Willy – “Oggi sono stato al suo funerale e voglio raccontarvi qualcosa…”

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Lettera aperta agli assassini di Willy

“Cari assassini di Willy, ascoltatemi da dietro le sbarre, perché oggi sono stato al suo funerale; eravamo in tanti, mancavate solo voi e voglio raccontarvi qualcosa. 

È banale, lo so, dirvi che voi simboleggiate tutto ciò che io, con il profondo di me stesso, odio di più di questo Paese, che è il vostro quanto è il mio. È banale, ma oggi ve lo voglio dire comunque. 

La tracotanza, la vanità, la violenza; il conformismo e l’odio verso tutto ciò che è diverso, che va oltre la vostra piccola cerchia di branco e che vive aspirando a quei semplici princìpi che forse i vostri nonni conoscevano e voi avete dimenticato: l’umiltà, il coraggio, la bellezza. 

Anche io ho avuto vent’anni. Vivevo di sogni, come Willy, ed è pensando a quelli come voi che ho deciso di tornare a vivere in questo Paese, quando avrei comodamente potuto costruirmi la mia vita di italiano all’estero, lontano dalla crudele bellezza di questa terra. “Per noi?” vi chiederete. Sì per voi, perché credevo che con il mio canto avrei potuto anzi dovuto, bruciare le falsità nelle vostre sordide bocche, e in quelle di chi vi rappresenta. Come me molti altri sono tornati o sono rimasti, per dimostrare, fosse anche solo a se stessi, che l’Italia non è solo questo, non è solo mafia, fascismo e violenza. 

Purtroppo il muro, la cappa di omertà e di indolenza che ci attanaglia, appiattisce ogni cosa, e dove non riesce a scoraggiare, uccide. 

Così abbiamo visto le nostre menti più brillanti cadere brutalmente, e ora vediamo calpestata l’erba verde, tenera, piena di speranza. 

Mi duole informarvi che grazie a gesti come il vostro, il sentimento originario si riaccende in me e in tanti altri: è come un fuoco di giustizia, e voi lo state alimentando.

Nonostante vi disprezzi, vi auguro che un giorno riuscirete ad amare veramente qualcuno nella vostra vita; e quando questo qualcuno vi verrà strappato via senza alcun motivo, io sarò lì, a  guardarvi mentre ascoltate il suono più terribile e insopportabile di questo mondo: il suono della terra che cade a coprire la bara di una giovane vita. È un suono beffardo, inutile, che rimbomba a lungo nel cuore, a volte per sempre.

Solo allora, forse, capirete quello che avete fatto.

Nel frattempo, per quanto mi riguarda, sappiate che mi batterò fino a che avrò un briciolo di anima in corpo affinché i vostri falsi ideali e il vostro modo di pensare scompaiano da questa terra senza lasciare traccia”. 

M.

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