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Ariccia – Scandalo al liceo Joyce. L’Istituto costretto a chiudere perchè manca l’acqua! Gli studenti tornano alla DAD

joyce

E’ inaccettabile quanto sta accadendo al liceo Joyce di Ariccia, costretto a chiudere dopo appena una settimana da un complicato ritorno tra i banchi di scuola da parte degli studenti, nel rispetto delle misure anti Covid.

Con la circolare n.35 di oggi il dirigente scolastico Roberto Scialis è stato costretto ad attivare nuovamente la DAD, a partire da lunedì 21 settembre, la didattica a distanza, che lascerà a casa circa 1.300 studenti del Linguistico, ospitati nell’Istituto di via Alcide De Gasperi. Casi Covid? Problemi di distanziamento? No, manca l’acqua!

Un problema già noto nell’Istituto ariccino, cui si cerca di ovviare da circa due anni, e in merito al quale né l’Acea, né il Comune e né la Città metropolitana – da quanto riferiscono dal corpo docente – ha mostrato interesse.

In questa delicata fase, in cui il tanto sospirato ritorno a scuola è stato condizionato dalla conta dei centimetri tra un banco e l’altro – anche in considerazione del fatto che quelli monoposto non sono ancora del tutto arrivati – e da numerose disposizioni di distanziamento ed igiene personale, la cronica mancanza di acqua presso la struttura ha obbligato al ritorno alla didattica da casa.

“Una situazione paradossale e inaccettabile – ha riferito ai nostri microfoni la professoressa Pamela Marchesotti -. Ci siamo attivati in tutti i modi per far tornare i ragazzi a scuola, nonostante le tante difficoltà, ma nessuno si è mai preoccupato di prendere in considerazione le tante lettere inviate per segnalare il problema della pressione dell’acqua. Abbiamo sperato che con l’inizio dell’anno scolastico si smuovesse qualcosa ed invece nulla. Siamo andati avanti in questi giorni ma la pressione dell’acqua è andata peggiorando, ed in questa situazione delicata in cui ci troviamo, non abbiamo potuto far altro che prendere questa decisione drastica e drammatica”.

“Siamo disperati e lo sono anche i ragazzi – ha aggiunto la docente – perchè la didattica a distanza crea un distanziamento sociale, dal momento che non tutti hanno gli stessi strumenti. Dalla settimana prossima inizieremo a distribuire i tablet agli studenti ma spesso manca una connessione valida e questo crea grandi problemi. La scuola è comunità, non è stare davanti ad un pc. Abbiamo attivato subito la didattica a distanza durante la fase emergenziale del lockdown, ma oggi è inaccettabile. Stiamo cercando di arrivare a tutti perchè è davvero uno scandalo e spero che anche i ragazzi si facciano sentire”.

Il provvedimento sarà valido fino a risoluzione del problema, “confidando – si legge nella circolare – in tempi brevi”.

Michela Emili

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